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Egitto: al via il processo per la morte di khaled said

Aperto questa mattina a Alessandria e gia’ rinviato a settembre il processo dei due poliziotti che il 6 giugno hanno pestato a morte il giovane Khaled Said. Si teme che i testimoni e i familiari ricevano intimidazioni.

(27 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Roma, 27 luglio 2010 red Nena News (foto da www.bikyamasr.org) - Si e’ aperto questa mattina, con un rinvio al 25 settembre, il processo ai due poliziotti accusati di aver ucciso, pestandolo a morte, un giovane di 28 anni di Alessandria, Khaled Said. L’ennesimo atto di brutalita’ commesso dalla polizia egiziana. Un caso che da piu’ di un mese accende l’opinione pubblica egiziana e scatena i blogger, ma che e’ rimbalzato anche su tutti i media internazionali, tanto che sia Stati Uniti e UE hanno chiesto l’impegno del governo egiziano ad effettuare un’indagine trasparente.

Khaled Said e’ morto mentre era stato fermato da due agenti dei servizi di sicurezza, in una strada di Alessandria, il 6 giugno: trascinato fuori da un bar, un internet point, e picchiato a morte, perche’ non si e’ lasciato identificare e perquisire. Una inchiesta preliminare, con tanto di due autopsie “governative”, aveva assolto completamente le forze di sicurezza, dato che le autorita’ hanno sempre sostenuto che Said sarebbe morto per una overdose di stupefacenti inghiottiti «nel momento esatto in cui è stato avvicinato dalla polizia”. Una versione paradossale in aperto contrasto con le foto diffuse in internet da alcuni testimoni, che mostrano i segni delle percosse subite da Khaled.

Secondo un avvocato del centro per la riabilitazione delle vittime di violenza, El-Nadim, i familiari furono subito informati della morte di Khaled, ma fu loro impedito di vedere il corpo del figlio immediatamente dopo.

Il giorno dell’apertura del processo, sono diverse le associazioni di diritti umani, tra cui Amnesty International - la prima a chiedere subito un’indagine rapida e indipendente - che temono che i testimoni presenti al processo possano subire intimidazioni.

“Le autorita’ egiziane devono assicurare la protezione dei testimoni e dei familiari di Said ” ha dichiarato Malcom Smart, il direttore di Amnesty International Medio Oriente e Nord Africa , denunciando che un amico di Khaled e’ stato aggredito la scorsa settimana da uomini armati di coltelli. Associazioni sia internazionali che nazionali hanno documentato diversi casi in Egitto in cui, al fine di alterare o coprire le prove e corrompere l’iter giudiziario, sono state messe in atto pressioni e intimidazioni sui familiari delle vittime di abusi da parte della polizia o casi in cui i testimoni non sono stati protetti dallo stato. Modalita’ esacerbate dal fatto che gli agenti di sicurezza spesso non vengono sospesi dal servizio, lasciando loro la possibilita’ di intimidire i testimoni e convincere le famiglie a ritirare le denunce.

I due ufficiali della sicurezza, Mahmoud Salah e Awad Ismail Suleiman sono accusati di arresto illegale, pestaggio e brutalita’: se condannati rischiano dai 3 ai 15 anni di carcere. Stamattina, al termine della prima seduta, sono stati rimandati in custodia cautelare dopo che il giudice ha letto loro i capi d’accusa, tra cui non compare l’omicidio colposo.

Raramente in Egitto, ufficiali della sicurezza o delle forze di polizia accusati di violenza, vengono perseguiti dalla legge. Eppure c'e' chi crede, soprattutto tra i blogger e gli attivisti per i diritti umani, che il processo per la morte di Khaled Said, possa rappresentare un punto di svolta contro l'impunita' delle forze dell'ordine egiziane e la cultura della brutalita'.

Stamattina centinaia di manifestanti si sono raccolti a Alessandria, sulla piazza davanti alla corte dove si svolge il processo e da oltre un mese si susseguono appelli e manifestazioni, alcune represse brutalmente dalla polizia, come quella sulla piazza Lazoghly al Cairo, subito dopo la morte di Khaled, dove la polizia arresto' oltre 40 manifestanti, provocando anche decine di feriti e contusi. (Nena News)

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