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Egitto, attentato fa strage di cristiani

Una potente esplosione avvenuta davanti alla chiesa copta dei Santi di Alessandria ha ucciso almeno 21 persone. Dietro l’attacco forse la mano dei qaedisti. Si rialza la tensione tra cristiani e musulmani nel paese.

(1 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Egitto, attentato fa strage di cristiani

foto: www.nena-news.com

Roma, 01 gennaio 2011, Nena News - Sono almeno 21 gli egiziani, con ogni probabilità tutti cristiani copti, rimasti uccisi nell'attentato contro la Chiesa dei Santi di Alessandria avvenuto nel corso della notte. I feriti sono almeno 40, diversi dei quali in gravi condizioni. L’esplosione è stata causata da un centinaio di chili di tritolo posti su un'auto parcheggiata davanti alla porta della chiesa. A nulla sono servite le misure di sicurezza predisposte in questi ultimi giorni dal governo intorno alle chiese egiziane allo scopo di impedire quanto accaduto lo scorso 6 gennaio quando, nella città di Minya, sei cristiani furono uccisi da musulmani all'uscita dalla messa del Natale copto. Tuttavia l’attentato di Alessandria sembra andare oltre le gravi tensioni tra egiziani cristiani e musulmani che da alcuni anni si registrano nel paese e che il presidente-faraone Hosni Mubarak aveva garantito di poter prevenire. Dietro la strage di qualche ora fa c’è probabilmente la mano di un gruppo qaedista, deciso a ripetere in Egitto quanto avvenuto in una chiesa di Baghdad lo scorso autunno dove vennero uccisi decine di iracheni cristiani in un’azione di militanti islamici armati.

Dopo la strage nella chiesa di Baghdad lo “Stato islamico in Iraq” (al Qaeda), minacciò in un comunicato anche gli egiziani copti, riaccendendo la tensione tra musulmani e cristiani sulla questione aperta delle «conversioni negate». Non bastarono a placare gli animi le parole concilianti pronunciate dai rappresentanti religiosi e politici delle due parti. A cominciare dal papa copto Shenouda III per finire ai Fratelli Musulmani e alla Gamaa al Islamiyya. «I musulmani stanno con i cristiani e non con al Qaeda», disse in quell’occasione Shenouda III, rispondendo al comunicato che dichiarava «guerra aperta» ai cristiani egiziani. Da Alessandria intervenne anche l’ex imam di Milano, Abu Omar – sequestrato in Italia dalla Cia e trasportato con un rendition flight in Egitto -, per ricordare che «la sharia islamica vieta gli attacchi alle chiese e ai luoghi religiosi» e che l'Islam «proibisce in caso di guerra l'uccisione di donne, bambini e degli uomini di religione».

Nel messaggio minatorio diffuso dallo “Stato Islamico in Iraq” si faceva riferimento alla vicenda Camilia Shehata e Wafaa Constantine, le due cristiane ex mogli di preti che, secondo al Qaeda, sarebbero state sequestrate dalla Chiesa copta per impedire loro di completare la conversione all’Islam, e si annunciavano attacchi armati. Di Wafaa Costantine si sa soltanto che la donna alcuni anni fa intendeva convertirsi alla fede islamica, poi più nulla. La vicenda di Camilia Shehata invece è più ricca di particolari noti. Ad occuparsene è stato anche il noto scrittore Alaa al Aswani (l’autore di “Palazzo Yacubian”). La donna, moglie di un prete, era andata ad al-Azhar per formalizzare la sua conversione e divorziare dal marito ma si era vista negare il documento con vari pretesti. Le autorità islamiche preferirono evitare un incidente diplomatico con la Chiesa copta e, secondo Al Aswani, Camillia Shehata sarebbe svanita nel nulla durante una manifestazione di copti contro le conversioni. Al Cairo dicono che Shehata e Costantine si troverebbero, di fatto, prigioniere in un convento. I copti invece affermano che le due donne hanno preferito nascondersi per sottrarsi «alla forte pressione sociale che subivano» e che non si sarebbero mai convertite all’Islam.

Non è ancora chiaro quanto la vicenda delle «conversioni negate» abbia avuto una influenza nell’attentato di Alessandria ma l’accaduto dimostra che nonostante i proclami all’unità nazionale lanciati da Mubarak – l’ultimo appena qualche ora fa – il regime non appare in grado di proteggere la minoranza copta già soggetta a discriminazioni e violenze. A fine novembre due cristiani vennero uccisi da agenti antisommossa durante gli scontri esplosi nei quartieri di Omraneyya and Talbeyya di Giza (Cairo), dopo la decisione delle autorità locali di interrompere i lavori di costruzione di una chiesa. Una provocazione per i copti. Pur formando circa il 10% della popolazione (79 milioni), i cristiani hanno a disposizione 2 mila chiese contro le 93 mila moschee dei musulmani.

Intanto il portavoce di Al Azhar, la più alta istanza dell'Islam sunnita, Rafaa Al Tahtawi, ha condannato l'attentato contro la chiesa copta dei Santi di Alessandria, affermando che questo attentato mira a colpire l'unità nazionale dell'Egitto e ha fatto appello a copti e musulmani a dare prova di saggezza, a mantenere la calma e a non cedere alle provocazioni. Nena News

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