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(Flessibili, precari, esternalizzati)

Bozza di accordo per il rinnovo del CCNL delle cooperative sociali

A Genova i lavoratori votano contro quasi ad unanimità e richiedono il referendum

(3 Luglio 2004)

Si è svolta questo pomeriggio la prima delle due assemblee di consultazione dei lavoratori sull' ipotesi di contratto firmato il 26 Maggio scorso tra Cgil, Cisl, Uil e le Centrali Cooperative. Presenti un membro della Segreteria Nazionale Cisl ed esponenti delle Segreterie Provinciali e Regionali dei sindacati confederali, hanno partecipato alla consultazione oltre 50 lavoratori delle cooperative sociali genovesi. E' stata presentato da un gruppo di lavoratrici e lavoratori un documento-mozione contrario alla firma dell' Accordo e a favore dell' istituzione di un Referendum esteso a tutti i lavoratori del settore. Il Documento (che si allega) è stato sottoscritto dalla maggioranza dei presenti, anche da quanti non hanno potuto presenziare al voto finale. A questo hanno partecipato 36 votanti, 29 dei quali si sono espressi contro l' accordo e per il Referendum, 4 lo hanno approvato e 3 si sono astenuti. La seconda Assemblea di consultazione si svolgerà Lunedì 5 Luglio p.v.

Nel 1992, anno a cui risale il primo contratto nazionale delle cooperative sociali, il settore che veniva regolamentato presentava un estrema varieta´di tipologie contrattuali e condizioni molto differenti fra gli operatori per trattamento, diritti e condizioni di lavoro: complessivamente un settore con moltissime ombre in cui l´introduzione di un quadro normativo e retibutivo omogeneo poteva costituire una significativa novita’ e un primo passo per dare sistemazione definitiva e prospettive meno incerte a un settore che vedeva crescere rapidamente il numero degli addetti impegnati in servizi di pubblica rilevanza. Sono passati pochi anni da allora e si puo’ tranquillamente affermare che le speranze di un miglioramento sono state completamente disattese. Peggio: considerato il generale e complessivo degrado delle condizioni economiche e il deterioramento del quadro normativo riguardante il lavoro il settore della cooperazione sociale puo’ essere definito senza tema di smentita come uno dei piu’ esposti ai fenomeni di precarizzazione, perdita di potere d’acquisto, contrazione dei diritti e incertezza rispetto al futuro occupazionale (per tacere di quello pensionistico). I rinnovi contrattuali di questi anni hanno obbedito solo a logiche di compatibilita’ economica imposti dalle centrali cooperative e nullo e’ stato il miglioramento delle condizioni economiche e normative per i lavoratori. A questa regola non sfugge purtroppo l’ultimo accordo in via di definizione che riesce anzi nell’impresa di peggiorare cio' che sembrava il punto piu’ basso mai raggiunto nella storia della contrattazione.

Un Contratto che, è bene ricordarlo, non rispetta da sempre nemmeno le "regole" degli accordi del '93, non rinnovando i bienni economici ed essendo di fatto basato sul quadriennio.

Prima di esaminare in sintesi i termini di questo pessimo accordo nei suoi aspetti piu’ negativi e’ necessaria una breve premessa in ordine al metodo seguito nella definizione degli obbiettivi rivendicativi e nel loro conseguiemento.

L' accordo raggiunto disattende completamente la Piattaforma rivendicativa presentata a suo tempo dalle OO.SS., non raggiungendo alcuno degli obbiettivi proposti. Questo complessivo cambiamento di rotta è avvenuto senza la minima consultazione dei lavoratori, tenuti all' oscuro della trattativa in corso e mai chiamati, come consolidata consuetudine del settore, ad alcuna forma di mobilitazione per sostenere le proprie rivendicazioni.

Riteniamo gravissimo, ad esempio, che nessun tipo di battaglia, tanto a livello nazionale che locale sia stata intrapresa per contrastare le recenti modifiche alla legge 142 sulla figura del socio lavoratore introdotte con la Legge 30, autentica mannaia sui diritti dei lavoratori di cooperativa.

