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La Gelmini ha ragione

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(26 Novembre 2010) Enzo Apicella
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"Nuovo" CIA di Risorse per Roma S.p.A.: un'offesa allo Statuto dei lavoratori

(e un pessimo esempio per la contrattazione decentrata nelle società in house di Roma Capitale)

(9 Febbraio 2024)

Comunicato congiunto USB-USI

risorse per Roma

Risolta con successo l'emergenza rifiuti, chiusi con largo anticipo i cantieri del Giubileo, ripristinata la puntualità del trenino Roma-Ostia e di tutti i bus della Capitale, ecco aggiungersi alla lista degli obiettivi centrati dall’Amministrazione Gualtieri l'attesa chiusura del Contratto Integrativo Aziendale di Risorse per Roma S.p.A.
Una vittoria per tutti i lavoratori della società in house di Roma Capitale, proclamano i sindacati confederali, un'ultima offesa allo Statuto dei lavoratori e alla dignità di tutto il personale, diciamo noi (e non da soli).

Arrivato con 6 anni di ritardo sul precedente CIA, scaduto nel 2018, ma in anticipo sul nuovo CCNL Terziario, distribuzione e servizi (sul quale i negoziati non sono ancora ripresi), il CIA di Risorse per Roma è un’operazione di facciata che da una parte getta fumo negli occhi dei lavoratori e dall’altra conferma e consolida un’organizzazione del lavoro fondata sui privilegi per pochi e meno diritti per tutti. Non manca neanche un goffo ma non per questo meno grave tentativo di mettere il bavaglio ai sindacati conflittuali (che a fronte di un tasso di sindacalizzazione complessivo che non raggiunge il 50% dei dipendenti, hanno raccolto e organizzato nel corso dell’ultimo anno il 12% dei lavoratori di Risorse per Roma).

Spacciato da confederali e Azienda per un accordo di portata storica, questo CIA manca invece proprio del contenuto essenziale di ogni contratto integrativo: la parte economica. Mentre in Italia e in Europa l’inflazione erode salari e pensioni, complici le guerre in corso e il rialzo dei prezzi di energia e prodotti alimentari, gli stipendi a Risorse per Roma restano al palo. Il “nuovo” CIA lascia infatti a bocca asciutta chi attendeva da anni l’aggiustamento del superminimo (l’ultimo è del 2007), sostituito invece da un “premio di risultato” agganciato al bilancio aziendale:
peccato che questo premio di risultato fosse già oggetto di un precedente accordo siglato ad agosto, mentre il nuovo CIA si limita ad estenderlo per il solo 2024 ai lavoratori dei presidi (per il resto ingiustamente esclusi dalla contrattazione di secondo livello).

Qualche mancia più consistente arriva per un gruppetto ben selezionato di lavoratori: i “direttori dei lavori” (quanti sono? e soprattutto chi sono?) e i “validatori” dell’Ufficio Condono (figura sconosciuta al diritto amministrativo, utile a spostare quote di salario dagli istruttori delle pratiche di condono a qualche fedele “certificatore del lavoro altrui”). Fuori dal gruppo dei selezionati di serie A, vengono indennizzati con 10 euro lordi al giorno anche gli “sportellisti” di Condono, Patrimonio e Dipartimenti. Dopo 20 anni, l’Azienda prende finalmente atto che parte del suo personale svolge servizio al pubblico, ma invece di riconoscere la dovuta indennità a tutti gli interessati, precisa che ne usufruirà solo chi lavora dietro uno “sportello”. E chi accoglie il pubblico all’ingresso delle sedi comunali senza neanche un vetro a protezione? Chi riceve i cittadini in stanza, o in archivio, senza sapere chi ha davanti? E chi va dal cittadino - ad esempio per gli interventi di manutenzione delle case popolari, a proprio rischio e pericolo? Sicuramente entreranno nel prossimo CIA… se mai ce ne sarà un altro.

Sotto il profilo economico, questo accordo è un’occasione mancata per riaggiustare le disparità economiche che da sempre contrassegnano il personale di Risorse per Roma: da una parte “direttori”, “certificatori”, “validatori” e “controllori” del lavoro degli altri, titolari di posizioni economiche “al passo con all’inflazione”, dall’altra una platea sempre più affollata di lavoratori e lavoratrici assegnati a mansioni di fatica, o a intensa ripetitività, contrassegnati da rilevanti tassi di produttività ma con basse remunerazioni. Per archivisti, portieri, istruttori di pratiche amministrative, procedimenti tecnico-urbanistici, addetti alla digitalizzazione, al protocollo, alle segreterie, agli endoprocedimenti, ai sopralluoghi, alle manutenzioni, alle graduatorie ERP (praticamente il 98% dei dipendenti di Risorse)… niente da fare, se ne riparla tra altri otto anni (o chissà quando).

