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(30 Ottobre 2014)
Mille operai delle Acciaierie di Terni a Roma, il 29 ottobre, contro il licenziamento di 600 di loro.
Mille persone che il governo Renzi considera nemici da trattare con la legge scippa-diritti, chiamata “jobs act”, e con una manovra economico-finanziaria “lacrime e sangue”, chiamata “legge di stabilità”.
E se sono nemici, vanno trattati senza tanti complimenti, stesso trattamento già riservato ai no tav, al movimento dell'abitare. Una repressione non nuova quella del Governo Renzi solo che questa volta a esserne vittima è la cgil che ha sempre guardato come pericolosi estremisti i sindacati di base, i movimenti dell'abitare e quelli a difesa dell'ambiente che avevano sperimentato arresti, cariche e manovre repressive dalla "democratica" polizia
Così, mentre il corteo stava dirigendosi verso il Ministero dello sviluppo economico e delle attività produttive, le forze di polizia si sono scagliate contro gli operai e a suon di manganellate hanno mostrato di che pasta è fatto il governo del bullo già sindaco di Firenze: botte a tutto spiano, teste rotte, visi ricoperti di sangue, colpiti anche il segretario della Fiom/Cgil, Landini, e il segretario della Fim/Cisl, Bentivogli, quattro lavoratori ricoverati in ospedale.
Però, di che meravigliarsi? Le forze di polizia sono al servizio del governo, il quale, nelle politiche economiche e sociali, sta guadagnandosi il titolo del peggiore che l’Italia abbia avuto dal 1945.
E lo fa non solo a marce forzate, ma anche sfoderando, per bocca del suo primo ministro, sfide provocatorie al mondo del lavoro dipendente, apostrofato con insulti, avvertimenti, minacce.
Il 29 ottobre a Roma e una decina di giorni prima a Torino, si è passati dalle parole ai fatti: chi non ci sta a buttare giù il rospo della politica governativa, avrà pane per i suoi denti.
Il ministro di polizia, Angelino Alfano (quello che, come ministro della Giustizia, regalava leggi su leggi a Berlusconi, per salvarlo dai processi), è lì proprio per imporre le decisioni del governo e dei padroni dell’industria e della finanza, quelli che a fare il primo ministro hanno chiamato il Renzi, così ambizioso e così portato a comandare, così somigliante al Marchionne.
Del resto, la sua avversione alla lotta operaia, il Renzi l’aveva già manifestata, quando, sempre con l’aria del gradasso di paese, aveva lanciato lo slogan: “Occupazione SÌ, occupazioni NO!”, per dire: “Guai a chi occupa le fabbriche!”, così rispondendo a Landini, il quale s’era lasciato scappare la battuta che la lotta avrebbe potuto prendere anche la piega dell’occupazione delle fabbriche.
Chissà come saranno stati felici, i 415 operai della TRW di Livorno in occupazione di fabbrica (pardon, in “assemblea permanente”) per garantirsi l’occupazione e non essere gettati sul lastrico, a sentir dire quelle parole “rassicuranti” del Renzi!!!
La stessa “rassicurazione” dev’essere stata avvertita anche dagli operai delle mille fabbriche che in Italia stanno traballando, come la raffineria dell’ENI, sempre a Livorno!!!
LA RISPOSTA ALL’IMPRESA VIGLIACCA CONTRO GLI OPERAI DI TERNI DEV’ESSERE UNA RAGIONE IN PIÙ PER FARE DEL 14 NOVEMBRE UNA GRANDE GIORNATA DI SCIOPERO GENERALE.
Cobas Pisa
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