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Comunicato alle sedi diplomatiche venezuelane in italia

(8 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nuovacolombia.net

Comunicato alle sedi diplomatiche venezuelane in italia

foto: www.nuovacolombia.net

Il presente comunicato è stato consegnato dalla nostra Associazione, unitamente all'appello per la liberazione di Joaquín Pérez Becerra - direttore dell’Agenzia di Notizie Nuova Colombia (ANNCOL)-, al Consolato della Repubblica Bolivariana del Venezuela di Milano.

Il gigantesco fiume di proteste, giunte da ogni angolo del mondo in risposta alla consegna nelle mani dello Stato narco-paramilitare colombiano di Joaquin Pérez Becerra da parte delle autorità venezuelane, riflette, tra le altre cose, la profonda amarezza di tutti i settori che, in Venezuela come all'estero, più si sono spesi per la difesa della Rivoluzione Bolivariana.
Il sentimento diffuso e prevalente è la rabbia per ciò che appare un tradimento dei valori bolivariani, oltre che dei principi alla base della stessa Costituzione della Repubblica Bolivariana del Venezuela.
Il messaggio che viene percepito guardando a questa vicenda è che tra l'oligarchia santanderista colombiana (nemico strategico del progetto bolivariano) e coloro che denunciano il terrorismo di Stato del regime di Bogotá, il governo venezuelano abbia scelto di stare con la prima in virtù di una serie di calcoli tattici ed opportunistici completamente sbagliati, rischiando un vero e proprio suicidio politico.
La fiducia che era stata riposta nel Venezuela si è rotta e difficilmente potrà essere ristabilita. La consegna del giornalista svedese allo Stato terrorista colombiano ricorda nei contenuti e nelle forme l'Operazione Condor, che il governo colombiano sta riproponendo ovunque gli siano concessi degli spazi da parte di altri governi.
Il giornalista Joaquín Pérez è stato consegnato a Santos violando i suoi diritti più elementari, in fretta e furia e come una merce di scambio. Non solo non avrà un processo giusto in Colombia, ma subirà pure le angherie del paramilitarismo di Stato nelle carceri in cui è e sarà imprigionato.
Con questo gesto, oltre a colpire tutti coloro che hanno speso anni nella difesa e promozione della Rivoluzione Bolivariana, viene debilitata al contempo la figura del presidente Chávez, pregiudicando la possibilità di vincere le elezioni nel 2012. Davanti ad una destra oligarchica rinvigorita e che si riorganizza, il PSUV sta andando alla battaglia elettorale privo dei suoi migliori alleati, privo delle organizzazioni di massa che sempre lo hanno sostenuto, e privo della sua arma più importante: la fiducia del popolo nel governo venezuelano e nella figura del suo dirigente. La base del chavismo non sarà più quella che riportò Chávez al Palazzo di Miraflores nel 2002, e questo rischia di compromettere tutti gli sforzi ed i sacrifici che in tredici anni sono stati fatti. Ad un’oligarchia propaggine dell’imperialismo e quinta colonna del neo-colonialismo nel continente, come quella colombiana, non si può e non si deve vendere l’anima.
Chiediamo al presidente Chávez in persona di avere il coraggio di riconoscere la responsabilità di questo gravissimo errore etico, politico e strategico, e d’invertire immediatamente la direzione di marcia che lo sta portando diritto nel baratro, insieme a gran parte del progetto bolivariano in Venezuela.

Associazione nazionale Nuova Colombia

APPELLO URGENTE! LIBERTÀ PER JOAQUÍN PÉREZ BECERRA, NO ALLA SUA ESTRADIZIONE DAL VENEZUELA ALLA COLOMBIA!

