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14/02 - il 60% dei sindacalisti uccisi nel mondo e’ trucidato in colombia

(14 Febbraio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net

14/02 - il 60% dei sindacalisti uccisi nel mondo e’ trucidato in colombia

foto: www.nuovacolombia.net

Il dipartimento dei diritti umani della Centrale Unitaria dei Lavoratori (CUT), la più grande confederazione sindacale colombiana, ha reso note le cifre relative alle violenze antisindacali perpetrate dal 1986 ad oggi nel paese, che confermano che il 60% di sindacalisti uccisi nel mondo sono colombiani.
Nel corso degli ultimi quindici anni in Colombia sono stati assassinati almeno 2.778 sindacalisti, si sono registrate 196 sparizioni forzate e più di 11.096 atti di violenza, dati che configurano un vero e proprio genocidio contro il movimento sindacale colombiano.
Questo fenomeno ha profonde radici storiche, e non riguarda solo il movimento sindacale, ma molti settori sociali e politici che hanno sofferto una pratica di sterminio massivo.
La CUT segnala che non esistono le condizioni per l’affermazione dei diritti delle vittime; in primo luogo per la vergognosa legge “Giustizia e Pace”, che ha smobilitato solo sulla carta le organizzazioni paramilitari, funzionali al regime, negando di fatto ogni possibilità di ricostruzione della verità, di giustizia e d’indennizzo delle vittime; in secondo luogo, per le intrinseche limitazioni del fallimentare e fumoso progetto di legge in “favore” delle vittime della violenza, che non prevede la consultazione delle associazioni delle vittime stesse, né delle organizzazioni sociali e sindacali.
A questo proposito, secondo Luis Alberto Vanegas, portavoce della CUT, qualora questa legge venisse approvata il regime si arrogherebbe “il diritto di definire chi è una vittima e chi invece non lo è, mentre la discussione si concentra più sui costi e sulla sostenibilità fiscale che sui diritti delle vittime”. Si aggiunga a questo che “il progetto di legge del governo non prende in considerazione il risarcimento collettivo per le organizzazioni che hanno subito la repressione, né prevede che lo Stato si assuma qualsiasi responsabilità nel genocidio”.
In terzo luogo, si mantiene l'intollerabile situazione d’impunità per gli esecutori degli atti di terrorismo di Stato, pari al 100% dei casi nel 2007, e scesa di appena il 3,89% negli ultimi anni.
In sostanza, da venticinque anni a questa parte ogni tre giorni in Colombia un sindacalista cade sotto i colpi del terrorismo di Stato, implementato dall'oligarchia, dai latifondisti e dalle multinazionali; non stupisce dunque la diffusa impunità per questi crimini, poiché il regime stesso è il mandante degli omicidi eseguiti da agenti militari e dalla manovalanza paramilitare.

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