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6 aprile, un mondo nuovo

6 aprile, un mondo nuovo

(7 Marzo 2011) Enzo Apicella
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Da Quarto alla Padania

(7 Maggio 2010)

Tutta l'Oligarchia politica italiana è dedita ad esaltare l'unità d'Italia ed a professare la sua scelta federalista. Tutta a cominciare dal Presidente della Repubblica. Il partito secessionista di Bossi che è ben insediato in Roma ladrona e ne lucra profitti prebende e privilegi per i suoi esponenti ostenta disprezzo per il Risorgimento. Ma basta vedere in tv le riprese degli arrivi di Bossi agli incontri con Berlusconi o altri a bordo di possenti lussuosissime auto estere in vere e proprie processioni tutte rigorosamente a carico dell'erario italiano per capire fino in fondo il detto siciliano " addratta e chianci".

L'oligarchia politica italiana non perde mai di vista il Nord, le grandi regioni industrializzate del capitalismo italiano, e cerca di farsi perdonare la sua opzione unitaria con una forte professione di fede nel federalismo. Federalismo che, nella interpretazione di molti dirigenti del Nord, vuol dire che ogni Regione dovrà usare i mezzi provenienti dal proprio reddito fiscale e non dovrà più parassitarsi su altre o sullo Stato. Questa versione del federalismo è assai più spinta in coloro i quali ritengono che dovrà anche avvenire una sorta di purificazione etnica di tutte le funzioni pubbliche: professori, magistrati, provveditori e quant'altro dovrà essere selezionato accuratamente e prelevato dalle risorse umane locali.

Nell'atteggiamento di molti fautori del federalismo c'è una componente didattica importante. Si dice: questo abituerà i meridionali ad essere responsabili, a non scroccare alle nostre spalle, a sviluppare la propria inventiva e trovare finalmente il modo per sostenersi da soli.

La sinistra italiana ha la responsabilità di non dissociarsi dal coro dei federalisti. Ieri Epifani ha affermato al Congresso della CGIL che, per lui, il federalismo non vuol dire secessione. Ma non si è sognato di metterlo in discussione.

Io resto convinto che il federalismo sarà il grimaldello per distruggere l'Italia quando si innesterà alle attuali Regioni e ne esalterà i poteri di legislazione autonoma. Se si vuole conservare l'unità d'Italia non si può essere federalisti ma semmai proporre un nuovo progetto di coesione nazionale oggi disgregata dalle controriforme della destra per la scuola e le privatizzazioni. L'espulsione di circa duecentomila insegnanti in grandissima parte di origine meridionale prevista nel corso di questo triennio costituisce da sola un vulnus terribile all'unità del paese finora fondata sull'equilibrio della ricchezza industriale al Nord e dei quadri della pubblica amministrazione in grande parte al Sud.

Gli attuali oligarchi che hanno in mano le Regioni sono dei superprivilegiati della Casta che si è creata nel corso di questi anni e da solo costano miliardi di euro che vengono procurati dalla fiscalità e quando questa manca dalla vendita del patrimonio demaniale o dall'indebitamento con le banche spesso estere. Il federalismo sarà usato da questa classe dirigente oramai vecchia di quaranta anni e dedita a tutti i sotterfugi (basti vedere la leggi elettorali, i poteri dei Consigli, i poteri del Presidente etc....) per feudalizzare ancora di più il loro potere. Al grimaldello federalista si unisce il grimaldello delle privatizzazioni che hanno creato una fittissima rete di s.p.a. pubblico-private che erogano stipendi milionari a consigli di amministrazioni intenti ad amministrare quello che ieri era curato da un semplice funzionario municipale. Basti vedere gli Ato in Sicilia.

L'oligarchia ha creato nuove categorie sociali: la categoria degli amministratori e quella dei consulenti. Divertitevi a contare i consulenti della provincia di Bolzano o gli amministratori toscani e ne vedrete delle belle.... Non è parassitismo lucrare dai contribuenti per distribuire a centinaia di migliaia di amministratori e di consulenti? Esiste una necessità oggettiva per giustificare questa gente? No! Esiste però la possibilità legale di crearli...

In merito alla virtuosa gestione dei settori, ad esempio, la sanità lombarda bisognerebbe vedere quanto costa ai cittadini e quante risorse vengono inghiottite dall'apparato privato che parassita il servizio sanitario nazionale. Sono certo che moltissime persone rinunziano a curarsi a Milano perchè il sistema è diventato troppo oneroso.

Oggi il federalismo appare ai suoi profeti del Nord come una via di fuga da una Italia che è diventata insopportabile nei momenti in cui non la spremono. Ma una riforma così rivoluzionaria non si può fare soltanto per sfuggire ad una realtà diventata sgradevole sperando in un far west dove scatenare gli spirits animals . Dovrebbe avere motivazioni molto più profonde. Ai bergamaschi qualcuno ha raccontato che non manterranno più gli sfaticati terroni del Sud. Ma le cose non stanno così. Non daranno più soldi al Sud (ammessa per vera la leggenda di questa solidarietà) ma non ne avranno per se. Finiranno nelle tasche dei loro concittadini che gestiranno le Regioni soltanto in funzione dei loro interessi di impresa o di clan.

Spero che la sinistra si svegli e chieda uno stop ed una verifica di come stanno le cose oggi nelle regioni.

Pietro Ancona

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