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Egitto: rivolta, giovani sempre piu' protagonisti

(9 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Ci troviamo davanti a una nuova generazione, qualcosa che fino ad ora non avevamo visto. La maggioranza degli attivisti di questi giorni proviene da formazioni sociali e il Movimento del 6 Aprile, dice dice Dina Shehata, analista del Centro di Studi Strategici e Politici di Al Ahram.

Egitto: rivolta, giovani sempre piu' protagonisti

foto: www.nena-news.com

INTERVISTA DI AZZURRA MERINGOLO

Il Cairo, 09 febbraio 2011, Nena News - “E’ stata questa generazione di giovani a condurre il paese alla rivoluzione, sono stati loro i protagonisti e la vittoria delle strade è in primis da attribuire al loro coraggio e alla loro convinzione” dice Dina Shehata, analista del cairota semi governativo Centro di Studi Strategici e Politici di Al Ahram.

Le giornate della collera sono iniziate grazie a un gruppo di ragazzi che hanno preso le strade per liberare il paese dal regime del presidente Hosni Mubarak. Chi sono questi giovani?

Ci troviamo davanti a una nuova generazione, qualcosa che fino ad ora non avevamo visto. La maggioranza degli attivisti di questi giorni proviene da movimento sociali, come gli amici di Khaled Said –un giovane alessandrino ucciso dalla polizia a causa delle leggi di emergenza vigenti (ndr)- e il Movimento del 6 Aprile. Questi giovani appartengo alla classe media egiziana, a movimenti non politicizzati. Sono stati loro ad accendere le strade e queste si sono infiammate quando alle giornate della collera, iniziate la settimana scorsa, si sono unite tantissime persone che non appartengono a questi movimenti, ma condividono le loro richieste. Con l’evolversi degli eventi, vedendo il successo che stavano ottenendo, a questi si sono anche uniti i leader di numerosi movimenti politici.

Anche se le loro richieste sono di natura politica, questi attivisti non sono un gruppo politico e non hanno un leader. Cosa faranno ora i movimenti politici per affiancarli?

Nessun partito li può rappresentare, nessuno può parlare a nome loro, né prendersi i meriti di quanto hanno fatto. Nei prossimi mesi ci sarà un’evoluzione del processo, anche politicamente, e le cose saranno più chiare. Si aprirà una fase di negoziazione tra le nuove forze politiche e questi movimenti decideranno se, e come, essere rappresentati. Probabilmente vorranno che sia la gente a scegliere chi sia la persona più adatta a parlare in nome loro .

Una nuova generazione con armi originali. Quale è stato lo strumento più utilizzato da questi attivisti?

L’arena virtuale. E’ stato internet il loro asso nella manica, il luogo nel quale si sono organizzati e mobilizzati cercando di pubblicizzare la loro attività. Questa nuova generazione ama la tecnologia, è l’arma che usano per sfuggire al controllo del regime. Facebook è stato indispensabile per la copertura delle sommosse delle prime giornate, le ha fatte risuonare enormemente anche all’estero. Ecco perché il regime l’ha spento.

Quale è l’atteggiamento del regime nei confronti di questi attivisti?

Il presidente Hosni Mubarak ha da sempre cercato di complicargli la vita, bloccando i social network e facendo saltare internet. Ora il regime non può più fermarli. Sono arrivati a un punto dal quale non si può tornare indietro, siamo davanti a un processo irreversibile. Fino ad ora Mubarak ha cercato di calmare le acque, nominando un nuovo primo ministro e un vicepresidente, ma è incapace di percepire i sentimenti delle strade e della sua gente.

Come si trasformerà la vittoria delle strade in successi politici?

La rivoluzione ha già vinto, ora di tratta solo di capire come si passerà alla fase successiva, quale sarà la modalità delle riforme. Mubarak potrebbe rimanere nel paese e implementare un’agenda di riforme politiche e sociale, oppure potrebbe decide di abbandonare l’Egitto, lasciando lo spazio a qualcun altro. Non sappiamo ancora come, ma le richieste di riforme sociali e di una democratizzazione non possono rimanere più senza risposta. Nena News

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