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Arabia Saudita. Uno schermo per dividere uomini e donne

(8 Novembre 2012)

Dopo la decisione di re Abdullah di garantire alle donne saudite 30 seggi al Consiglio della Shura, il compromesso: separate con una barriera dai membri maschi

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dalla redazione

Roma, 7 novembre 2012, Nena News - Uno schermo per separare uomini e donne: è la trovata dei vertici sauditi, dopo la decisione del re Abdullah di permettere alle donne di partecipare al Consiglio della Shura. Ma per evitare sguardi indiscreti, uno schermo dividerà i membri maschi dalle signore.

Il Consiglio della Shura, organo consultivo formato da 150 membri nominati dal re con poteri legislativi, fino a due mesi fa era riservato soltanto agli uomini, nel rispetto di un contesto sociale di gravi disuguaglianze e discriminazioni di genere. A settembre, la svolta: re Abdullah riconosce anche a 30 donne saudite di sedersi all'importante tavolo decisionale della Shura. L'anno precedente, il monarca aveva riconosciuto loro il diritto di candidarsi e votare nelle elezioni amministrative locali (le prossime si terranno nel 2015).

Da cui l'idea dello schermo, un compromesso tra le fazioni islamiste più radicali e conservatrici del regno e quelle più aperte e riformiste. Secondo fonti interne al Consiglio, verrà introdotto un particolare sistema di comunicazione atto a permettere a uomini e donne di parlare oltre lo schermo.

Ma non solo: le donne membri del Consiglio dovranno mostrare il loro volto durante i controlli della sicurezza, per poter accedere all'edificio dove si terranno i meeting. Secondo il quotidiano Arab News, il Consiglio della Shura ha infatti rigettato la proposta di alcuni suoi membri, ovvero l'esenzione delle donne dai controlli per evitare loro di togliere il velo. Sarebbe bastata un'identificazione attraverso le impronte digitali. Ma la Shura ha detto no: le donne - che in Arabia Saudita sono tenute a coprire interamente il volto nei luoghi pubblici - si mostreranno di fronte al personale maschile della sicurezza.

Infine, l'ultima apertura: il mese scorso il capo della mutawa, la polizia religiosa saudita, Abdul Latif Abdul Aziz Al Sheikh, ha annunciato alla Saudi Gazzette di voler garantire l'ingresso nelle speciali forze di sicurezza anche alle donne. La polizia religiosa ha il compito di assicurare il rispetto della legge islamica - dal vestiario agli orari di preghiera, fino alle forme di intrattenimento pubbliche. Obiettivo del capo della mutawa è reclutare anche donne, nella scia di riforme caute ma riformiste implementate dal re Abdullah.

Tali riforme, volte a migliorare una situazione insostenibile di disuguaglianze e discriminazioni, potrebbero però essere annullate dal contesto sociale e culturale dell'Arabia Saudita: il ruolo riservato alle donne in famiglia e nella comunità d'appartenenza è ancora decisamente secondario. Alla politica il compito di elevare la società.

Nena News

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