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(5 Gennaio 2008)
La morte del partigiano garibaldino Padoan ha dato la stura ad alcuni servizi giornalistici e televisivi falsificatori e di pessimo gusto. In questi servizi che non esito a definire privi di qualsiasi onestà e professionalità, si cancellano i fatti e i contesti storici mentre si travisano le poche informazioni che rimangono.
Diciamolo subito e a scanso di equivoci: i fatti di guerra di Porzus avvennero in ottemperanza all'accusa di osteggiare la politica di alleanza della resistenza italiana con la resistenza jugoslava di Tito e di trattare con i tedeschi (cioè nazisti) e con i fascisti della X Mas di Borghese. Ricordate, inoltre, che all'interno della Divisione Osoppo, da cui dipendeva anche la brigata Osoppo-Friuli, vi erano personaggi come Giuliano Dell'Antonio (nome di battaglia "Guidi") noto per essere un "gladiatore", nonchè un faccendiere anti-comunista in contatto con membri della X Mas e della Guardia Civica (corpo collaborazionista) e della Marina Repubblicana.
Agendo in questo modo le formazioni Osoppo ricaddero sotto l'ordinanza del Comando Volontari della Libertà che a livello di direzione Italia Nord nell'ottobre 1944 qualificavano di "tradimento" - e questo in tempo di guerra equivale alla fucilazione - ogni trattativa con il nemico (direttiva ripresa dal CVL del Triveneto nel novembre 1944).
Detto questo, che viene abilmente omesso dagli organi di informazione oligarchici di questo paese, procediamo e facciamo chiarezza. I fatti si svolgono nel Friuli orientale che è divenuto territorio annesso al Reich Hitleriano, dopo i fatti dell'8 settembre. Le zone di cui parliamo sono sotto il controllo e considerate parte dello Stato nazista e soggette alle sue leggi di guerra. Stiamo parlando più precisamente dell'Adriatische Kunstenland-Litorale Adriatico: ora questa ex-parte del territorio del regno d'Italia ed anteriormente ex-parte dell'Impero Absburgico in precedenza alla "redenzione" del 1918, non è più Italia: è Germania nazista!
In queste zone operano non solo i reparti della Wehrmacht e della SS per estirpare definitivamente la resistenza partigiana e il "problema ebraico" ma, addirittura, i reparti dell'Einsatz-Kommando "Reinhard"; quelli che hanno organizzato lo sterminio di 2,5 milioni di ebrei polacchi.
Gli "esperti" dell'Einsatz Kommando (92 in totale non solo tedeschi ma anche ucraini) dispiegano la propria azione istituendo 3 uffici: a Udine a Trieste e a Fiume/Rijeka. A Trieste, come "titolo di merito" viene eretto un campo di concentramento e sterminio "in miniatura" ma estremamente efficace. Esso deve servire ad eliminare i partigiani e gli antifascisti dei centri urbani e allo stesso tempo i partigiani rastrellati durante le azioni di guerra e, inoltre, come campo di passaggio per ebrei e non-ebrei, verso Auschwitz, Dachau, Belsen....Si tratta della "Risiera di San Sabba".
La resistenza, in queste zone, è precoce, a causa del ventennio che ha visto l'attacco frontale del fascismo ai comunisti e agli slavi che da lungo tempo risiedevano in queste aree nazionalmente miste. Dalla snazionalizzazione violenta dell'elemento sloveno e croato alle torture e al massacro dei comunisti e delle loro strutture politiche, passando per l'esproprio delle associazioni e attività economiche slovene e croate, il fascismo semina terrore, odio e violenza.
E' inutile sottolineare che qui a reagire, con tutti i limiti imposti dal totalitarismo fascista sono i comunisti italiani e i comunisti e nazionalisti di sinistra sloveni e croati. Sono essi a promuovere la resistenza in città e in montagna, in stretto coordinamento che diverrà sempre più forte quanto più ci si avvicinerà alla fine della guerra. Mentre gli altri "antifascisti" non faranno alcunchè di paragonabile a ciò che sta facendo la resistenza dei comunisti italiani e del Osvobodilna Fronta-Fronte di Liberazione sloveno. Anzi, occuperanno molto del loro tempo a trattare con gli anglo-americani (oltre che con i nazi-fascisti) in chiave di una futura lotta anti-comunista.
Ognuno può espreminere le proprie preferenze od inclinazioni politiche, quindi, ci mancherebbe. Ma partendo dai fatti. La posta in gioco è purtroppo quella della cancellazione della memoria storica, della resistenza e della guerra di liberazione nazionale che noi italiani, al pari degli jugoslavi abbiamo affrontato contro il nazi-fascismo. Guerra di liberazione che, da noi, ha ridato verginità ad una classe dominante completamente sputtanata sia all'interno che all'estero. Non dimentichiamolo.
Sergio Mauri
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