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IN-SICUREZZA NEL LAVORO IN APPALTO NELLE FERROVIE ITALIANE: un incidente ferroviario mortale a Brandizzo (Torino)

MORTI 5 OPERAI della società Sigifer, in appalto lavori di manutenzione per conto di Rfi. Un locomotore investe e uccide 5 operai, due della squadra di manutenzione rimasti miracolosamente illesi, il convoglio sfrecciava a 160 km/orari. ERRORI DI COMUNICAZIONE NELLA FILIERA DEI LAVORI ESTERNALIZZATI, IN-SICUREZZA SUL LAVORO IN FERROVIA, UN’ALTRA STRAGE OPERAIA CHE POTEVA ESSERE EVITATA

(31 Agosto 2023)

comunicatousi

Un’altra strage operaia nei lavori di manutenzione esternalizzati, che poteva essere evitata rispettando le normali procedure di prevenzione, informazione, comunicazione tra i vari pezzi della filiera dei lavori in appalto per la manutenzione e la sostituzione in questo caso, di alcune rotaie. L’IN-SICUREZZA NEL LAVORO IN FERROVIA PRODUCE ALTRI 5 MORTI, sulla tratta Milano Torino nei pressi di Brandizzo (Torino), zona Settimo Torinese - Chivasso. Un locomotore, in transito sul binario 1 a velocità di circa 160 Km/h, ha investito e ucciso cinque operai che erano al lavoro sui binari. Altri due sono rimasti miracolosamente illesi, attualmente ricoverati presso l’ospedale di Chivasso. Il macchinista del treno sarà interrogato in mattinata, in evidente stato di shock, visitato da un'ambulanza arrivata sul posto e mandato a casa. Nella cabina di guida, da quel che si sa dalle prime sommarie notizie, erano in due.

L'incidente è avvenuto poco dopo la mezzanotte. Il mezzo viaggiava a 160 chilometri orari. I due scampati alla tragedia non sarebbero stati colpiti dal convoglio. Infatti dalle prime ricostruzioni, i due operai illesi, in forte stato di shock, si trovavano a breve distanza dal binario dov'è passato il convoglio, che li ha soltanto sfiorati i 5 operai deceduti, dipendenti della società Sigifer con sede a Borgo Vercelli, in Piemonte, sono Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Giuseppe Sorvillo, 43 anni, di Brandizzo; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Vercelli; Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso; Kevin Laganà, 22 anni di Vercelli. Le indagini sono affidate alla Procura di Ivrea che sta ricostruendo con il nucleo dei carabinieri del NIL di Torino e con le indagini effettuate dalla Polfer di Torino, la dinamica dei fatti utilizzando le immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza, aprendo finora un fascicolo di indagine contro ignoti, per “disastro colposo” e “omicidio colposo plurimo”.
Il treno e il personale viaggiante che lo conduceva, così come le varie situazioni che dovrebbero fare i vari passaggi di comunicazione PREVENTIVA, di lavori di sostituzione di alcune rotaie e di manutenzione, che ha prodotto l’ennesima STRAGE OPERAIA DA IN-SICUREZZA SUL LAVORO IN FERROVIA, non avrebbe saputo nulla della presenza della squadra degli operai della Sigifer, lungo i binari e sarebbe quindi saltata, qualche comunicazione sui normali meccanismi di avviso e comunicazione sui lavori in corso.

COME SI DENUNCIA DA ANNI, LE FASI CARDINE DI OBBLIGO DATORIALE, SULLA SICUREZZA E SALUTE SUL-DEL LAVORO, DI PREVENZIONE E DI INFORMAZIONE, DI FORMAZIONE E ADDESTRAMENTO, SONO SPESSO DISATTESE o effettuate in modo approssimativo e superficiale, anche per quanto riguarda le disposizioni e le indicazioni formative, che la società Sigifer avrebbe dovuto impartire agli operai in casi simili. Così come le INFORMAZIONI E INDICAZIONI OPERATIVE, PER IL PERSONALE VIAGGIANTE, sulla presenza degli operai in appalto durante le ore notturne, i macchinisti e conducenti del locomotore infatti non erano stati avvisati di questi lavori di sostituzione di alcune rotaie sul binario 1. Ai familiari dei cinque operai morti, la nostra vicinanza e solidarietà. PERO’ NON POSSIAMO TACERE CHE NEL SISTEMA FERROVIARIO IN ITALIA, GLI INCIDENTI MORTALI di coloro che lavorano nei servizi in appalto, esternalizzati dove la filiera di lavori prevede diversi passaggi tra le società committenti, quelle titolari degli appalti e quelle magari in sub-appalto o che usano manodopera, SONO CONTINUI e non possono essere ricondotti, come se fosse una causa scusante e giustificatrice, a “errori umani”, è il MECCANISMO DEGLI APPALTI CHE GENERA UN AUMENTO DEGLI INCIDENTI, DEGLI INFORTUNI E DEI MORTI SUL LAVORO, QUANDO PER FINIRE I LAVORI PRIMA SI FANNO O IN FRETTA, OPPURE SENZA SEGUIRE E VERIFICARE PASSO DOPO PASSO, SE I PRINCIPI CARDINE DELLE DISPOSIZIONI CODIFICATE DAL D. Lgs. 81 2008 nel nostro Paese, in applicazione di molte direttive europee in materia di salute e sicurezza sul lavoro, SIANO STATE EFFETTUATE E SE SVOLTE IN MANIERA PRECISA, PUNTUALE E COINVOLGENTE TUTTI I VARI SOGGETTI INTERESSATI, proprio in funzione di ELIMINAZIONE E RIDUZIONE AL MINIMO “TECNOLOGICAMENTE E SCIENTIFICAMENTE SOSTENIBILE”, DI OGNI FATTORE DI RISCHIO E PERICOLO per l’incolumità fisica di chi ci lavora o, come nel caso della strage ferroviaria di VIAREGGIO, di cittadini e cittadine.

Altri 5 morti da lavoro salariato, a conferma della IN-SICUREZZA NEL LAVORO E NEGLI APPALTI IN FERROVIA, in una strage infinita, alle origini determinata dal meccanismo degli appalti e della mancata comunicazione preventiva e di prevenzione dai rischi, ma in generale dal modello di sfruttamento capitalistico, dove LA SALUTE E’ CONSIEDERATA UNA MERCE E LA SICUREZZA UN COSTO, da ridurre o da comprimere per mantenere quei margini di utile e di profitto per pochi, a danno di tanti, lavoratrici e lavoratori o della cittadinanza, a partire dai settori e ceti subalterni e più ricattabili sul “mercato del lavoro”. Il nostro compito di denuncia e segnalazione pubblica di questi fattori continui di rischio e di pericolo, di informazione e di formazione per la sicurezza sul-del lavoro, come per lo sviluppo di un forte movimento di lotta che sia in grado di autorganizzarsi e di dare impulso all’autodifesa collettiva, unendo chi lavora con gli altri strati della popolazione fruitrice di servizi e attività pubbliche, continua anche se dovremo, purtroppo, riferire che la strage sul lavoro anche nelle ferrovie, continua e si tratta di una lotta senza fine e senza tregua, fino al cambiamento radicale ed effettivo dello stato di cose presenti. Del resto, CHI NON HA IL CORAGGIO DI RIBELLARSI, NON HA IL DIRITTO DI LAMENTARSI.

USI Unione Sindacale Italiana, fondata nel 1912 e ricostituita in sigla USI 1912 (aderente alla Rete Nazionale Salute e Sicurezza sul Lavoro e sui territori)

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