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Libano-libia, lo strano caso di mussa al-sadr

La Libia apre la porta al Libano dopo 33 anni di silenzio sulla scomparsa dell'Imam al-Sadr. Una commissione d'inchiesta congiunta, che dovrà far luce sulle circostanze sempre più misteriose della sparizione, nel 1978, del religioso sciita.

(13 Gennaio 2012)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in nena-news.globalist.it

Libano-libia, lo strano caso di mussa al-sadr

foto: nena-news.globalist.it

GIORGIA GRIFONI

Roma, 13 gennaio 2012, Nena- News (nella foto lo scrittore Fausto Biefeni Olevano autore di un libro sulla vicenda di Mussa Sadr, morto improvvisamente lo scorso anno) . Il Libano vuole la verità sulla scomparsa, avvenuta il 25 agosto del 1978, dell’Imam sciita Mussa al-Sadr a Tripoli, in Libia. La cerca da più di trent’anni e ora, con la caduta del regime Gheddafi, sembra essersi avviata una cooperazione seria tra i due paesi sulla questione. Il ministro degli esteri libanese Adnan Mansour, del partito sciita Amal -assieme a Hezbollah in maggioranza al Governo- è partito mercoledì con una delegazione alla volta della capitale libica, allo scopo di far luce definitivamente su una delle vicende più misteriose che la recente storia del paese dei cedri ricordi.

Secondo le prime dichiarazioni congiunte, il Consiglio Nazionale di Transizione libico (CNT) starebbe collaborando attivamente con la delegazione libanese nella ricostruzione degli eventi di quel 25 agosto. “Le indagini continuano –ha commentato Mansour dopo aver incontrato il capo del CNT Mustafa Abdel-Jalil- e c’è una commissione d’inchiesta presieduta dal procuratore generale libico che sta investigando sulla questione. Ci sarà un giudice, Hassan al-Shami, che rappresenterà la parte libanese e seguirà l’intero procedimento, come d’accordo con le autorità libiche”. Una commissione congiunta, quindi, come promesso mercoledì scorso da Fathi Baja, membro del CNT: lo stesso Fathi aveva però dichiarato che né Abdel Jalil né altri membri dell’esecutivo erano, fino ad allora, a conoscenza delle circostanze della scomparsa di Sadr.

Gli occhi sono ovviamente puntati su Muammar Gheddafi, soprattutto dopo l’intervista rilasciata dall’ex-consigliere del Colonnello, Ahmad Ramadan al-Asaibie, l’8 novembre scorso al canale al-Aan degli Emirati. Secondo quanto rivelato da al-Asaibie -che ha comandato prima le forze libiche in Ciad, poi la Guardia Rivoluzionaria e infine l’Ufficio Informazioni di Gheddafi- l’imam Sadr e i suoi due accompagnatori (lo sceicco Muhammad Yaqubi e il giornalista Abbas Badreddine) avrebbero avuto un colloquio con il Rais nel suo palazzo. Poi Gheddafi avrebbe ordinato a tre uomini di fiducia di portarli via. Il ministro degli esteri Taha Sherif bin Amer, il generale Bashir Humeida e il capo dell’intelligence Fraj Abu Ghalia li avrebbero infine uccisi.

L’Imam Moussa al-Sadr era una figura sicuramente scomoda per molti di quelli che all’epoca avevano le braccia affondate fino ai gomiti nelle maglie della guerra civile libanese (1975-1990). Nato in Iran ma di origine libanese, al-Sadr aveva guidato la deprivata comunità sciita libanese verso l’autodeterminazione all’interno del sistema politico e sociale settario che tuttora vige nel paese dei Cedri, fondando nel 1974 il Movimento dei Diseredati. In seguito, nel 1975 fondò il partito “Amal” (Speranza) e si oppose alla guerra civile che in quell’anno cominciava ad attanagliare il suo paese. Nemico del confessionalismo, considerava le differenze una ricchezza più che una fonte di divisione. Quando nel 1978 Israele invase il sud del Libano, l’Imam si recò nelle capitali arabe a chiedere aiuto per il suo paese. L’ultimo luogo in cui arrivò ufficialmente è Tripoli, dove se ne perdono le tracce.

La scomparsa dell’Imam al-Sadr ha provocato la rottura delle relazioni tra Libia e Libano che durava da più di 30 anni: Beirut ha emesso nel 2008 un mandato di cattura per Gheddafi, che però ha sempre negato ogni coinvolgimento del proprio paese nella sparizione del religioso sciita. Il Colonnello puntava il dito contro l’Italia dove, secondo le sue accuse e alcune ricostruzioni, Sadr sarebbe atterrato la notte stessa della scomparsa: molte fonti assicurano infatti che i bagagli e i passaporti dei tre libanesi fossero stati ritrovati a Roma. La Magistratura italiana ha avviato tre inchieste sulla vicenda, l’ultima delle quali nel 2004, senza mai venirne a capo.

Altrettanto misteriosa e forse collegata alla questione dell’Imam al-Sadr è la morte improvvisa nell’aprile scorso di Fausto Biefeni Olevano, giornalista e scrittore di 49 anni che aveva pubblicato il libro-inchiesta: “La verità nascosta. La vera storia della scomparsa dell’Imam al-Sadr, dello sceicco Yaacubi e di Badreddin”, presentato lo scorso marzo alla camera dei deputati. Nel libro, dove le ipotesi del giornalista convergono maggiormente sulla colpevolezza di Gheddafi, emergono elementi che coinvolgono l’Italia e Israele: pur non accusando formalmente nessuno, l’autore ha dato spunto alla Magistratura per una riapertura del caso. Il suo decesso, avvenuto in circostanze poco chiare, è stato oggetto di un’autopsia e al centro di un’inchiesta. Il Libano potrà anche rallegrarsi della collaborazione della Libia: fatto sta che sono ancora molti i lati oscuri sulla scomparsa di Mussa al-Sadr. Nena-News

Nena News

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