">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

Pro mutuo mori

Pro mutuo mori

(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

APPUNTAMENTI
(Imperialismo e guerra)

SITI WEB
(Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...)

In preparazione della manifestazione del 19 marzo contro la guerra

Resoconto della riunione nazionale del 6 febbraio a Roma (presso la sede nazionale dei Cobas)

(9 Febbraio 2005)

Domenica 6 febbraio, si è svolta a Roma una prima riunione nazionale per cominciare a discutere della articolazione italiana della giornata mondiale contro la guerra convocata per il prossimo 19 marzo. Erano presenti compagne e compagni provenienti da diverse città italiane (da Palermo a Pisa, da Napoli a Firenze) e la discussione è stata positiva e propositiva (21 interventi).

La parte dedicata alla guerra del documento approvato dal Forum Sociale Mondiale di Porto Alegre è stata giudicata in larga parte una base condivisa per poter proporre e rilanciare anche in Italia una grande manifestazione nella capitale il 19 marzo così come avverrà negli Stati Uniti e in numerosissimi altri paesi.

Il ritiro delle truppe, la fine dell’occupazione dell’Iraq e la legittimità delle forze che all’occupazione resistono in vario modo, lo smantellamento delle basi militari e la riduzione delle spese di guerra, cioè i punti salienti del documento approvato dal movimento a livello internazionale, possono rappresentare una base comune per impostare la manifestazione italiana del 19 marzo.

Nessuno degli interventi ha però sottovalutato i fattori emersi negli ultimi dieci giorni - le elezioni in Iraq ed il sequestro della giornalista del Manifesto Giuliana Sgrena.- e quanto questi possano incidere sulla mobilitazione contro la prosecuzione della guerra e dell’occupazione dell’Iraq.

Il giudizio sulle elezioni irachene, non ha solo confermato la valutazione negativa già espressa in precedenza, ma ha sottolineato come gli stessi dati “ufficiali” nascondano una realtà ben diversa da quella di una normalizzazione che sembra aver affascinato anche una parte delle forze politiche italiane pure impegnate fino a qualche settimana fa su una posizione che chiedeva il ritiro delle truppe.

L’idea che il passaggio elettorale in quanto tale – e indipendentemente dalla sua gestione e dai suoi risultati effettivi - possa far ritenere ineluttabile il permanere delle truppe o in attesa di un nuovo assetto interno “balcanico” o di un comando internazionale dell’ONU, è stato valutato negativamente da tutti gli interventi.

Sul sequestro di Giuliana Sgrena, oltre all’augurio che possa presto tornare libera insieme agli altri giornalisti sequestrati, la riunione ha apprezzato la posizione assunta dalla redazione del Manifesto che ha dichiarato di non voler retrocedere di un millimetro nell’impegno contro la guerra e per il ritiro delle truppe. Gli elementi di conoscenza sul sequestro sono ancora pochi e le ipotesi prese in considerazione nella discussione sono diverse: c’è chi ritiene che sia ormai operativo il modello Negroponte teso a fare piazza pulita solo dei giornalisti scomodi o che intendono vedere più chiaro su cosa accaduto a Falluja; c’è chi ritiene che possa trattarsi di un gruppo di malavitosi locali; c’è chi ritiene che possa essere opera di gruppi impegnati nella resistenza contro l’occupazione e in tal caso responsabili di un grave errore politico a cui mettere riparo rapidamente; c’è anche chi ritiene possa essere il risultato dell’esaurimento di iniziative contro la guerra in Italia che rende meno evidente – vista dall’Iraq - la separazione tra chi in Italia appoggia o contrasta l’occupazione militare del paese. Gli elementi che finora si hanno a disposizione non consentono una lettura più omogenea se non nel rifiutare la firma di cambiali in bianco o di accordi bipartizan al governo Berlusconi nella gestione del sequestro come accaduto recentemente.

Dalla riunione è emersa la consapevolezza che la riuscita di una manifestazione nazionale contro la guerra in questo contesto, richiede una forte capacità inclusiva ed una piattaforma chiara, una grande capacità di comunicazione ed iniziativa sociale (anche a livello locale) e la riaffermazione degli obiettivi su cui in due anni milioni di persone si sono riconosciute in Italia come nel resto del mondo.

In tal senso la riunione del 6 febbraio intende avviare rapidamente una ampia interlocuzione con tutte le forze che in questi anni si sono mobilitate contro la guerra per dare vita ad un comitato promotore unitario della manifestazione del 19 marzo contro la guerra a Roma sugli obiettivi succitati. Dalla riunione è emersa anche la volontà di far vivere congiuntamente e niente affatto in contrapposizione la manifestazione nazionale del 19 marzo a Roma e quella europea lo stesso 19 marzo a Bruxelles contro l’impianto liberista su cui si sta conformando l’Unione Europea.

Una prima riunione per lavorare in questa direzione è prevista per giovedì 10 febbraio, alle ore 11.00 probabilmente presso la sede dell’ARCI in via dei Monti di Pietralata (Staz. Tiburtina).

CONTROPIANO

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «Go home! Via dell'Iraq, dall'Afghanistan, dal Libano...»

Ultime notizie dell'autore «Contropiano / Rete dei comunisti»

4181