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(19 Marzo 2013) Enzo Apicella

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Roma, 10/11: prima iniziativa a sostegno dei lavoratori delle cooperative in appalto al polo logistico Ikea di Piacenza

(11 Novembre 2012)

Ieri, a Roma, si è svolta una prima azione di solidarietà verso i lavoratori del polo logistico Ikea di Piacenza. Ad animarla è stato un gruppo di 30 compagne/i, appartenenti a diverse realtà della sinistra di classe e dell'antagonismo sociale. Il luogo prescelto per avviare anche nella capitale una campagna che altrove ha già avuto diversi passaggi, è stato il punto vendita Ikea collocato nel grande centro commerciale Porta di Roma, nella periferia nord della metropoli. Un'opzione dalla duplice valenza. Infatti, da un lato si è voluto lanciare un ulteriore segnale all'azienda, ribadendo che la lotta per la dignità, contro la mancata applicazione del contratto nazionale, gli eccessivi carichi di lavoro e l'inagibilità sindacale, portata avanti dai lavoratori (in gran parte immigrati) di Piacenza non è sola. Dall'altro, si è colta la possibilità di rivolgersi ad un gran numero di proletari. Non solo, per intenderci, a chi lavora - perlopiù in condizioni di precarietà estrema - nei diversi esercizi commerciali di Porta di Roma. Ma anche alle migliaia di persone che attraversano il centro commerciale - spesso senza fare acquisti - nel fine settimana, vivendolo come luogo di ritrovo e d'incontro in una periferia che - soprattutto dopo le speculazioni edilizie dell'ultimo decennio - è sempre più un "deserto di cemento", privo di luoghi di aggregazione.
A costoro è stato distribuito il volantino - già diffuso in altre parti d'Italia - dove, oltre a descrivere rapidamente la vicenda, si dà già la possibilità di compiere un'azione concreta. Consegnando alle casse Ikea un tagliando (collocato al termine del foglio) in cui si dichiara la propria solidarietà verso i lavoratori di Piacenza.
Molti hanno interloquito con chi lo distribuiva, chiedendo cosa si poteva fare a sostegno di chi sta lottando, altri hanno cercato di ottenere ulteriori delucidazioni su una vicenda che, nei termini essenziali, già conoscevano da radio, tv e giornali.
Il che è la conferma di un fatto. Soprattutto a partire dagli accadimenti del 2 novembre, i lavoratori del polo logistico Ikea si sono imposti all'attenzione pubblica. Lo hanno fatto non inseguendo a tutti i costi la visibilità mediatica, ma praticando con tenacia gli strumenti classici della lotta di classe (lo sciopero ed il picchetto in primo luogo), senza arretrare di fronte alle rappresaglie aziendali ed alla repressione poliziesca.
Tutto il contrario di quanto avviene, sempre più spesso, negli ultimi tempi. Che vedono i lavoratori sospinti dai sindacati confederali e dal circuito dell'informazione a praticare iniziative sostanzialmente aconflittuali (come l'ormai troppo replicata "salita sul tetto"). Iniziative che servono solo per presentarli come "casi pietosi" in quei talk show dove agli imprenditori viene chiesto di fare profitti con un occhio al "bene collettivo", ai politici di ascoltare le voci del mondo del lavoro in sofferenza ed agli operai di recitare la parte dei disperati, che segnalano i problemi che le prime due "categorie" debbono risolvere.
La coraggiosa lotta dei facchini di Piacenza ha ribaltato questo schema, permettendo a chi solidarizza con essa di riparlare, finalmente in termini chiari, della contraddizione tra capitale e lavoro.

Il Pane e le rose - Collettivo redazionale di Roma

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