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Alba Dorata denuncia un comunista e i giudici assecondano i nazifascisti.

(2 Settembre 2013)

Domani sarà Savvas Michael-Matsas a dover rispondere in tribunale di “incitamento alla violenza e alla discordia civile”, “disturbo alla quiete pubblica” e anche pubblicazione diffamatoria.

A denunciarlo sono stati i nazisti di Alba Dorata.

«Sono l’incarnazione delle fantasie di ogni fascista. Sono ebreo, sono comunista, e un comunista eretico, un trotskista. L’unica cosa che mi manca è che non sono omosessuale». Sono queste le parole con cui si difende Savvas, unico con Constantinos Moutzouris a essere stato chiamato dai giudici dopo varie denunce eseguite da Alba Dorata

Savvas dalla sua deve rispondere di un appello dell'anno 2009 da parte del partito comunista greco EEK (Partito operaio rivoluzionario), di cui è dirigente, e dove c’era scritto che “Il popolo non dimentica, impicca i fascisti”. Tra i denuncianti non mancano personaggi come la militante che possiede un negozio di parafernalia nazisti, che da diverso tempo aspettadi essere processata, ha infatti accoltellato un immigrato afghano.

La scelta dei giudici di chiamare in giudizio solo Savvas e Constantinos Moutzouris, che ha la colpa di essere il dirigente dell'università che ha permesso ad Indymedia Atene di appoggiarsi sui server dell’università della capitale, e anche contro Indymedia Atene c’è un fronte evidente che dai politici della maggioranza va ai vertici della polizia, passando anche per i palazzi di giustizia: qui il doppio standard impera e inoltre è tutto declinato a favore dei fascisti di Alba Dorata, che colpiscono impunemente e per i quali poi i processi sono rimandati all’infinito.

Savvas invece per quello slogan del 2009 va a processo. Nessuno invece ha mai inquisito quanti hanno invitato a ucciderlo perché alternativamente, "quinta colonna dell’Iran, pilastro del progetto sionista per conquistare la Grecia, anima della minaccia comunista che vorrebbe farne un regime bolscevico".

In Grecia è stato dunque superato un limite: i nazisti hanno denunciato l’antifascismo e i giudici di un paese europeo li hanno assecondati mettendo in piedi un processo che non ha precedenti.

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