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Alta tensione per il nuovo test spaziale della Corea del Nord

(3 Dicembre 2012)

La Corea del Nord annuncia un nuovo test missilistico per il lancio di satelliti. Il Giappone schiera i missili Patriot. Gli Usa minacciano, Russia e Cina invitano alla distensione. Ma in Asia ormai da anni è una corsa ai test missilistici di lunga gittata. Chi li possiede sono ormai 43 paesi, venti anni fa erano la metà.

Sale la tensione in Asia intorno alla decisione della Corea del Nord di procedere al lancio sperimentale di un missile per il lancio di satelliti artificiali. Le autorità della Repubblica Popolare Democratica di Corea avrebbero già installato sulla rampa il primo stadio del missile intercontinentale ed hanno annunciato di volerlo lanciare tra il 10 e il 22 dicembre per la messa in orbita di un satellite. Le autorità di Pyongyang hanno spiegato di voler mandare in orbita solo un satellite di osservazione terrestre, dopo che gli scienziati hanno analizzato "gli errori commessi durante il lancio precedente" avvenuto ad aprile scorso. In un comunicato del Comitato coreano per la tecnologia spaziale rilanciato dall'agenzia di stampa di Stato Kcna, si precisa che avrà ufficialmente scopi non militari.
Secondo l'agenzia sudcoreana Yonhap, che cita fonti del governo di Seul fortemente ostile alla Corea del Nord, il vettore e' stato sistemato nella base di lancio di Dongchang-ri, nel nord-ovest e a pochi chilometri dal confine con la Cina. L'assemblaggio del primo dei tre stadi del missile significa che la Corea del Nord avrebbe iniziato i preparativi del lancio di un missile a lunga gittata", ha detto una fonte del governo sudcoreano, ribadendo che per Seul il lancio rappresenta in realta' il test di missile a lungo raggio potenzialmente capace di raggiungere la costa occidentale degli Usa con una testata nucleare. Intanto la marina militare giapponese sta trasferendo una batteria di missili Patriot verso la prefettura di Okinawa. La nave Kunisaki ha lasciato la base militare di Kure, nella prefettura di Hiroshima, con un carico di missili Patriot Advanced Capability-3 (Pac-3). Sabato il ministro della Difesa Satoshi Morimoto aveva ordinato di avviare i preparativi per abbattere, se necessario, il razzo di Pyongyang.
La portavoce del Dipartimento di Stato USA, Victoria Nuland, ha dichiarato che si tratta di «una grave provocazione che minaccia la pace e la sicurezza della regione». La Nuland ha quindi ricordato che «ogni uso da parte della Corea del Nord della tecnologia legata ai missili balistici rappresenta una violazione diretta della risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'Onu» che vieta a Pyongyang i test missilistici o collegati ad attività nucleari dopo i test atomici del 2006 e 2009.
La Russia ha chiesto alla Corea del Nord di rinunciare al lancio del missile intercontinentale. L'appello e' contenuto in un comunicato diffuso dal ministero degli Esteri russo. "Chiediamo con forza al governo nordcoreano di riconsiderare la decisione di lanciare il razzo", si legge nella dichiarazione del dicastero, che si e' detto "rammaricato" della notizia. Anche la Cina, ha espresso «preoccupazione» per l'annuncio del test missilistico auspicando “ che le parti coinvolte possano agire in modo più favorevole alla stabilità della penisola nordcoreana”
Del resto in Asia non è solo la Corea del Nord che sta testando missili per il lancio di satelliti nello spazio. L'India, ad aprile, ha collaudato con successo il suo primo vettore strategico, l'Agni-5, dotato di un raggio d'azione di 5.500 chilometri e capace di portare almeno cinque testate atomiche a rientro indipendente, una tecnologia di estrema sofisticazione finora posseduta da non più di quattro o cinque Paesi. L'Iran è riuscito a lanciare, a inizio luglio, il suo terzo satellite da osservazione mediante il missile Safir-B derivato dallo Shahab-3, un vettore militare capace di colpire a 1.300 chilometri di distanza.
Secondo quanto riferisce Il Sole 24 Ore del 17 settembre scorso, "i Paesi dotati di missili con portata superiore al migliaio di chilometri sono quasi raddoppiati nell'ultimo ventennio: erano solo sei nel 1987 (Usa, Urss, Francia, Gran Bretagna, Israele e Cina) e oggi sono già dieci, essendosi aggiunti nel frattempo India, Pakistan, Iran e Corea del Nord". Ma se si considerano i vettori ufficialmente utilizzati nei programmi spaziali civili, occorre includere anche Brasile, Giappone e Corea del Sud. I Paesi che possiedono missili balistici (con raggio di circa 500-600 chilometri, sufficiente a colpire in profondità molti dei Paesi confinanti) sono addirittura 43, il doppio di quanti erano nel 1991.

Alessandro Avvisato - Contropiano

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