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Libano: compromesso vicino sul tribunale speciale

Il premier Hariri è andato ieri in Arabia saudita per, si dice, discutere della soluzione politica volta a salvare il suo paese dalla guerra civile

(30 Dicembre 2010)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Libano: compromesso vicino sul tribunale speciale

foto: www.nena-news.com

Roma, 30 dicembre 2010, Nena News - Il nuovo viaggio, ieri, in Arabia Saudita del premier libanese (sunnita) Saad Hariri conferma indirettamente le indiscrezioni che circolano da settimane su un possibile accordo tra maggioranza e opposizione per porre fine alla grave crisi politica interna sorta intorno alla legittimità del Tribunale speciale per il Libano (Tsl). La corte internazionale (presieduta dal giudice italiano Antonio Cassese) è incaricata di fare luce sull'attentato che nel febbraio 2005 uccise l'ex premier Rafiq Hariri, padre di Saad, e sugli assassinii di giornalisti e uomini politici avvenuti negli anni successivi. Stando a una fonte del Fronte dell'8 Marzo, che racchiude i partiti dell’opposizione guidati dal movimento sciita Hezbollah, citata dal quotidiano «al-Liwaa», il premier domenica scorsa si era anche recato a New York per incontrare il sovrano saudita Abdallah che si trova negli Usa per cure mediche. Riyadh insieme a Washington è il tradizionale sponsor della maggioranza parlamentare libanese, il fronte «14 marzo».

Il viaggio di Hariri in Arabia saudita è avvenuto mentre ieri a Tel Aviv il quotidiano israeliano «Haaretz» riferiva che il regno dei Saud starebbe esercitando pressioni sul premier libanese affinchè non riconosca le conclusioni che sarebbe sul punto di comunicare il Tsl. Si prevede che la corte emetta presto incriminazioni a carico di membri di Hezbollah in relazione all'assassinio Hariri, costato la vita anche ad altre 22 persone. Il movimento sciita ha sempre negato seccamente qualsiasi coinvolgimento nell’attentato del 2005 e il suo leader Hassan Nasrallah ha parlato del Tsl come di un «progetto aglo-americano» volto a colpire la resistenza libanese. Polemiche accese sono divampate anche sulla questione di alcuni «falsi testimoni» e Nasrallah non ha usato mezze parole per avvertire che il suo movimento non esiterà ad usare la forza per scongiurare quello che ha definito un tentativo di delegittimarlo.

Secondo «Haaretz» in cambio dell'appoggio di Saad Hariri, figlio ed erede politico di Rafiq, Hezbollah garantirebbe il suo sostegno al premier e una maggiore collaborazione all’attività del governo di unità nazionale in carica. In ultima analisi, i sauditi vorrebbero convincere Hariri ad accettare il «compromesso» studiato da Riyadh e Damasco per disinnescare le tensioni che rischianp di portare il Libano ad una nuova guerra civile. Hariri esita perchè ha sempre proclamato il proprio sostegno al Tsl, nonostante sia ben consapevole che l’incriminazione di esponenti di Hezbollah potrebbe scatenare violenti scontri tra sunniti e sciiti. Lo scorso 22 dicembre, per mettere un freno al dilagare delle indiscrezioni di stampa su un possibile «compromesso», Hariri aveva smentito una notizia in tal senso del quotidiano locale «ad-Diyar», vicino all'opposizione. Secondo il giornale, il premier stesso avrebbe deciso di chiedere al Tribunale speciale di «porre fine ai suoi lavori», di «abolire» la corte «per il bene del Libano» e sarebbe anche giunto alla conclusione di «informare le Nazioni Unite che il governo libanese ritirerà i suoi giudici dal Tsl». Nonostante la smentita, in Libano sono molti a ritenere che Hariri non potrà fare a meno di accettare un compromesso, non solo per salvare il paese dal baratro della guerra civile ma anche per rispettare l’intesa che la Siria (sostenitrice di Hezbollah) e l’Arabia saudita da mesi stanno faticosamente cercando di cucire per salvare il Paese dei Cedri. (red) Nena News

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