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(21 Dicembre 2011)
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foto: nena-news.globalist.it
Gerusalemme, 21 dicembre 2011, Nena News (foto di Mya Guarnieri)– Le autorità israeliane hanno inaugurato il 12 dicembre scorso un posto di blocco che isola totalmente il campo profughi di Shuaffat, alla periferia di Gerusalemme Est. Un esito atteso da anni che accresce il dramma di migliaia di profughi palestinesi che pure in tasca hanno la carta di identità israeliana di colore blu, ossia quella di residenti ufficiali di Gerusalemme.
Non è un mistero che Israele abbia, sia pure non proclamandolo pubblicamente, intenzione di «liberarsi» della presenza di decine di migliaia di palestinesi residenti a Gerusalemme. A cominciare da quelli che vivono appena dall’altra parte del Muro, tra Gerusalemme e Ramallah, per finire con quelli che abitano nel campo profughi di Shuaffat. Un progetto che tende, in modo fin troppo evidente, a ridimensionare la presenza palestinese nei confini municipali di Gerusalemme, stabiliti unilateralmente dalle autorità israeliane, in previsione di un accordo internazionale, nei prossimi anni, sullo status della zona Est (araba) della Città Santa, occupata militarmente nel giugno 1967.
In questi giorni perciò il comitato popolare di Shuaffat, con l’aiuto di attivisti israeliani e internazionali, continua la protesta contro l’apertura del nuovo posto di blocco e il completamento del Muro che isola il campo profughi da Gerusalemme. Nena News vi propone il filmato di una delle manifestazioni girato dall’Alternative Information Center. Nena News
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