Su richiesta del presidente fascista colombiano Juan Manuel Santos, sabato 23 aprile le autorità venezuelane hanno arbitrariamente arrestato, al suo arrivo all’aeroporto internazionale di Maiquetía, il compagno Joaquín Pérez Becerra, direttore dell’Agenzia di Notizie Nuova Colombia (ANNCOL).
Secondo il comunicato ufficiale del governo venezuelano, “il cittadino Joaquín Pérez Becerra è ricercato dagli apparati della giustizia della Repubblica della Colombia attraverso l’Interpol, con una circolare rossa”, accusato di finanziamento del “terrorismo” e collaborazione con esso.
Il suddetto comunicato finisce con un paragrafo agghiacciante, assolutamente non degno di uno Stato e di un governo che si definiscono “rivoluzionari”
e “bolivariani”: “Il Governo Bolivariano ratifica in questo modo il suo impegno irriducibile nella lotta contro il terrorismo, la delinquenza ed il crimine organizzato, nella stretto rispetto degli impegni e della cooperazione internazionale, guidato dai principi di pace, solidarietà e rispetto ai diritti umani” (sic!)
Joaquín Pérez Becerra non è un guerrigliero, e ancor meno è un terrorista o un delinquente: è un giornalista ed attivista per la pace con giustizia sociale, rifugiato politico in Svezia sin dagli anni ’90 quando, essendo dirigente sindacale e militante del movimento politico legale Unión Patriótica (sterminato dal regime colombiano), fu costretto all’esilio dopo che sua moglie venne sequestrata ed assassinata dal terrorismo di Stato.
Ciò nonostante, Joaquín non ha mai smesso di adoperarsi per la pace con giustizia sociale per il popolo colombiano, denunciando dal portale web di ANNCOL il regime mafioso di Bogotá, la violazione sistematica dei diritti umani, il modello neoliberale e le menzogne che i media dell’oligarchia colombiana vomitano quotidianamente per negare l’esistenza di un conflitto sociale ed armato e tacciare di “terrorismo” qualsiasi opposizione popolare, armata e non.
Gli interessi di Stato che hanno spinto il Presidente Chávez a sottoscrivere recentemente accordi economici, energetici e commerciali con lo Stato paramilitare capeggiato da Juan Manuel Santos, non lo autorizzano in alcun modo sul piano etico ad estradare in Colombia gli oppositori a quel regime sanguinario; e non giustificano, a livello politico, concessioni infami ad un’oligarchia telediretta da Washington, che giammai serviranno a scongiurare i piani dell’imperialismo di distruggere il processo bolivariano capeggiato dal Presidente Chávez, che il bolivariano Joaquín Pérez ed ANNCOL hanno sempre difeso a spada tratta.
Consegnare alla Colombia il direttore di ANNCOL significherebbe non solo infangare irrimediabilmente l’immagine del governo bolivariano e pregiudicarne la credibilità, ma anche condannare a morte Joaquín, che verrebbe torturato e rinchiuso in un carcere controllato dai macellai paramilitari.
CHÁVEZ, NON CADERE NELLA TRAPPOLA DI SANTOS: NON ESTRADARE JOAQUÍN, LIBERALO!

Invitiamo tutte le associazioni, organizzazioni, collettivi, comitati, partiti, sindacati, centri sociali, media alternativi, intellettuali, lavoratori e persone solidali con le lotte dei popoli a sottoscrivere questo appello, che faremo pervenire alle sedi diplomatiche venezuelane in Italia ed al Governo Bolivariano del Presidente Chávez.

Associazione nazionale Nuova Colombia

PRIMI FIRMATARI:

Miriam Pellegrini Ferri (Partigiana di Giustizia e Libertà)
Spartaco Ferri (Partigiano Divisione Garibaldi)
Annalisa Melandri – attivista per i diritti umani
Giorgio Sabaudo
Eduardo Lubrano (Napoli)
Associazione Pellerossa Cesena
Maurizio Poletto – CGIL Valle di Susa
Comitato di Lotta popolare Valle Susa
Associazione “La Credenza”
Giuseppe Mosconi, docente di Sociologia del Diritto dell’Università di Padova
Giorgio Raccichini, Partito dei Comunisti Italiani di Porto San Giorgio
Pietro Altavilla, Dirigente Provinciale dell’Unione Sindacale di Base di Cosenza
Enrico Giardino di www.forumdac.it
Laura Toschi, traduttrice
Alvaro Picinetti
Alberto Cattaneo
Angelo Baracca, Firenze
Apostolou Yuri, operaio
Antonio D'angelo
Birgit Clari Schùler, Milano
Dario Romeo
Eduardo Lubrano, Napoli
Enrica Colombi
Francesco Piccolo
Fabio Lauriola Diliberto
Gonzalo Laborra
Giancarlo Poddine
Jan Jensen, Reggio Emilia
Inès Cainer
Maria Grazia Ardizzone, Perugia
Marco Papacci
Pasquale Cuzzocrea
Pio Positano
Susanna De Guio
Sandi Volk, Trieste
Tuula Haapiainen

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Associazione nazionale Nuova Colombia

Fonte

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