Imperialismo e guerra :: Paese arabo

Ue all'egitto: liberare ostaggi eritrei

Ma il Cairo continua a negare il sequestro nel Sinai di 250 migranti da parte di un gruppo criminale e parla di «regie occulte».

(17 Dicembre 2010)

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foto: www.nena-news.com

Roma, 17 dicembre 2010, Nena News – Scende in campo, con colpevole ritardo, anche la Commissione europea nell’esercitare pressioni affinchè le autorità egiziane facciano il tutto il possibile per liberare i 250 migranti eritrei sequestrati nel Sinai da un gruppo criminale. «Stiamo seguendo la situazione da vicino e siamo in contatto constante con altre organizzazioni» che si occupano della vicenda, ha assicurato ieri Maja Kocijancic, portavoce dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune Catherine Ashton. Sempre ieri questione è stata affrontata anche dall'Europarlamento che ha approvato una risoluzione con cui si chiede la liberazione degli eritrei, la fine delle violenze e che l'Alto Commissariato per i Rifugiati Onu possa incontrare al più presto i sequestrati.

Non cambia però l’atteggiamento ambiguo del regime di Hosni Mubarak, alleato di ferro degli Stati Uniti e di molti governi europei, a cominciare da quello italiano. Secondo il Cairo le notizie sul rapimento dei 250 cittadini eritrei nel Sinai sarebbero solo una «campagna mediatica per istigare l'opinione pubblica». «Il ministro degli Esteri Ahmad Abul Ghait ha chiarito che le autorità egiziane competenti stanno seguendo la questione ma fino ad ora non hanno riscontrato nulla a conferma delle storie circolate sui media», ha ribadito il portavoce del ministero degli esteri egiziano, Housam Zaki. «Finora nessuno ci ha fornito notizie», ha aggiunto il portavoce ipotizzando che «dietro a questo uragano mediatico» vi siano «organi sospetti» che cercano di «ingigantire gli eventi o di comporre scenari mediatici» per fare pressioni sull'Egitto in merito al fenomeno dei clandestini che dai paesi africani si infiltrano in Israele. Costoro «non riusciranno nel loro intento», ha concluso il portavoce. Zaki si è detto «stupito» della rapidità con cui il mondo ha reagito a queste notizie «come se si trattasse di fatti confermati».

Ma le smentite egiziane contrastano fortemente con le denunce dettagliate che arrivano da più parti. Alcuni degli eritrei sfuggiti ai rapitori hanno raccontato di essere stati ingannati dagli stessi trafficanti di essere umani a cui avevano versato 2.000 dollari per il viaggio verso Israele e successivamente rinchiusi in qualche luogo non precisato in mezzo al deserto fino a quando non verseranno altri 8000 dollari ciascuno. Il gruppo starebbe lì da un mese, mangerebbe sporadicamente pane e berrebbe la poca acqua che i sequestratori si degnano di fornire. I migranti, tra i quali donne e bambini, sarebbero stati raggiunti da altri eritrei provenienti invece dal Sudan, su un’altra rotta migratoria e ingannati nello stesso modo dalla medesima organizzazione. I trafficanti – appartenenti a tribù beduine originarie del deserto del Sinai – non sono nuovi a crimini di questo tipo. Già nell’agosto scorso avevano trattenuto un centinaio di eritrei e chiesto loro un surplus di pagamento. Questi sono riusciti a liberarsi e ne è seguita una colluttazione in cui sono stati uccisi 10 migranti. Nena News

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