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Libia

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(24 Febbraio 2011) Enzo Apicella
Libia: rivolta di popolo o guerra per il petrolio?

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Il Tesoro dà i numeri, no alle posizioni del governo sulle pensioni

Sciopero generale

(21 Giugno 2007)

Il negoziato sulle pensioni che comincia è segnato dalla campagna del ministero del Tesoro che spara cifre inverosimili sui costi dell’abolizione dello scalone Maroni. E’ un’operazione poco seria che dimostra semplicemente la volontà di utilizzare la spesa sociale per fare cassa. Con questa impostazione si potrebbero quantificare i miliardi che si risparmiano non facendo i contratti, tagliando la sanità, chiudendo le scuole. Perché il governo non calcola, invece, quanto può ottenere se si ripetono per dieci anni gettiti fiscali come quello di quest’anno, se si accumulano “tesoretti”, se si lotta all’evasione contributiva e si tagliano gli sprechi e i privilegi dei politici, degli manager, degli alti burocrati?
La posizione del governo è inaccettabile e riconfermiamo che:

lo scalone Maroni va abolito e non trasformato in scalini che porterebbero, comunque, all’aumento dell’età pensionabile;
i coefficienti di calcolo delle pensioni non possono essere tagliati, perché altrimenti sarebbero proprio i giovani a pagare, con pensioni da fame;
bisogna aumentare davvero le pensioni minime e quelle più basse;
bisogna separare la previdenza dall’assistenza, affidando quest’ultima alla fiscalità generale, cioè alle tasse pagate da tutti e non solo pagate dal lavoro dipendente;
basta con le pensioni d’oro dei politici, dei manager, dell’alta burocrazia.

La Rete28Aprile chiede a Cgil, Cisl e Uil di respingere le ipotesi finora presentate dal governo e di rispondere alla sollecitazione che viene da tanti scioperi in corso, con lo sciopero generale, scelta indispensabile se il governo mantiene le posizioni assunte. Il ricatto dell’accordo a tutti i costi va respinto, non si può accettare con Prodi quello che si è respinto con Berlusconi, è ora che sulle pensioni e sul lavoro si faccia giustizia.

Roma, 19 giugno 2007

Rete 28 Aprile nella Cgil per l’indipendenza e la democrazia sindacale

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