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Israelian intelligence

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(18 Novembre 2011) Enzo Apicella
Mentre si annuncia la costruzione di 5mila nuove case in Cisgiordania i servizi israeliani denunciano il "pericolo iraniano"

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(Palestina occupata)

Nablus: cronache dell'occupazione

(11 Gennaio 2004)

Nella notte tra l'1 e il 2 genn. i soldati sono entrati nella casa di Fathe Abosharekh, leader di al Fatah, piu' specificatamente di kataaeh shohada' alaqsa.

Non trovando lui hanno arrestato il fratello (trasferito nel carcere di Howara) e la moglie che e' stata fatta girare in jee per la old city e con un altoparlante invitava il marito a consegnarsi ai soldati. Lui non si e' consegnato; nessuno mi sa dire qualcosa della moglie.

Nella notte tra il 2 e il 3 gen, ci sono stati 4 morti, giovani tra i 15 e i 23 anni. Il 3 gennaio e' stata una giornata molto dura per tutti. I militari non facevano passare.

Nel tardo pomeriggio una camionetta ci ha ordinato di rientrare, altrimenti ci avrebbero arrestati tutti: vols del MR e internazionali. Per rincasare abbiamo dovuto fare un giro molto piu' lungo e sgattaiolare dal cancello. Generalmente tutti rientrano presto, all'imbrunire, verso le 17le strade si svuotano completamente. Di sera, al buio, girano soltanto i vols del MR e gli internazionali, ma con molta precauzione, cercando di farsi sentire e riconoscere.

Tutti (internaz.vols MR, ambulanze, medici) comunque si scende in strada anche di sera/notte se c'e' un'emergenza nell'emergenza, come e' capitato a capodanno. Il coprifuoco interessa tutta la citta', le camionette girano ovunque, pero' la sorveglianza stretta e' un po' a macchia di leopardo: ci sono alcuni caseggiati o piccole aree a cui proprio non ci si puo' avvicinare, neppure per portare aiuti alle famiglie costrette in una stanza dell'appartamento, perche' stazionano jeep e tank. Subito sopra la old city, all'inizio della collina , c'e' un tornante; tutte

le volte che le jeep percorrono quella strada subiscono una fitta sassaiola e talvolta questi ragazzi/bambini vengono arrestati, feriti o uccisi.

4 gennaio - Nel far esplodere bombe tra una casa e l'altra, sempre per aprirsi un varco, oggi verso le 16 i soldati hanno innescato un incendio. Hanno fatto passare soltanto un mezzo dei vigili del fuoco e consentito ad un'ambulanza di avvicinarsi un po'. Fucili puntati su tutti gli altri. Non possiamo fare altro che filmare, fotografare e aspettare impotenti. Proprio in questo momento arriva sul posto Mustafa' Barguti, responsabile nazionale del MR e di altre organizzazioni. Alla fine ci sono due case bruciate e 1 vigile zoppicante. Questo pomeriggio, rientrando dal giro quotidiano, ho incrociato lo sguardo del fratello di Wajdi e ho colto un sospiro per la stanchezza della tensione ma anche di sollievo per essere riuscito anche oggi a tornare a casa sano e salvo dalla famiglia e dai suoi due bambini di 2 e 3 anni. Un saluto Miriam

Lunedi' 5 gennaio. Oggi e' il 10 giorno di incursione/occupazione/coprifuoco. Durante la notte si sono sentiti i soliti spari ed esplosioni di bombe. Le notizie del mattino della radio locale parlano di altri soldati, altre occupazioni avvenute nella notte. In giro con vols MR e internazionali. Abbiamo raggiunto, attraverso i tetti, le finestre di un appartamento (sempre nella old city) dove in due stanze sono recluse 20 persone.

15/20 soldati questa notte hanno occupato il resto della casa. Abbiamo passato delle medicine e del cibo. Visitato altra famiglia sfollata, che sta sopravvivendo miseramente in un locale maleodorante, con l'acqua inquinata; portato cibo.

