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La fatalità dominante

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(26 Novembre 2011) Enzo Apicella

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Basta stragi sul lavoro!

(17 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.comunistiuniti.it

Basta stragi sul lavoro!

foto: www.comunistiuniti.it


E’ un bollettino di guerra!

Nel 2010 ci sono state 1080 vittime,1.040.000 infortuni e oltre 20.000 invalidi

Dall’Inizio dell’anno ad oggi, per infortuni sui luoghi di Lavoro, ci sono stati 206 morti.

I recenti dati INAIL parlano di una riduzione dei morti e degli infortuni nei primi mesi del 2011, ma incrociando questi dati con il calo dei posti di lavoro, ore di cassa integrazione ed altri ammortizzatori sociali, ci accorgiamo che questa riduzione non esiste, anzi, si registra un aumento pari a circa il 20 % rispetto al 2010.

La vita di un lavoratore non costa nulla, la sua morte non fa notizia, non fa ascolti (preferibile parlare di Bunga Bunga o cose simili).

Si viaggia alla macabra media di un incidente mortale ogni 8 ore, nell’indifferenza più totale, eppure i lavoratori sono coloro che producono la ricchezza che permette che lo “stato” vada avanti.

Troppo spesso le morti sul lavoro vengono liquidate come una “tragica fatalità”, ma sappiamo benissimo che non è così.

Si muore, laddove più è forte il ricatto e la paura di non vedersi rinnovato il proprio contratto.

Si muore, laddove in nome dell’aumento della produttività e del profitto, si costringono lavoratori a operare a ritmi insostenibili (come nel caso di Pomigliano e Mirafiori dove i turni arrivano fino a 10 ore con 20 minuti di pausa)

Si muore, laddove è più forte la presenza di lavoratori immigrati, costretti, sotto perenne ricatto, ad accettare condizioni di lavoro vergognose (vedi la rivolta di Rosarno, braccianti costretti a lavorare a 20 € per 12 ore al giorno).

Il Governo Berlusconi, non solo non fa nulla per frenare questa “strage silenziosa”, ma riduce addirittura le sanzioni contro le aziende che non rispettano le norme sulla sicurezza (nel D.l.g.s. 106/09 approvato il 3 agosto 2009, ha dimezzato molte sanzioni a carico dei datori di lavoro, dei dirigenti e sostituendo in alcuni casi il carcere con una semplice ammenda.)

Solo rivendicando tutti insieme salari dignitosi, orari, turni più umani e stabilità occupazionale si può avere la forza di imporre a Confindustria ed ai padroni condizioni di lavoro più sicure.

I morti sul lavoro non votano e di loro la politica non si interessa!

Accendiamo i fari su questo tema e per favore non spegniamoli!!!

Campagna promossa dal “Movimento politico Comunisti Uniti”

Mail: comunistiuniti.rho@gmail.com

Comunisti Uniti

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