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(24 Ottobre 2010)
anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net
La magistratura colombiana ha destituito due ufficiali, sette sottufficiali ed un soldato professionale del battaglione Las Piedras, di stanza a Honda (dipartimento del Tolima) per torture ed abusi sessuali su tre reclute che ricevevano un addestramento in tattiche di controguerriglia.
I fatti contestati, avvenuti nel gennaio del 2006 nel Centro di Addestramento della V Divisione dell'Esercito,
hanno portato alle dimissioni dell'allora comandante dell'esercito, il generale Reynaldo Castellanos.
Il Pubblico Ministero, nella sua ricostruzione, ha chiarito che queste pratiche erano previste addirittura nel Manuale EJC300-7, approvato nel 2003 dall'allora comandante dell'Esercito, il generale Carlos Alberto Ospina.
Due anni fa un giudice di Ibagué aveva già condannato 13 sottufficiali dello stesso battaglione a pene fra i 15 e i 16 anni di carcere per i crimini di tortura aggravata, lesioni personali e, nel caso di due di questi militari, per abusi sessuali.
La corruzione e la tortura nell'Esercito colombiano sono un dato strutturale e inconfutabile; basti considerare lo scandalo dei cosiddetti “falsi positivi”, eufemismo creato dal neo presidente “Jena” Santos per descrivere i sequestri, effettuati con l’inganno o con la forza, di giovani colombiani dei quartieri più poveri che poi vengono assassinati, vestiti con uniformi militari e presentati alla stampa ed all’opinione pubblica come guerriglieri “abbattuti in combattimento”, per ottenere premi e licenze.
L'evidenza dimostra che non si tratta di episodi isolati, ma di un intero sistema che coinvolge i militari a partire dai soldati professionisti, ma che prende le mosse dalle più alte gerarchie militari, come dimostra anche l'approvazione del manuale sopra descritto.
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