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(11 Febbraio 2011) Enzp Apicella
Mubarak lascia il potere al vice presidente Omar Suleiman. La piazza contesta lanciando le scarpe in segno di protesta.

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Egitto: alla ricerca fondi segreti dei mubarak

L'economia del paese intanto e' in ginocchio. Secondo dati resi noti dalla Banca Centrale, l’Egitto ha un debito interno pari a 155 miliardi di dollari, al quale si somma il debito estero di 35 miliardi.

(16 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Egitto: alla ricerca fondi segreti dei mubarak

foto: www.nena-news.com

DI AZZURRA MERINGOLO

Il Cairo, 16 maggio 2011, Nena News - Quattrocentodieci milioni di franchi svizzeri: questa la somma che il governo di Berna ha bloccato a diversi appartenenti dell’entourage del deposto raís egiziano, Hosni Mubarak. Il governo svizzero ha annunciato che qualora risultasse che i fondi bloccati sono di origine illecita, li restituirebbe immediatamente alle autorità egiziane. Proprio per questo motivo, martedì e mercoledì scorso un gruppo di esperti svizzeri si è messo in volo per il Cairo dove ha incontrato le autorità egiziane per preparare le rogatorie necessarie attraverso le quali la Svizzera, nel quadro dell’assistenza giudiziaria internazionale, restituirà la completa somma all’Egitto. Secondo quanto dichiarato da alcuni funzionari che hanno partecipato all’incontro bilaterale, le discussioni tra le parti si sono svolte in un’atmosfera di piena cooperazione che ha permesso di discutere anche gli aspetti tecnici della cooperazione giudiziaria tra i due stati.

E se la Svizzera cerca di ridare agli egiziani ciò che il clan dei Mubarak gli ha rubato negli ultimi trent’anni, in Egitto continua il processo di epurazione del vecchio regime e mentre il raís aspetta che le strutture sanitarie del carcere di Torah, dove si trovano ormai tutti i membri del vecchio regime ora indagati, siano pronte ad accoglierlo, a essere interrogata è stata anche la moglie, Suzanne, accusata di importanti illeciti finanziari.

Che la famiglia Mubarak abbia mandato in rovina il paese lo ha confermato anche un’investigazione condotta da fonti giustiziare egiziane che ha recentemente dimostrato che il presidente Mubarak è stata la causa primaria dell’alto debito nel quale ora si trova infognato il suo paese. Quello che sta vivendo l’Egitto è infatti un momento molto complesso dal punto di vista economico, esacerbato anche dagli effetti dei diciotto giorni di rivoluzione che hanno rallentato l’andamento dell’economia.

Secondo dati resi noti dalla Banca Centrale, l’Egitto ha un debito interno pari a 155 miliardi di dollari, al quale si somma il debito estero di altrettanti 35 miliardi. Una somma che sarà impossibile da colmare per mezzo esclusivamente della buona volontà che mostra chi sta gestendo il periodo di transizione.

A preoccuparsi di questa situazione è stato proprio il governo che ha sottolineato la gravità della momento. A questo si sono aggiunti i commenti del ministro delle finanze che ha descritto l’Egitto come un paese sull’orlo del collasso. Secondo quanto riportato dal quotidiano Al-Masry al-Youm, ad allarmare i cittadini sull’urgenza derivante dalla crisi del debito, è stato anche Fayza Aboulnaga, ministro della progettazione e cooperazione internazionale, che durante un discorso pronunciato lo scorso Aprile, alla camera di commercio statunitense, ha presentato una soluzione radicale, chiedendo esplicitamente agli amici americani di cancellare il debito. All’inizio della settimana i media egiziani hanno annunciato che la Casa Bianca avrebbe condonato all’Egitto un miliardo di dollari, ma questa notizia non è stata accolta positivamente da tutti. E mentre parecchi giovani, soprattutto nella sfera virtuale, davano mostra della loro opposizione all’interferenza americana in questioni nazionali, servendosi di istanze chiaramente anti-americane, l’ambasciata statunitense ha dichiarato false le notizie circolate sulla cancellazione del debito. Ciononostante, le voci circolate sono state sufficienti per nutrire la speranza di quanti, vedendo le condizioni in cui versa il paese, sperano non solo che Washington si mostri più generoso, ma che sia d’esempio all’Europa, che potrebbe cancellare altre quote del debito. E’ anche per questo che il ministro delle finanze, accompagnato dal primo ministro, ha visitato numerosi paesi arabi e occidentali per cercare di riorganizzare il pagamento del debito e sollecitare investimenti stranieri diretti.

Secondo dati presentati dal quotidiano Al-Masry al-Yaoum, da quando Mubarak è andato al potere, il debito è aumentato enormemente, segno di un’amministrazione che, oltre ad essere corrotta, non è riuscita a tagliare sugli sprechi e a gestire la spesa pubblica.

E se il debito preoccupa chi vive nei paini alti dei palazzi del governo egiziano, per strada la gente è spaventata dall’aumento dei prezzi, soprattutto di quelli dei beni di prima necessità come pane, carne e verdura. Come riporta l’agenzia Onu Irin, secondo Ahmed El Naggar, direttore del dipartimento economico del Centro di studi politici e strategici di Al-Ahram, a causare questa inflazione sarebbe stata l’incapacità dei governi, anche quello attuale, di proteggere i cittadini dagli abusi dei commercianti.

Oltre ad alcuni generi alimentari, a scarseggiare è anche il gas che è diventato ancora più costoso. Le bombole del gas sono ormai un bene sempre più raro e questo preoccupa non poco numerose famiglie che iniziano a temere di non poter più cucinare in casa propria.

Il 14 Aprile scorso, la Banca Mondiale ha dichiarato che il prezzo globale del cibo è aumentato del 36 per cento rispetto allo scorso anno e continuerà a rimanere instabile. A causare questo aumento sono stati anche gli eventi che hanno colpito la regione nord Africana e medio orientale. Il rischio è che qualora i prezzi continuino ad aumentare altri milioni di persone finiscano sotto la soglia della povertà.

Le file davanti ai distributori di pane dei distretti de Cairo è ogni giorno piú lunga. Il pane sembra non bastare per tutti e alcune madri di famiglia, preoccupate, temono di non riuscire a sfamare i loro bambini. “La rivoluzione ci ha rovinato” scrive una giovane donna sul suo blog. “E’ stato il vecchio regime a prosciugare le nostre risorse, lasciandoci a mani vuote” commenta un altro utente. “Sono momenti duri, la libertà e la democrazia le stiamo pagando carissime”conclude una studentessa sulla sua pagina Facebook “ma questi valori non hanno prezzo. Rimboccandoci le mani supereremo anche questo momento.”

Nena News

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