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Spanishrevolution

(20 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Spontaneamente, attraverso il tam-tam di Internet, si sono ritrovati sulle piazze di Madrid, Barcellona e poi di molte altre città della Spagna, gli indignados, stanchi dei milioni di disoccupati spagnoli, degli stipendi tagliati per pagare la crisi prodotta dai padroni della finanza, delle misure contro la scuola, dei ritardi nell’applicazione della “legge della memoria storica” che dovrebbe servire a chiudere con il franchismo e che invece lascia imperituri i simboli della dittatura ad imbrattare vie e piazze, degli scandali che hanno coinvolto numerosi esponenti del Partito Popolare, dietro il quale si maschera la nuova destra e il padronato spagnolo.

Sono diventati tanti, senza partito, la maggioranza giovani, poi si sono uniti cinquantenni e sessantenni in ansia per i figli senza lavoro, operai della Alston sulla porta del licenziamento, dipendenti pubblici, che maggiormente hanno risentito del tijeretazo (i tagli), disoccupati di ogni età, uomini e donne per dire “basta”, per manifestarsi “indignati”.

È nato un movimento, il movimiento 15-M, assai giovane perché 15-M significa quince de Mayo, 15 maggio, domenica scorsa, a Puerta del Sol, in Madrid, e stanno ancora lì, nonostante la polizia, nonostante gli arresti e l’astio delle autorità cittadine, prima fra tutti la Governatrice della Comunità di Madrid, Esperanza Aguirre , che ha chiesto alla magistratura lo sgombro della piazza che i manifestanti, nonostante le minacce, continuano a presidiare giorno e notte, indignati e non violenti, osteggiati dal Partito Popolare di Rajoy, compresi ma non condivisi dal Psoe di Zapatero, appoggiati solo, fra le forze politiche, da Izuierda Unida.

Si chiamano Democracia Real Ya, i loro valori: eguaglianza, progresso, solidarietà, sviluppo sostenibile. Chiedono una vera democratizzazione della politica, l’attuazione dei diritti basici dell’uomo, come il lavoro, la casa, la cultura, lo sviluppo personale, non più dilazionabili, non più mere promesse, ma obbiettivi da raggiungere subito.

Il loro Manifesto, che riprendiamo traducendolo e sintetizzandolo, un po’ liberamente, dal giornale on line “Publico.es”:

1. dopo molti anni di apatia, un gruppo di cittadini di differenti età ed estrazione sociale indignati contro una falsa democrazia si sono riuniti a Puerta del Sol intorno all’idea di “Democracia Real”.

2. la Democia Real si oppone al discredito delle istituzioni convertite in agenti del potere finanziario internazionale.

3. la democrazia che muove dagli apparati burocratici è un insieme di pratiche elettorali, nelle quali i cittadini non hanno nessuna partecipazione

4. il discredito della politica ha portato con se il sequestro della parola dei cittadini, che bisogna recuperare

5. numerosi sono gli esempi di manipolazione e sequestro del linguaggio come strumento di controllo e disinformazione.

6. Democracia Real significa dare nome proprio alle infamie che viviamo: Fondo Monetario Internazionale, Banca Centrale Europea, NATO, U.E., agenzie come Moody’s e Standard and Poor’s, P.P., P.S.O.E….

7. è necessario costruire un discorso politico capace di ricostruire il tessuto sociale, vulnerato da menzogne e corruzione…abbiamo perso il rispetto verso i partiti politici maggioritari, ma non il nostro senso critico…non temiamo la politica, prendere la parola è politica, cercare alternative di partecipazione dei cittadini è politica

8. una delle nostre premesse è una riforma della legge elettorale che ridia alla democrazia il suo vero senso, un governo dei cittadini, una democrazia partecipativa

9. come cittadini qui riuniti costruiamo un movimento “transgenerazionale” fra chi è condannato alla perdita intollerabile nelle decisioni politiche…

10. non chiamiamo all’astensione, chiediamo che il nostro voto influisca realmente nella nostra vita

11. oggi non stiamo qui per semplice protesta, ma per dare nuovo senso alle nostre azioni e alle nostre parole, con un movimento
che nasce dalla rabbia, ma la nostra rabbia è immaginazione, forza, potere cittadino.

Quali saranno gli esiti di questa ondata di rivolta ancora non è dato sapere, certamente imprevedibili, ma molto probabilmente la strada del cambiamento potrebbe aprirsi in Spagna e non solo.

20-05-2011

Claudio Valentini DirittiDistorti

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