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Siria: ue approva sanzioni anche contro assad

I nomi del presidente e quelli di altri dirigenti siriani si aggiungono all’elenco di 13 figure chiave del regime colpite dalle sanzioni. Liberato a Damasco il dissidente Anwar Bunni. Autorizzata manifestazione stasera nella capitale. Tensione anche a Beirut tra antisiriani e filo-Assad

(24 Maggio 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Siria: ue approva sanzioni anche contro assad

foto: www.nena-news.com

Roma, 23 maggio 2011, Nena News – Al presidente siriano Bashar al-Assad sarà vietato fare ingresso in Europa e i suoi beni nel Vecchio Continente verranno congelati. Lo hanno deciso i ministri degli esteri dell’Ue, in seguito alle proteste represse dal regime siriano (morti sarebbero almeno 800 secondo calcoli di Ogn e blogger locali). I nomi del presidente e quelli di altri dirigenti si aggiungono ad un elenco pubblicato il 10 maggio di 13 figure siriane colpite dalle sanzioni.

L’Europa segue gli Usa che avevano già approvato sanzioni mercoledì scorso quando il presidente Barack Obama aveva avvertito Assad di scegliere tra «dirigere la transizione o farsi da parte». Le sanzioni provedono anche una revisione dei progetti di cooperazione fra Siria e Unione Europea. Intanto oggi e' stato liberato dopo cinque anni di carcere l'avvocato siriano e attivisti dei diritti umani Anwar al Bunni che doveva uscire di prigione lo scorso 17 maggio ma al termine della sua pena, inflittagli nel 2006 perchè firmatario della «Dichiarazione Damasco-Beirut» redatta da un gruppo di dissidenti, è stato fermato da agenti della polizia segreta che lo hanno trattenuto per altri cinque giorni. Il governo ha autorizzato oggi una manifestazione di dissenso del Paese, in programma in serata a Damasco, prevede che i partecipanti accendino candele in ricordo delle vittime delle proteste.

I ministri degli esteri si sono occupati anche della Libia, dove l’Ue si appresta ad aprire un ufficio a Bengasi, come segno di riconoscimento del Consiglio nazionale transitorio (i ribelli libici), e dello Yemen dove il presidente Ali Abdallah Saleh continua a rifiutarsi di firmare l'accordo proposto dal Consiglio di cooperazione del Golfo per superare la crisi interna. Saleh ha messo in guardia contro una "guerra civile" e ha posto nuove condizioni per firmare l'intesa che prevede la sua partenza entro un mese. Il «piano di uscita dalla crisi», elaborato assieme agli Stati Uniti e all'Unione europea, prevede la formazione da parte dell'opposizione di un governo di riconciliazione nazionale e le dimissioni di Saleh in cambio dell'immunità per il presidente e i suoi parenti ed elezioni entro 60 giorni.

Nena News

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