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Precari Asu, Puc e contrattualizzati: la lotta paga!

(1 Aprile 2006)

La legge sulla stabilizzazione dei precari Asu, Puc e contrattualizzati per cinque anni degli enti locali approvata dall’Ars non è da considerarsi certamente risolutiva del problema del precariato, infatti, oltre ad essere un chiaro provvedimento rattoppato dell’ultimo momento, continua a mantenere una chiara disparità di trattamento con i colleghi regionali.

La prospettiva di un contratto a ventiquattro ore per Asu e Puc per gli ultimi sei mesi del 2006 non scrive la parola fine al precariato per una categoria di lavoratori costretta a subire vessazioni, strumentalizzazioni e ricatti quotidiani da ben diciassette anni, senza alcuna certezza per il futuro e, nel caso degli Asu, anche senza alcuna contribuzione previdenziale.

Si è ben lontani da quanto declamato dal Governo Regionale che si era impegnato a risolvere definitivamente il problema dei precari in Sicilia. La legge divide inoltre la platea dei lavoratori precari e alcuni, gli Lpu e i contrattualizzati per cinque anni (questi ultimi inclusi con un emendamento voluto dallo Slai Cobas su mandato dell’assemblea dei lavoratori tenutasi a Enna), vengono inseriti nella parte programmatica della legge a partire dal 2007.

Tuttavia questa legge, frutto di tante lotte portate avanti dalle lavoratrici e dai lavoratori, rappresenta un primo punto di partenza su cui proseguire le future battaglie per la rivendicazione di una stabilizzazione.

L’unica certezza è che per la prima volta non bisogna dire grazie a nessuno tranne che alla lotta di tante donne e tanti uomini che in questi mesi contro tutti (Governo regionale, amministrazioni locali) e abbandonati dalle storiche sigle sindacali, con forza e determinazione (occupazioni, blocchi stradali, manifestazioni) hanno riportato l’attenzione su questo dimenticato problema, mettendo con le spalle al muro il Governo regionale e costringendolo ad adottare delle misure anche se insufficienti.

Le lotte non sono certamente finite, bisognerà nei prossimi giorni organizzarsi per fare applicare questa legge dai singoli enti riuscendo a garantire fino all’ultima lavoratrice ed all’ultimo lavoratore. E’ necessario, inoltre, organizzarsi in modo strutturato e permanente per far sì che dall’indomani dell’insediamento del nuovo Presidente della Regione (chiunque esso sia ed a qualsiasi schieramento politico esso appartenga) si possa manifestare sin da subito la nostra indisponibilità a fare sconti ad alcuno e la determinazione nel portare avanti la nostra lotta fino alla risoluzione definitiva della vertenza.

Crediamo che bisogna fare tesoro di questa esperienza (nata, per servirsi di un termine ironico spesso usato in questi mesi, come Sindacato di necessità), che ha dimostrato che autorganizzarsi non solo è possibile ma anzi, liberandoci dai giochi di potere, dalle strumentalizzazioni e dalla demagogia, si può riuscire ad ottenere risultati; crediamo, infine, che bisogna investire nuove energie per coinvolgere quanti più lavoratrici e lavoratori nella costruzione del sindacato di base in modo da poter mobilitare in futuro la categoria, quando serve, in tempi veloci in tutte le realtà siciliane e soprattutto con percorsi partecipati e condivisi.

Slai Cobas Sicilia
slaicobassicilia@virgilio.it

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