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Napolitano a Tel Aviv

Napolitano a Tel Aviv

(16 Maggio 2011) Enzo Apicella
Napolitano a Tel Aviv il giorno della Nabka

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(Palestina occupata)

La guerra è tra noi, da che parte stiamo?

Lo Stato genocida di Israele ha cominciato questa notte la guerra di terra contro il popolo palestinese

(28 Ottobre 2023)

Atilio Boron

Atilio Boron

L’assemblea dell’ONU ha approvato a maggioranza una risoluzione che chiede una tregua proprio mentre le truppe israeliane entravano a Gaza.
Il testo dice: “tregua umanitaria immediata, duratura e prolungata che conduca alla cessazione delle ostilità, e che tutte le parti rispettino immediatamente e pienamente i loro obblighi ai sensi del diritto internazionale, in particolare per quanto riguarda la protezione dei civili” e, più oltre “la revoca dell’ordine da parte di Israele di evacuazione dei palestinesi del nord della Striscia e respinge fermamente qualsiasi tentativo di trasferimento forzato della popolazione civile palestinese”.

Su 193 paesi, 120 hanno votato a favore: la maggior parte del mondo.

Hanno votato contro 14 paesi: Stati Uniti – il capofila dell’imperialismo mondiale – Israele – il suo cane da guardia in Medio Oriente - Austria, Croazia, Cecoslovacchia, Ungheria, Guatemala, Isole Marshall, Micronesia, Nauru, Tonga, Papua Nuova Guinea, Isole Fiji e Paraguay.
Si sono astenuti 45 paesi: i vili sostenitori della “democrazia” e dei “diritti umani” difesi con le “guerre umanitarie”, i servi dell’imperialismo statunitense dell’Unione Europea (Germania, Gran Bretagna e, naturalmente, l’Italia) oltre a Ucraina, Bulgaria, Finlandia, Grecia, Slovacchia, Giappone, Sud Corea e altri.
E’ stata respinta la bozza presentata dal Canada che richiedeva una tregua condannando però “gli attacchi terroristici di Hamas.

Tragicamente, sul sangue di Gaza, il mondo – che non è l’Europa e gli Stati Uniti ma l’Africa, l’Asia, l’America Latina – si è accorto del popolo palestinese e del genocidio che da 75 anni lo stato nazista di Israele commette ogni giorno e che ora sfocia in una guerra fatta da un paese armato fino ai denti e che possiede armi nucleari contro un popolo disperso e privato di terra, diritti, vita ma che non si arrende davanti allo sterminio imperialista, genocida e nazista.

Scriviamo nella notte con le poche notizie che giungono, poche perché Israele, molto democraticamente, ha interrotto le comunicazioni e i media possono riportare (come hanno comunque fatto finora) solo quanto dice l’esercito israeliano.

Facciamo nostre le parole del politologo argentino Atilio Boron: “C’è un atroce parallelo tra la coraggiosa resistenza degli ebrei del Ghetto di Varsavia e quella dei palestinesi a Gaza. Ciò che cambia è solo il nome del signore della morte: Hitler allora, Netanyahu oggi”.
E ricordiamo alla pavida Europa dei capitalisti che allora ci costò 40 milioni di morti.

Da Sesto S.Giovanni che con gli scioperi operai del marzo ’43 diede il via alla Resistenza italiana, abbiamo Gaza nel cuore e siamo al fianco della eroica Resistenza del popolo palestinese, di cui ora tutto il mondo si accorge.

“La notte in città è buia, tranne per il bagliore dei missili;
silenziosa, tranne che per il rumore dei bombardamenti;
terrificante, fatta eccezione per la rassicurante promessa della preghiera;
nera, tranne la luce dei martiri.
Buona notte”.
Le parole sono di Heba Abu Nada, poetessa palestinese uccisa giorni fa a Gaza insieme ad altri 7.000 suoi concittadini.

Centro di Iniziativa Proletaria “G.Tagarelli” - Sesto S.Giovanni

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