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(21 Aprile 2011) Enzo Apicella
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07/10 - il procuratore ordóñez riconosce l'inesistenza di indirizzi elettronici nei pc del comandante reyes

(7 Ottobre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net


In un'intervista diffusa lunedì scorso il Procuratore Generale Alejandro Ordóñez, esponente dell'ala ultraconservatrice della magistratura colombiana e istigatore del processo contro la senatrice Piedad Córdoba, ha dovuto riconoscere che non esistono indirizzi di posta elettronica nei famigerati computer di Raúl Reyes. La montatura ai danni della senatrice e coordinatrice del movimento "Colombiani per la Pace ", accusata di

appoggiare le FARC-EP e destituita dal suo seggio al Congresso, si basa appunto su presunte informazioni contenute negli hard disk dei computer del Comandante Reyes, caduto per via di un attacco militare (illegale) in territorio ecuadoriano. E’ necessario ricordare che i suddetti computer, dal momento del loro presunto ritrovamento (dopo esser “sopravvissuti miracolosamente” ad un intenso bombardamento), sono stati manipolati e confezionati ad arte per tre giorni dai servizi segreti colombiani, in assenza di controllo di un qualsiasi organo giudiziario; pertanto, il loro valore di prova legale è nullo. Inoltre, lo scorso agosto l’investigatore Ronald Hayden Coy Ortiz, capitano della polizia, aveva ammesso di averne manipolato le informazioni.
Il collegio di avvocati della senatrice assicura infatti che il giudizio del Procuratore non ha tenuto conto di diverse prove importanti come le dichiarazioni del capitano, nelle quali ammetteva -sotto giuramento- di non aver seguito i protocolli di rigore nella catena di custodia dei file aperti e copiati dagli hard disk, e di non aver incontrato indirizzi elettronici nei computer di Raúl Reyes, ma solo documenti di word; questione determinante, questa, che lo stesso Procuratore Ordoñez ha dovuto riconoscere.
Da questi “magici” computer salta fuori ogni settimana una bufala, orchestrata con l'aiuto del terrorismo mediatico degli organi di dis-informazione del regime (quasi un monopolio della famiglia Santos), e diretta a screditare chiunque risulti scomodo alla cosca oligarchica a capo del paese; ma si tratta di armi spuntate che finiscono per ritorcersi contro lo stesso governo, il quale dimostra per l'ennesima volta il carattere persecutorio delle montature contro gli oppositori politici.

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