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Sasà Bentivegna, Partigiano

Sasà Bentivegna, Partigiano

(3 Aprile 2012) Enzo Apicella
E' morto ieri a Roma Rosario Bentivegna, che nel 1944 prese parte all’azione di via Rasella contro il Battaglione delle SS Bozen.

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(Ora e sempre Resistenza)

Il proletariato e l’offensiva reazionaria borghese

(18 Dicembre 2013)

Il problema che i circoli imperialisti si stanno ponendo è il seguente: come continuare a saccheggiare la classe operaia e le masse popolari prevenendo lo sviluppo di un movimento rivoluzionario?
La risposta è: utilizzando il malcontento esistente, specialmente quello fra la piccola borghesia, per ricondurlo in un alveo diretto da forze di destra e di estrema destra, così da rafforzare la dittatura del capitale finanziario e reprimere i movimenti della classe operaia.
Quanto successo il 9 dicembre scorso a Torino, città impoverita e massacrata
dalla crisi capitalistica, è stato un episodio emblematico.
Migliaia di commercianti, agricoltori, trasportatori e artigiani, colpiti dalla crisi, assieme a gruppi di studenti e di elementi sociali spostati, hanno dato vita a una protesta per il taglio delle tasse (che molti piccoli e medi borghesi evadono) e i sussidi. Elemento unificante a livello politico la richiesta di dimissioni del governo, la critica alla “casta” e ai sindacati in quanto organizzazione dei lavoratori (non ai vertici sindacali stravenduti), un confuso rifiuto dell’euro e l’odio verso i migranti, classico caprio espiatorio.
Fra gli organizzatori della protesta, mimetizzati, vi erano numerosi fascisti e teppisti, che dietro la loro lurida demagogia sociale coltivano il progetto di un governo retto da militari o ispirato a quello ultrareazionario di Orban in Ungheria. A sventolare, assieme ai tricolori, la rivendicazione del monopolio politico reazionario: “l’uomo forte”.
Alcuni fenomeni vanno registrati: una “strana” latitanza delle cosiddette
forze dell’ordine; la convergenza fra leghisti e fascisti; l’assenza nelle proteste del M5S, che si dimostra un contenitore elettorale inutilizzabile quando vi sono movimenti di piazza, comunque pericoloso perché fa da battistrada al populismo di estrema destra.
Il carattere fondamentale di un movimento come quello “dell’Immacolata”, seppure non omogeneo, è reazionario. Lo spazio per la sua discesa in campo gli è stato offerto dall’assenza nella scena politica della classe operaia organizzata, divisa e paralizzata dalla politica riformista e opportunista di scissione e di collaborazione di classe con la borghesia, con l’UE imperialista e i suoi governi.
La massa di manovra piccolo-borghese fa gola ai gruppi più reazionari della borghesia, che sentono di non poter più governare con i vecchi metodi e forme di governo. E’ dunque un fenomeno pericoloso, da non sottovalutare nelle attuali condizioni di instabilità economica e politica.
I legami organici fra capitale finanziario e fascismo sono noti. La destra e l’estrema destra sono la carta che l’oligarchia si appresta a giocare per rimpiazzare i liberal-riformisti in un contesto di aggravamento e prolungamento della crisi.
Una carta per premere sulle controriforme istituzionali (il recente discorso di Napolitano ne è una riprova), per recuperare lo scontento dilagante in funzione di una politica ancor più antioperaia (es. distruzione dei CCNL dietro la bandiera della “libertà del lavoro”), sciovinista e guerrafondaia, per dividere ancor più il proletariato.
E’ completamente fuori strada chi, dopo aver appoggiato il M5S, ora appoggia e partecipa a movimenti di questi tipo per cercare di “spostarli” a sinistra.
Sono posizioni pericolose che contribuiscono solo a rallentare la vigilanza
nei confronti del pericolo di destra, a ostacolare la mobilitazione del proletariato nella lotta contro l’offensiva reazionaria, e che rischiano di gettare nelle braccia della reazione più nera i suoi settori arretrati.
La natura di questi fenomeni è stata spiegata da Marx e Engels ed è tuttora valida: "I ceti medi, il piccolo industriale, il piccolo negoziante, l'artigiano, il contadino, tutti costoro combattono la borghesia per salvare dalla rovina l’esistenza loro di ceti medi. Non sono dunque rivoluzionari, ma conservatori. Ancora più, essi sono reazionari, essi tentano di far girare all'indietro la ruota della storia. Se sono rivoluzionari, lo sono in vista del loro imminente passaggio al proletariato; cioè non difendono i loro interessi presenti, ma i loro interessi futuri, abbandonando il proprio modo di vedere per adottare quello del proletariato” (Manifesto del partito comunista).
Il successo nella battaglia contro la reazione e il fascismo dipende dalla riorganizzazione del nostro campo, forgiando il fronte unico proletario e, sulla sua base, il fronte popolare, due fattori di grande importanza nella situazione attuale.
La ripresa dell’iniziativa operaia nelle fabbriche e nelle strade, l’azione unitaria contro l’offensiva del capitale e dei suoi governi, la realizzazione di organismi di fronte unico dal basso (consigli, comitati unitari, etc.), la difesa dagli attacchi del fascismo e della reazione alle organizzazioni dei lavoratori, sono la terapia per prevenire e combattere l’influenza reazionaria.
Solo costruendo un compatto blocco di forze che lotti contro l’offensiva del capitale finanziario e dei suoi complici, si potrà paralizzare l’influenza dell’estrema destra sulla piccola borghesia e sulla gioventù, si eserciterà effettivamente una capacità di attrazione verso settori vittime della crisi capitalistica, guadagnando alleati preziosi nella lotta contro il capitale e per il socialismo.
La lotta contro il pericolo di destra, contro il fascismo vecchio e nuovo, è un aspetto della lotta per approfondire la crisi della borghesia, una classe che ha esaurito la sua funzione storica e deve essere estromessa dal potere politico da un movimento rivoluzionario di massa diretto dal proletariato, la classe più rivoluzionaria.
Lo sviluppo di questa linea presuppone l’esistenza di un forte e combattivo
partito rivoluzionario, marxista-leninista, che diriga correttamente la lotta del proletariato e dei suoi alleati per conquistare la società organizzata razionalmente dai produttori associati.
E’ il compito principale, in cui dobbiamo persistere per darvi soluzione.

17 dicembre 2013

Piattaforma Comunista

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