Entrando maggiormente nel dettaglio dell’ipotesi di accordo non si puo’ non incominciare dalla parte relativa agli adeguamenti salariali e al recupero degli arretrati. Anche qui e’ necessaria una piccola premessa. Le oo.ss. vantano di aver concluso un accordo che prevede aumenti mediamente superiori a quanto sta avvenendo per altri rinnovi e in grado di recuperare il potere d’acquisto perduto. Da dove traggano gli elementi per giungere a tali conclusioni non e’ dato sapere. In media infatti le spettanze arretrate ammontavano a circa 2500 euro: ne arriveranno la bellezza (si fa per dire) di poco più di 400. Ma non basta : gli arretrati saranno diluiti in 18 tranches . E qui non si puo’proprio tacere il contenuto umiliante per le lavoratrici ed i lavoratori di questa trovata. Non e’ finita qui pero’. Oltre agli arretrati andati in fumo anche gli aumenti vengono annacquati in modo tale da renderli pressoche’ invisibili per le esangui tasche dei lavoratori. I 120 euro (in media) di aumenti vengono infatti suddivisi in tre scaglioni e andranno a regime giusto in tempo per la scadenza di questo contratto. Cosi’ sommando arretrati perduti e adeguamenti scaglionati la perdita per un 5° livello si aggira sui 3000 euro. Considerati i nostri stipendi parliamo di cifre da capogiro, altro che recupero di potere d’acquisto!

Non possiamo dimenticare che trattamento decisamente diverso era stato riservato ai dirigenti delle associazioni cooperative: dopo solo 3 mesi dalla scadenza del contratto, nell' Aprile del 2002, era stato loro rinnovato il biennio economico 2001/2002, con un aumento mensile di 261 euro e 500 euro una tantum per i tre mesi di arretrati...!!!

Passando dal quadro economico a quello normativo il panorama non muta per niente. Innanzitutto, ricollegandosi alla questione salariale, dobbiamo denunciare con forza che, se non bastassero i soldi persi con i meccanismi sopra descritti, si e’ inserito una clausola di gradualita’ che consente alle centrali cooperative di non applicare gli aumenti retributivi fino al 31/12/2006 (!). In un settore dove i contratti son largamente disattesi e abbonda nero e precariato il buon senso imponeva la richiesta stringente di un applicazione effettiva e rapida dei contratti e non il via libera alla disapplicazione su larga scala seguendo il solito perverso realismo a senso unico.

Abbiamo gia' detto di come questto accordo abbia totalmente disatteso la stessa piattaforma presentata. Nessun riconoscimento per il lavoro nei festivi, nessuna garanzia di mantenimento dell' anzianità nei cambi di gestione, nessuna indennità a premiare i sacrifici di quelle lavoratrici e lavoratori che hanno conseguito la qualifica di OSS, nessun aumento per le varie indennità, solo per citare alcune omissioni. Ma appare gravissimo che si sia fatta sparire l' indennità del 10% sul part time misto prevista dal vecchio contratto. Nei mesi scorsi, in Toscana, molti educatori scolastici avevano vinto una causa di lavoro proprio per vedersi riconosciuta l' applicazione di questa indennita'...!

