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Libia

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(24 Febbraio 2011) Enzo Apicella
Libia: rivolta di popolo o guerra per il petrolio?

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Il gigante proletario scuote l’Egitto

(5 Febbraio 2011)

Osserviamo ammirati quello che sta succedendo in Egitto, e siamo fieri del coraggio di quel proletariato che a rischio della vita affronta le forze di polizia deciso a rovesciare un regime odioso e ripugnante. L'esercito ne è l'ultima difesa, ma non è detto che la truppa non fraternizzi con gli insorti, come è accaduto altre volte.

L'Egitto è la pietra angolare del mondo arabo: se il proletariato egiziano, con la forza della sua determinazione, del suo coraggio e del suo numero, riuscisse a rovesciare il regime, l'onda d'urto si propagherebbe in tutto il nordafrica ed il medio oriente, spezzando via o mettendo in pericolo quei regimi impiantati dopo l'ultima guerra mondiale, anche quelli in apparenza stabili ma in realtà tutti putrescenti.
Questa onda d'urto minaccerebbe di propagarsi ad una Europa in preda alla crisi economica e che conosce da più di un anno la miseria della classe operaia ma anche scioperi, in Grecia, in Portogallo, in Spagna, in Francia, ed ora in Gran Bretagna. Molti fra i proletari europei si pongono già seriamente la domanda: perché noi no!
Siamo però ancora lontani da una rivoluzione. Essa richiede una organizzazione ed una preparazione dalla quale, sia in Occidente sia nei paesi di più giovane capitalismo, la classe operaia è purtroppo molto lontano, oggi dopo più di 80 anni di controrivoluzione. Tuttavia questi straordinari sussulti che attraversano e scuotono l'Africa del nord possono davvero essere i primi segni anticipatori di una ripresa delle lotte di classe e dell'uscita del proletariato mondiale dal lungo letargo e dallo stato di abbrutimento nel quale l'ha affondato la controrivoluzione.

Le due trappole che deve evitare il proletariato egiziano, come quello tunisino, sono la demagogia dell'islamismo e quella della democrazia. L'islam, che gli islamisti vogliono presentare sotto nuova luce, questa ideologia arretrata e controrivoluzionaria, è fondamento sicuro della conservazione sociale e dell'oppressione di classe. L'Iran, che reprime con la galera ogni moto proletario e che governa con le stanze della tortura, ne è un triste esempio. Quanto alla democrazia, ideologia scaturita dalla borghesia europea del 16° e del 17° secolo, quando era ancora rivoluzionaria, è oggi solo un mito e in Occidente la garanzia più sicura del suo dominio di classe. La borghesia col potere del denaro compra i partiti, i sindacati, i giornali e le televisioni, organizza e arma le proprie polizie e tiene sottomesso il proletariato come nei regimi apertamente dittatoriali.

L'ordine democratico non può essere altra cosa che la società borghese, divenuta oggi, ovunque nel Mondo, sterile, parassitaria, decadente, e guerrafondaia, anche dove sembra trovare nuova vita come in Cina o in Brasile. La società borghese, il cui sistema economico è il capitalismo, non è sopravvissuta fino ad oggi che grazie a due guerre mondiali. E le contraddizioni proprie del modo di produzione capitalistico ce ne stanno preparando una terza.
Si tratta oggi di rovesciare con la forza il potere della borghesia ed imporre quello della classe operaia.
Solo allora potrà iniziare a svilupparsi un mondo non più determinato dalle leggi economiche del capitale ma dai bisogni umani.

In questa prospettiva, oggi la prima cosa da fare in Egitto, come ovunque del resto, è di creare organismi per la difesa degli interessi materiali del proletariato, che inquadrino i lavoratori indipendentemente dalla loro origini etniche, religiose od opinioni filosofiche, unendo insieme chi il lavoro ce l'ha è chi ne è privo.
Organizzazioni rigorosamente libere da ogni influenza statale e dei partiti borghesi, siano essi democratici o musulmani e che ove necessario dovranno darsi una organizzazione clandestina per sfuggire alla repressione
borghese. L'avanguardia del proletariato, la sua frazione più decisa e più combattiva deve arrivare a riconoscersi nel Partito Comunista Internazionale, espressione vivente dell'originale programma del comunismo e dei principi del marxismo rivoluzionario, confermati tutti ed irrobustiti dalle dolorose ma
preziose lezioni della storia di due secoli in Europa, in Asia e in tutti i paesi che si sono successivamente emancipati dal dominio coloniale.

Partito Comunista Internazionale

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