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Attentato hariri, a breve le incriminazioni

Il Tribunale speciale per il Libano formalizzerà le accuse contro membri di Hezbollah per l’attentato di 6 anni fa all’ex premier. La tensione è altissima, Nasrallah ha avvertito che il movimento sciita si difenderà da un procedimento che considera un «progetto israelo-americano».

(17 Gennaio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah

il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah (foto: www.nena-news.com)

Roma, 17 gennaio, Nena News (nella foto il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah) – Sono ore di forte tensione in Libano. A breve il procuratore internazionale Daniel Bellemare dovrebbe consegnare al Tribunale speciale per il Libano (Tsl, presieduto dal giudice italiano Antonio Cassese) la richiesta di incriminazione per un numero non precisato di persone apparentemente coinvolte nell’assassinio nel febbraio 2005 dell’ex premier libanese Rafiq Hariri, padre del premier attuale Saad Hariri. Il clima è incandescente perché Bellemare chiamerà in causa membri, alcuni dei quali di alto livello, di Hezbollah. Il movimento sciita ha ribadito che si difenderà da ogni accusa proveniente dal Tsl.

Ieri sera in un atteso discorso pronunciato in diretta tv il leader di Hezbollah, Hasan Nasrallah, ha avvertito che «alla luce di quanto emergerà nei prossimi giorni i vertici di Hezbollah decideranno come comportarsi». Martedì scorso, una volta appreso che le accuse del Tsl sarebbero state presentate «a breve», Hezbollah e i suoi alleati avevano deciso di ritirare i propri ministri dal governo «di consenso nazionale» presieduto da Saad Hariri, decretando così la caduta dell'esecutivo.

«L'opposizione all'unanimità non nominerà Hariri come prossimo premier», ha aggiunto Nasrallah, «In ogni caso - ha il governo che noi sosterremo sarà il governo che affronterà la questione dei falsi testimoni (dell'inchiesta internazionale sull'omicidio Hariri) e che non toccherà la resistenza». Nel suo discorso Nasrallah ha ribadito che il Tsl «fa parte di un piano americano e israeliano» e che «Israele è dietro l'assassinio del premier martire Rafiq Hariri e agli altri assassini politici» che hanno colpito il Libano dal 2004 al 2007. «Loro (gli americani e gli israeliani) - ha affermato il leader sciita - vogliono cambiare la natura di questo paese, ma noi siamo sempre qui. E questo è solo l'inizio di una nuova fase, non certo la fine».

Secondo diverse fonti Hariri non ha accettato, su forte pressione di Stati Uniti e Francia, la soluzione di compromesso alla quale avevano lavorato negli ultimi mesi Damasco e Riyadh sul Tribunale speciale. Hariri in particolare ha respinto l’ipotesi di non collaborare con il Tsl e si è rifiutato di convocare una riunione di governo per affrontare la questione delle «false testimonianze». La vicenda riguarda le accuse di sei testimoni, tra cui il siriano Mohammad Zuheir al Sadiq, che portarono all’arresto di quattro generali libanesi, tra cui il capo della sicurezza di Beirut, Jamil Sayyed. Tutti e quattro sono stati successivamente liberati su richiesta della stessa Procura internazionale di fronte all’inconsistenza delle testimonianze e delle prove. Per questa ragione Hezbollah vuole l’apertura di un’inchiesta giudiziaria. Hariri e la maggioranza parlamentare filo-Usa, invece, si oppongono a questa eventualità, che considerano una strategia per ostacolare il lavoro del Tsl. Nasrallah ha ripetuto in questi mesi che non accetterà le incriminazioni e ha minacciato di «tagliare la mano» di chi dovesse provare ad arrestare esponenti del suo movimento.

La stampa libanese ed araba non schierata con gli Stati Uniti punta l’indice contro il presidente francese Sarkozy e il Segretario di Stato Hillary Clinton, che avrebbero fatto pressioni su Hariri ribadendo con forza pieno sostegno al Tsl e ad una rapida pubblicazione delle richieste di incriminazione. Clinton, che di recente è stata nell’area del Golfo, è stata categorica nell’affermare che non potrà esserci alcuna soluzione diplomatica all’attentato a Rafiq Hariri senza le incriminazioni. Il presidente Usa Obama e Clinton inoltre hanno duramente attaccato Hezbollah nei giorni scorsi L’obiettivo degli Stati Uniti è chiaro: arrivare all’incriminazione, davanti alla comunità internazionale, di Hezbollah per l’assassinio di Hariri, e successivamente andare ad un compromesso «politico» che dovrà prevedere il ridimensionamento del movimento sciita e, soprattutto, il suo disarmo (punto sul quale batte continuamente Israele).
La formalizzazione delle accuse di Bellemare al giudice delle indagini preliminari del Tsl coincide oggi col summit tripartito straordinario tra Turchia, Siria e Qatar indetto a Damasco proprio per «affrontare la crisi libanese» e con l'avvio delle consultazioni per la formazione del nuovo governo.Nena News

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