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Hamas-fatah:e' crisi su nomina primo ministro

La riconciliazione palestinese potrebbe fallire prima ancora di iniziare. Domani, 14 giugno, l´incontro decisivo tra Fatah e Hamas al Cairo.

(14 Giugno 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.nena-news.com

Hamas-fatah:e' crisi su nomina primo ministro

foto: www.nena-news.com

DI IKA DANO

Beit Sahour (Cisgiordania), 13 giugno 2011, Nena News (nella foto: l´attuale Primo Ministro Salam Fayyad). Alla vigilia del prossimo importante incontro tra Fatah e Hamas, domani al Cairo, il futuro del governo di unità nazionale é oscuro. Il patto di riconciliazione, firmato poco più di un mese fa, sembra inciampare al primo ostacolo: la nomina del futuro primo ministro.

Sabato scorso il comitato centrale del partito Fatah, guidato Abu Mazen, ha annunciato l’intenzione di mantenere Salam Fayyad nella sua attuale carica di capo di governo.

Una posizione ufficiale di Hamas al proposito non c´è ancora. In un´intervista a Radio Palestina, un leader di Hamas ha rivelato il suo supporto a Salam Fayyad, uomo migliore per guidare il governo palestinese. Ma sono diverse le voci che riportano membri del movimento non disposti ad accettare Salam Fayyad come primo ministro. Proprio ieri, il leader Salah Al Bardawil dichiarava a Maan News - agenzia stampa palestinese - che Hamas non avrebbe mai accettato Fayyad come Primo Ministro e neppure come ministro in carica nel futuro governo. “Membri e leader di Hamas hanno sofferto abbastanza e sopportato sufficienti torture durante i quattro anni di governo Fayyad . Inoltre, lui si è reso responsabile dell`indebitamento del popolo palestinese” , ha concluso Al Bardawil.

Il rifiuto di Hamas non sorprende. Il patto di riconciliazione prevedeva infatti la nomina di un governo tecnocratico indipendente, incaricato di indire elezioni entro un anno. Sulla figura del presidente Abu Mazen si era scesi a compromessi, precondizione per legittimare il nuovo governo presso la comunità internazionale. Che Abu Mazen rimanga la faccia dell`Autorità Palestinese potrebbe non bastare a garantire la benevolenza - e gli aiuti finanziari - degli Stati Uniti. Subito dopo la firma della riconciliazione, Obama aveva definito il patto di riconciliazione un “enorme ostacolo per la pace”, e davanti al pubblico israelo-americano dell´AIPAC aveva esplicitamente annunciato che “non ci si poteva aspettare da alcun paese di negoziare con un’organizzazione terrorista”. Israele dal canto suo non ha mai fatto mistero della sua opposizione alla riunificazione palestinese. In una dichiarazione all’Associated Press Netaniyahu aveva apertamento chiesto a Fatah di “stracciare l`accordo di riconciliazione con Hamas”.

L´esito dell´incontro di domani, 14 giugno, al Cairo, chiarirà il ruolo di Salam Fayyad. Fatah potrebbe usarlo come carta da giocarsi nelle contrattazioni sulle nomine di altri ministri, e scendere a compromessi per ottenere concessioni da Hamas. O per il timore di una ritorsione da parte di Israele e degli Stati uniti potrebbe muoverlo ad essere inflessibile e fare di Fayyad il bastone tra le ruote della riunificazione. La pressione degli aiuti finanziari che pagano i salari a 200 000 impiegati pubblici è forte. E il volere politico di raggiungere una vera riunificazione nazionale, con la conseguente spartizione del potere, si é affievolito con lo scemare della pressione pubblica.

Nena News

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