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30/07 - viene a galla il terrore senza fine della “sicurezza democratica”

(31 Luglio 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net



Ormai non passa giorno senza che vengano scoperte nuove fosse comuni in Colombia, nelle quali sono stati gettati i corpi smembrati delle vittime civili del terrorismo statale-paramilitare, enormemente accresciuto dalla politica

uribista della “Sicurezza Democratica”. L'ultimo ritrovamento è relativo alle fosse scoperte nel terreno di una delle residenze del fu capo del cartello di Medellín, Pablo Escobar Gaviria, amico intimo della famiglia Uribe; i resti umani rinvenuti nella fossa, però, testimoniano di omicidi avvenuti tra il 2002 ed il 2004, durante la prima presidenza Uribe. Il ritrovamento è avvenuto grazie alla confessione di un paramilitare già attivo nel dipartimento di Antioquia. Gli inquirenti ritengono che tale luogo degli orrori sia solo il primo di una serie di fosse comuni, presumibilmente ubicate in zone limitrofe. Il gruppo che ha compiuto questi crimini si trovava sotto il comando di Oliverio Isaza Gómez, che si faceva chiamare “Terror”. Mentre sono in corso le indagini, si moltiplicano a valanga le denunce di familiari, amici, compagni delle vittime. In un'altra zona del paese, non lontano dalla Macarena, dove è stata trovata la fossa comune più grande d'America con circa 2000 cadaveri, una nuova agghiacciante testimonianza ha prodotto sdegno e sconcerto. Un gruppo di contadini, la cui identità non è stata divulgata per ragioni di sicurezza, ha mostrato le foto dei corpi di due di loro torturati per un'intera giornata e poi uccisi, nel giugno del 2007. I responsabili appartengono alla Brigata 12 dell'Esercito, che insieme ai paramilitari si è fatta carico di eseguire la politica della “Sicurezza Democratica” nelle aree rurali del dipartimento del Meta. Il movente, sempre lo stesso: fare terra bruciata nelle aree rurali per isolare dal popolo i combattenti guerriglieri, e imporre la maggior brutalità possibile al fine d’infondere il terrore in coloro che sono rimasti. I contadini hanno raccontato come si sono svolti i fatti di cui sono stati testimoni. Le raccapriccianti foto mostrate evidenziano come in un caso siano stati scarnificati gli arti della vittima, mentre nell'altro è “stata fatta scendere la lingua come una cravatta” lungo il corpo sgozzato del cadavere.
È indubitabile che simili rituali macabri abbiano come obiettivo il servire “da esempio”, nell'ottica di ottenere col terrore l'abbandono delle proprie terre da parte della popolazione civile.
Questa è la barbarie fascista che continua a rappresentare la “Sicurezza Democratica”, in cui esercito e paramilitari hanno mano libera in nome della lotta controinsorgente, per compiere le atrocità più aberranti, sicuri del fatto che nel 99,5% dei casi questi crimini rimangono nella totale impunità. È ora che le istituzioni europee smettano di chiamare “Democrazia” il sistema politico di un paese che produce ogni anno più morti civili e desaparecidos di quanti sia riuscita a produrre l'intera dittatura militare di Pinochet in Cile nella sua “lotta contro il comunismo”, e si adoperino per aiutare a processare e condannare i responsabili politici e militari del genocidio che lo Stato ha perpetrato in Colombia.

www.nuovacolombia.net

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