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Territori:feste per ritorno detenuti palestinesi

Conclusa ieri la seconda fase dell’accordo tra Hamas-Israele per la liberazione del soldato Shalit e di 1027 detenuti palestinesi: tra loro 55 minori e 11 donne. Scontri fuori dal carcere di Ofer. Ma Israele gia' riempie le galere con arresti a tappeto.

(19 Dicembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Territori:feste per ritorno detenuti palestinesi

foto: nena-news.globalist.it

Beit Sahour (Cisgiordania), 18 dicembre 2011, Nena News (nella foto, prigionieri palestinesidel Fronte Popolare liberati ieri sera) – A due mesi dalla liberazione del soldato dell’IDF Gilat Shalit e della prima tranche di 477 prigionieri palestinesi, ieri le autorità israeliane hanno scarcerato altri 550 detenuti, così come previsto dall’accordo stretto con Hamas lo scorso ottobre.

In serata le maggiori città palestinesi sono state teatro di caroselli e festeggiamenti. Ma non sono mancati gli scontri: fuori dal carcere di Ofer, vicino Ramallah, l’esercito israeliano ha ferito 25 palestinesi. Alcune famiglie si erano ritrovate di fronte alla prigione per attendere la scarcerazione dei propri cari: sono scoppiati scontri e i soldati hanno lanciato proiettili di gomma e gas lacrimogeni.

A redigere la lista con i nomi dei 550 prigionieri da rilasciare sono state le autorità israeliane. Tra di loro, 55 minori e sei donne. Nessuno dei detenuti liberati era condannato all’ergastolo, a differenza della prima tranche quando fu Hamas a consegnare i nomi dei prigionieri da liberare.

Dei 550 detenuti usciti di prigione ieri, 41 provengono dalla Striscia di Gaza, 2 da Gerusalemme (con passaporto giordano) e i restanti 507 dalla Cisgiordania.

A rendere amara la scarcerazione, è la quotidianità dell’occupazione e l’ondata di arresti che hanno seguito la prima fase della liberazione. In soli due mesi, l’esercito israeliano ha compiuto raid in tutta la Cisgiordania, sbattendo dietro le sbarre ben 470 palestinesi.

Per lo più membri di partiti politici, i 470 nuovi detenuti hanno permesso alle autorità israeliane di riempire di nuovo le celle rimaste libere. Un numero elevato anche per lo stesso Israele. Target delle forze israeliane sono stati in particolare il Fronte Popolare di Liberazione della Palestina e Hamas. Dei 470 arrestati, ben 150 sono membri di fazioni politiche.

Peggioramento delle condizioni detentive per i membri del Consiglio Legislativo Palestinese nelle carceri israeliane: nei due mesi passati, sei di loro hanno visto rinnovata la detenzione attraverso il prolungamento della detenzione amministrativa, misura di custodia cautelare imposta da Israele senza che venga mossa alcuna accusa all’imputato. Basta che rappresenti una potenziale minaccia per la sicurezza di Israele: niente accusa, niente processo.

“Anche i prigionieri appena scarcerati – ha spiegato Addameer, associazione palestinese impegnata nella tutela e la difesa dei prigionieri palestinesi nelle carceri israeliane – non sono al sicuro, sono stati oggetto di minacce e vessazioni. Le forze di occupazione israeliane hanno regolarmente compiuto raid nelle loro case, li hanno costretti a presentarsi negli uffici dell’intelligence per lunghi interrogatori e ne hanno arrestato uno di nuovo”.

Tra i palestinesi arrestati dall’esercito israeliano tra il 18 ottobre e il 12 dicembre, numerosissimi i minori (ben 70) e le donne (11). “Dei 70 minori – ha proseguito Addameer – la maggioranza proviene dal campo profughi di Shufat, a Nord di Gerusalemme, e da quello di Dheisha, a Betlemme: solo nelle ultime due settimane, undici bambini sono stati catturati a Shufat e diedi a Dheisha. Per quanto riguarda le donne, sei di loro sono state ammanettate e arrestate mentre protestavano pacificamente di fronte alla prigione di Hasharon per chiedere la scarcerazione delle donne ancora dietro le sbarre”. Nena News

Nena News

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