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I lavoratori autoferrotranvieri protestano ancora

scioperi spontanei a Milano e a Genova

(13 Gennaio 2004)

Nonostante le perdite salariali ormai notevoli, i lavoratori anche oggi sono scesi in sciopero. Non avevano altra possibilità. Nel dicembre appena passato con la mobilitazione hanno bocciato l’accordo nazionale del 20/12/2003 e con lo sciopero del 9 gennaio 2004, condotto secondo le regole della legge 146, hanno respinto la trattativa locale.

Governo, aziende e sindacati confederali, tuttavia, continuano a voler andare avanti sulla strada della trattativa locale, alzando via via la disponibilità agli aumenti sotto la pressione della lotta dei lavoratori. Ma alla “carota” di aumenti vicini agli ormai famosi 106 euro al mese, ora agitano il “bastone” della rappresaglia. (A Milano il prefetto ha precettato i lavoratori da martedì a sabato e l’ATM minaccia ritorsioni nei confronti degli scioperanti).

Evidentemente non c’è la comprensione di quanto sta accadendo sul piano nazionale, ossia non si è di fronte (come si è sostenuto) al tentativo di qualche forza sindacale di “politicizzare” la vertenza in atto, ma si sta manifestando (in termini di massa, spontaneamente e a prescindere dalle affiliazioni sindacali) la rabbia e la volontà di lotta di un’intera categoria che:

1) rifiuta lo scambio tra aumenti salariali e produttività

2) respinge la trattativa locale quale strumento per dividere la categoria e cancellare il contratto nazionale

3) vuole il recupero (almeno) dell’inflazione programmata e degli arretrati, come previsto dal contratto nazionale

4) richiede l’apertura immediata di un tavolo con il governo e le controparti datoriali per ottenere quanto maturato dalla categoria.

Ci appelliamo a tutti i lavoratori, a tutti gli organismi sindacali e sociali, per appoggiare e sostenere questa mobilitazione, per difenderla dalle minacce repressive.

Dire che la lotta degli autoferrotranvieri è una lotta di tutti i lavoratori non è semplicemente una frase di rito. Non tanto perché tra gli scioperanti ci sono anche nostri iscritti, ma perché la vicenda in corso ha una valenza generale per tutti i lavoratori, su tre punti precisi:

- se il contratto nazionale viene di fatto abolito nella categoria degli autoferrotranvieri, sarà fatto altrettanto per i contratti di tutte le altre categorie

- la richiesta di avere gli aumenti e tutti gli arretrati del biennio economico, è la dimostrazione del fallimento della concertazione, che non riesce più nemmeno a garantire il tardivo recupero dell’inflazione programmata (problema che riguarda già il contratto scaduto anche di altre categorie)

- la mancanza di regole democratiche certe nei posti di lavoro, tra cui l’obbligo di referendum vincolanti su accordi e contratti, in cui anche i lavoratori contrari abbiano la possibilità di verificare l’esito delle votazioni nei seggi e nella raccolta nazionale dei dati.

Parlare oggi di referendum, ad oltre un mese dalla firma dell’accordo nazionale e dopo che è stata anche ventilata la possibilità di una consultazione dei soli iscritti, è troppo tardi. Il referendum, con esito negativo, è già stato fatto dalla mobilitazione dei lavoratori.

In questi giorni in molti hanno parlato a nome dei lavoratori (spiace dirlo, ma anche tra le fila del sindacalismo di base c’è stato chi ne hanno approfittato per aprire campagne di sigla), senza “diritto di parola” i lavoratori si sono ripresi la parola con lo sciopero.

12/1/2004

Slai Cobas
Sindacato dei Lavoratori Autorganizzati Intercategoriale

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