L’apice pero’ lo si tocca con il recepimento della Legge 30. Si puo’ tranquillamente affermare che si è inserito nel contratto piu’ flessibilita’, arbitrio e squilibrio di rapporti in un settore che gia’ vantava un triste primato in questi campi. Con le norme sul part-time si apre la porta ad un aggravio delle condizioni e dei tempi di lavoro nonche’ad un aumento del potere ricattatorio delle cooperative, che gia’ hanno visto sancire con la legge 30 la prevalenza del legame associativo su quello di lavoro; con le norme sul contratto di inserimento, che , va ricordato, riguarda una platea amplissima di soggetti, ci troviamo di fronte al rischio concreto di disparita’ di trattamento salariale su vasta scala nonche’ ad una norma in grado di rendere ancora piu’ grave e marcato il fenomeno nefasto delle gare al ribasso. Con le norme relative alle clausole flessibili ed elastiche anche all'atto della firma del contratto di assunzione lavoratore e cooperativa possono decidere di inserire appunto delle “clausole”, che il lavoratore è tenuto a rispettare e che possono riguardare maggiori prestazioni di lavoro se richieste, variazione della organizzazione dell'orario, delle giornate di lavoro.In questo settore ancor piu’ che in altri quale lavoratore o lavoratrice si può permettere, all'atto della firma, con il bisogno di lavorare e di un salario, di rifiutare clausole anche pesanti? E' vero che viene mantenuto, contrariamente all' impostazione originale della legge, il diritto di recesso da parte del lavoratore dopo 6 mesi, ma conosciamo bene, purtroppo, le condizioni di grande ricattabilità cui spesso sono fatti oggetto soci e lavoratori.

Interventi peggiorativi si registrano anche sull’orario di lavoro, recependo il Dlgs. 66/03 e intervenendo addirittura in deroga su alcune norme dello stesso. Laddove la normativa prevedeva 11 ore di riposo nelle 24 ore, che coincideva con il far passare 11 ore tra un turno ed un altro, adesso questo tempo viene ridotto ad 8 ore. Se con le 11 ore era possibile opporsi ai pesanti turni Mattina/Notte, ora cio’ non e’ piu’ possibile. E ancora, dalle otto ore previste per la durata massima dell' orario di lavoro notturno si passa alle 12 ore.

Abbiamo qui elencato solo alcuni dei punti di maggiore dissenso rispetto all’ipotesi di accordo che non esauriscono certo il campo delle critiche possibili. E’ doveroso pero’ menzionare ancora un punto che da’ bene la misura dell’inadeguatezza dell’azione delle oo.ss. : parliamo del salario convenzionale. Ad ogni rinnovo si proclamava la volonta’ di eliminarlo definitivamente e puntualmente eccolo ricomparire in questo accordo insieme ad un tortuoso meccanismo per superare "in un congruo numero di anni" (testuale) questa vergogna. Non ci vuole grande capacita’ previsionale per indovinare che lo trovereremo, vivo e vegeto, anche nei futuri contratti.

In conclusione possiamo affermare che cio’ che ci spinge a bocciare tale accordo, al di la’dei singoli punti, e’ il misconoscimento delle reali problematiche del settore e la totale assenza di volonta' di cambiamento che traspare da questa bozza di accordo e che fa presagire un futuro ancor peggiore del presente (anche se cio’ sembra impossibile).

A fronte di quanto esposto e dei ben noti problemi legati alle agibilita' sindacali ed alla scarsa penetrazione delle OO.SS chiediamo che l' accordo venga sottoposto a Referendum tra tutti i lavoratori del settore.

Non vorremmo, infine, a livello territoriale, rimanere ulteriormente esclusi dalla contrattazione di secondo livello, già attiva in altre regioni seppur con risultati non propriamente "esaltanti" per i lavoratori.

A questo riguardo impegnamo fin d' ora le OO.SS ad attivare tutte le procedure previste nel rispetto dei tempi indicati dal CCNL.

Nella malaugurata ipotesi che questo Accordo venisse definitivamente sottoscritto, chiediamo l' impegno delle OO.SS di attivarsi con le controparti a livello locale per stipulare, quanto prima, intese decentrate con l' obbiettivo di:

*Anticipare i tempi di pagamento delle tranches retributive; *Individuare un' indennita' economica per le figure OSS;

Chiediamo infine di lavorare negli ambiti istituzionali locali affinchè nel regolare le gare d' appalto di pubblici servizi e gli accreditamenti, siano salvaguardati in egual misura i diritti di tutti i lavoratori, soci e dipendenti, nel rispetto della contrattazione nazionale, per condizioni di lavoro stabili e non precarie, assegnando punteggi significativi a quelle cooperative che non faranno ricorso alle tipologie contrattuali previste dalla Legge 30.

Genova, 02 Luglio 2004

Cdlc NEWS

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