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Bush chiede a Berlusconi di schiacciare il campo antimperialista

(5 Agosto 2005)

44 membri del Congresso degli Stati Uniti hanno inoltrato all’ambasciatore italiano a Washington, Sergio Vento, una formale nota di protesta affinche’ il governo italiano metta fuori legge il Campo Antimperialista

Il 1 luglio il provider americano oscurava il sito del Campo Antimperialista (lo stesso giorno, in Italia, veniva perquisita l’abitazione di Emanuele Fanesi, intestatario del conto corrente postale della campagna “Dieci Euro per la Resistenza irachena”). Sapevamo di forti pressioni politiche provenienti da ambienti della destra americana. Ora sappiamo che queste pressioni sono potenti e ad altissimo livello.

Il 27 luglio l’importante settimanale "USNews" informa che 44 membri del Congresso degli Stati Uniti, in data 28 giugno, hanno inoltrato all’Ambasciatore italiano a Washington, Sergio Vento, una formale nota di protesta in cui si chiede al governo italiano il pugno di ferro contro il Campo Antimperialista, sulla base dell’accusa che noi, essendo tenaci sostenitori della Resistenza irachena, saremmo dei “finanziatori del terrorismo internazionale".

E’ subito chiaro, leggendo la petizione sottoscritta dai parlamentari americani, cosa essi intendano per pugno di ferro: premere su e ricattare il governo Berlusconi affinche’ metta fuori legge il Campo facendo arrestare i suoi membri magari per farli trasferire a Guantanamo.

A nessuno puo’ sfuggire l’inaudita gravita’ di questo atto intimidatorio. Dando voce all’entourage Neocon raccolto attorno a Bush, si palesa la concezione imperiale americana per cui l’Italia e’ considerata poco piu’ di una colonia il cui governo non puo’ che eseguire gli ordini che arrivano da Washington.

Il Campo Antimperialista e’ cosi diventato il capro espiatorio per mettere alla prova il tasso di sudditanza a Bush non solo del governo Berlusconi ma anche del centro sinistra.

Nostro malgrado, a causa della determinazione con cui difendiamo la lotta di liberazione del popolo iracheno, siamo infine il banco di prova sul quale l'amministrazione americana vuole sperimentare l’imposizione al mondo di un unico spazio giuridico imperiale, stracciando lo Stato di diritto vigente negli altri paesi, liquidando quindi, assieme alla nostra Costituzione, il principio inviolabile ad essa indissolubilmente connesso, della sovranita’ nazionale.

Nella nota di protesta i 44 parlamentari americani chiedono infine al governo italiano, con tono minaccioso, che esso impedisca in ogni modo la prevista Conferenza Internazionale per la pace e la Resistenza in Iraq prevista in Italia per i giorni 1 e 2 ottobre prossimi con la partecipazione di decine di delegazioni, dall’Íraq e da ogni continente.

Al governo diciamo che esso puo’ e deve respingere le pressioni provenienti da Washington; puo’ e deve farlo se non e’ un governo fantoccio degli Stati Uniti; se ha a cuore non solo la democrazia e la liberta’ di cui si fa vanto, ma pure lÎindipendenza del nostro paese.

Alle forze dell’opposizione parlamentare chiediamo di tenere fede alle loro affermazioni sul ritiro delle truppe d’occupazione in Iraq, chiedendo al governo non solo di respingere le pretese americane ma di presentarsi in Parlamento a riferire cosa esso abbia fatto e abbia intenzione di fare per rifiutare questa pesante ingerenza imperialistica nella politica italiana.

Al movimento contro la guerra, a tutti gli antagonisti, chiediamo di manifestare immediatamente la loro protesta contro le richieste nordamericane e, ove possono, di mobilitarsi a difesa della democrazia e della liberta’. Ovvero, oggiorno, anzitutto di potere sostenere il legittimo diritto del popolo iracheno a cacciare le truppe colonialiste d’occupazione.

Assisi, 4 agosto

Notiziario del Campo Antimperialista .... 4 agosto 2005

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