Sono tornata a trovare una famigliola (padre impiegato comunale, madre cassiera supermercato, figlia 14enne studentessa, nonna) che ha la sfortuna di abitare in una casa da cui si puo' vedere e controllare una piazzetta dove si incrociano tre vicoli. Ero rimasta da loro a dormire una notte l'anno scorso, per conto dell'International Solidarity Movment.

Nel corso di quest'ultimo anno hanno subito tre incursioni: 2 in agosto dalle 2 di notte alle 7 del mattino e l'ultima il 27 dicembre scorso, sempre per una notte.
Tutte le volte hanno rinchiuso la famiglia in una stanza del piano terra occupando l'appartamento all'ultimo, rotto le finestre e da li' controllato e impedito il passaggio. Non hanno rotto altro, ne' rubato soldi o gioielli, soltanto un canocchiale e una macchina fotografica.

Ieri mattina 6-1 i soldati hanno lasciato la citta, grande euforia, consentitemi una nota personale, ho pianto di gioia; forse per scaricare la tensione, la rabbia, la paura accumulata nei giorni precedenti. Le case sono state liberate, gli abitanti tornano a piangere le devastazioni, le distruzioni, ma tornano nelle proprie abitazioni.

Tutta la citta' vecchia in visita al castello Abdel Hadi,il piu' colpito dall' incursione durata 10 giorni; alcuni condividono con noi la gioia delle fine dell'ennesimo incubo, altri sono molto arrabbiati, anche con noi, rappresentanti l'occidente che lascia fare, che non vuole o non riesce a fermare le uccisioni, le distruzioni, l'occupazione.

Nel cortile/terrazzo interno due grandi voragini (cercavano passaggi sotterranei), gli appartamenti devastati: calcinacci, armadi, specchi, stoviglie, mensole, quadri rotti, cassetti rovesciati, abiti a brandelli, finestre divelte, buchi nei muri. Pareti di legno o intercapedini divelte alla ricerca di passaggi o armi. Linee telefoniche tagliate, Un'antica cucina ridotta a pezzi. Cumuli di macerie e sporco ovunque, famiglie senza piu' casa, mobili, soldi...

Nella piazzetta accanto al castello cumuli di macerie, dove prima c'era la casa della famiglia Ganem, e due crateri (sempre alla ricerca di cunicoli sotterranei).
Le case intorno hanno i vetri delle finestre rotti, a causa delle esplosioni. Visitati altri due appartamenti vicini occupati, meno danni, le famiglie erano state allontanate; ora rientrano e puliscono, riordinano.

Si sentono impotenti, abbandonate, quasi rassegnate a subire questi soprusi, sperano soltanto che i soltati non tornino oppure che la prossima volta non tocchi ancora a loro.
Nessuno li difende, nessuno puo' fare nulla, soltanto denunciare a posteriori l'accaduto. Gli operai stanno gia' riparando le luci dei lampioni per strada. In giro per l'old city: e la prima volta che vedo tanta gente, si fatica a passare, negozi aperti, bancarelle(come normalmente e' un suk), giovani al Jasmin hotel, studenti a scuola o all'univesrita'. La citta' torna a vivere,tutti comperano (forse per fare le scorte in previsione del ritorno dei soldati?). Informazione ricevuta: i soldati cercavano 10 persone, non le hanno trovate, forse torneranno. Nel pomeriggio (sempre di ieri 6-1) un talk e soldati a Beit Iba (vicino a Nablus). 2 tank e soldati a Rafidia (quartiere di Nablus), dove questa notte hanno ucciso due persone. Fino ad ora i soldati sono ancora fermi li'. I ceck point sono chiusi per i palestinesi.

Ieri mattina Maria e Barbara sono riuscite a superare senza problemi quello di Awuara, nel pomeriggio Luca, nello stesso posto, ha avuto grossi problemi, ma e' passato.

Miriam (ISM Nablus)

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