Su salute e sicurezza parlano i fatti: i firmatari di questo CIA devono spiegare ai lavoratori e alla città che cosa hanno fatto in questi anni per risolvere la grave situazione logistica della sede dell’Ufficio Condono, non aggiungere nuove
promesse a vecchie bugie. Devono spiegare perché i RLS (tutti confederali e ormai scaduti da tempo) siano rimasti per anni completamente sordi ai richiami dei lavoratori, perché nessuno raccolga le decine di segnalazioni dei dipendenti e perché anche agli ispettori della ASL, chiamata da noi dopo un inverno insostenibile, l’Azienda continui a millantare interventi mai conclusi e riparazioni mai effettuate.

Per il lavoratore arrabbiato il nuovo CIA di Risorse per Roma ha però un’offerta che non si può rifiutare: la conferma dello smart working per due giorni a settimana (salvo diverse disposizioni da parte di Roma Capitale). Non proprio quello che si dice una “misura strutturale”, come decantato invece da Azienda e sindacati concertativi, visto che all’indomani della firma è stato somministrato ai lavoratori un contratto separato specificamente dedicato allo SW (a onor del vero il lavoro agile è la modalità ordinaria di svolgimento delle attività lavorative a Risorse per Roma già dal 2022 – in primis al Condono, senza CIA o accordi sindacali e con tanto di buono pasto).

Comunque lo si voglia chiamare, lo SW non è gratis: sul piatto i sindacati hanno lasciato il meccanismo del debito- credito, una sorta di “banca delle ore” che consentiva al personale di Risorse per Roma di recuperare le ore lavorative effettuate in eccesso o in difetto su base settimanale. Per molti lavoratori, ma soprattutto molte
lavoratrici, questo strumento ha consentito per anni il bilanciamento tra lavoro di cura e lavoro professionale, ed era tanto più importante conservarlo oggi in una metropoli che è un cantiere aperto, i treni non arrivano puntuali e soprattutto non è affatto la “città in 15 minuti” di cui vagheggia la Giunta Gualtieri. Questo CIA lo cancella per sempre e questa è una sconfitta per tutti: sindacato, lavoratori e soprattutto tante lavoratrici.

Ma la minaccia di cancellare lo smart working in caso di esito negativo serviva a ben altri scopi, più gravi e lesivi dei diritti e delle libertà sindacali sanciti da Costituzione e Statuto dei Lavoratori: costringere il personale ad accettare supinamente una clausola-capestro che esclude le OO.SS. non firmatarie del CCNL di riferimento dal diritto di indire assemblee, dai permessi sindacali e dall’uso della bacheca. Non voti o voti NO? Allora torni in ufficio 5 giorni su 5!, questo il disinteressato consiglio dato ai lavoratori da sindacati e (molti, per fortuna non tutti)
responsabili dei vari servizi. Non sicuri neanche così di raggiungere il quorum al referendum aziendale, hanno quindi deciso di fare ricorso a un giorno di votazione supplementare, questa volta on line, senza procedure condivise per il voto da remoto, senza commissione di garanzia, e senza partecipazione di TUTTE le RSA presenti in Azienda alle operazioni di spoglio (e infatti il voto in presenza NON ha raggiunto il fatidico 50%+1 dei lavoratori). Un capolavoro di trasparenza e democrazia, come mai ci era capitato finora di vedere in una società partecipata di Roma Capitale.

Siamo quindi tanto più orgogliosi dei 103 lavoratori e lavoratrici che di fronte a tale spiegamento di mezzi hanno comunque deciso di astenersi o di votare NO a questo referendum farsa che apre una fase regressiva per i diritti del lavoro a Risorse per Roma (e temiamo in tutte le altre società partecipate del Gruppo Roma Capitale).

In una fase storica contrassegnata da un attacco senza precedenti a salari, pensioni, sanità e scuola pubblica, e in cui è forte il malcontento anche tra le file dei dipendenti di Roma Capitale, questo CIA è un pessimo segnale per i lavoratori che non rinunciano a lottare per diritti, salute, salari e dignità. Ma è un segnale grave anche per l’Amministrazione comunale, muta su Risorse per Roma, muta sul Condono edilizio, muta sulle troppe violazioni della normativa in materia di salute e sicurezza e ora, temiamo, muta anche su questo vergognoso Contratto Integrativo Aziendale. Speriamo di essere smentiti da un rapido intervento delle commissioni capitoline competenti, Trasparenza in primis, e da chi in questa Amministrazione ha ancora a cuore il destino dei lavoratori e delle lavoratrici che si dedicano ogni giorno con passione e professionalità al bene della città.

Agli altri promettiamo invece battaglia, come abbiamo fatto in questi anni, e come continueremo a fare anche nel prossimo futuro al fianco di chi lotta per la propria salute, per più diritti e salari dignitosi (e di questa lotta ne va fiero).

Unione Sindacale di Base

Federazione Romana
RSA USB Risorse per Roma S.p.A.

USI fondata nel 1912 e ricostituita

Confederazione sindacale nazionale
e federazioni territoriali intercategoriali
Segreteria prov. Federazione di Roma
RSA USI 1912 C.T.&S. Risorse per Roma S.p.A.

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