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Per un forte e unitario sciopero generale il 25 giugno

(14 Giugno 2010)

Di fronte alla manovra del governo Berlusconi, si è aspettato fin troppo per convocare lo sciopero generale. I vertici della CGIL, dopo aver tentato un accordo con i collaborazionisti di CISL e UIL (che ormai accettano tutto), l'hanno proclamato finalmente per il 25 giugno, ma di sole 4 ore per i lavoratori privati, con manifestazioni regionali e territoriali.

Non è una risposta adeguata all'attacco che stiamo subendo. Come primo passaggio nel percorso di lotta serviva uno sciopero nazionale di otto ore di tutte le categorie, con manifestazione sotto Palazzo Chigi, indetto unitariamente dalle organizzazioni sindacali e dagli organismi sociali che vogliono lottare contro la macelleria sociale organizzata dal governo dei padroni.

L'iniziativa è tardiva e parziale, i suoi contenuti moderati. La burocrazia sindacale riformista mira a far sbollire la rabbia dei lavoratori per tornare al tavolo della trattativa istituzionale, pronti a “fare la propria parte”, come ha dichiarato lo stesso Epifani.

Nonostante questi limiti, bisogna partecipare compatti allo sciopero del 25 giugno, poiché va utilizzata ogni possibilità per far avanzare la lotta unitaria, esigendo misure concrete e urgenti che tutelino gli interessi vitali dei lavoratori: blocco dei licenziamenti, salario garantito al 100% a spese dei padroni e dello stato in caso di sospensione della produzione e ai disoccupati, difesa dei CCNL, aumenti veri e certi di salari e pensioni, regolarizzazione dei lavoratori migranti e precari, aumento della spesa sociale, forte tassazione su profitti, rendite e patrimoni, recupero completo dell’evasione fiscale, requisizione dei “tesoretti”, tagli alle spese militari e ai fondi che vanno al Vaticano, fuoriuscita dalla gabbia imperialista dell'UE.

Per rifiutarci di pagare la crisi e i debiti del capitalismo è dunque necessario scendere di nuovo in piazza opponendoci frontalmente alle politiche borghesi, dimostrando all'accozzaglia al potere quello che può succedere quando i lavoratori si ribellano.

Ovunque sia possibile lo sciopero deve essere esteso all'intera giornata, su contenuti di classe e con dimostrazioni combattive. Mandiamo un preciso avviso al governo, ai capitalisti, a tutti coloro che vogliono farci compiere ulteriori sacrifici.

Chiaramente la risposta dei lavoratori non può limitarsi a questo sciopero. Il governo Berlusconi infatti non ha approvato solo una manovra antipopolare che aggrava la recessione, ma d’accordo con la Confindustria (la Fiat fa da battistrada), porta avanti un disegno reazionario che mira a eliminare tutte le conquiste operaie e sociali, per riportarci indietro di decenni.

Basti pensare all’intensificazione bestiale dello sfruttamento ottenuta coi ricatti occupazionali, alla demolizione dello Statuto dei Lavoratori e dei CCNL, agli accordi separati, con cui approfittando della crisi si peggiorano le condizioni di vita e di lavoro di milioni di proletari, si cancellano diritti ottenuti a prezzo di dure lotte, si apre la strada a un regime reazionario della grande borghesia.

Tale progetto non si potrà fermare col solo sciopero del 25 giugno. Di fronte al blocco di classe degli sfruttatori che non vogliono più rispettare accordi, regole, leggi, la stessa Costituzione, serve un’iniziativa di lotta più ampia, decisa e prolungata. Un'iniziativa che va costruita senza lasciarci isolare, paralizzare e dividere dagli agenti della borghesia nel movimento operaio e sindacale.

Solo il proletariato può dar vita a questo conflitto aperto, con una mobilitazione efficiente e combattiva nelle piazze e nelle fabbriche, legata a quella degli altri settori colpiti dalla crisi, sulla base di una politica di fronte unico contro l'offensiva capitalista, la reazione politica e i pericoli di guerra.

La classe operaia ha la forza per licenziare il governo Berlusconi e schiudere una prospettiva rivoluzionaria assieme ai suoi alleati. Può riuscirvi a condizione di essere organizzata, unita nella lotta e di esprimere una direzione politica adeguata, che solo un vero partito comunista può assicurare.

Pensare di fare ciò con i vecchi partiti socialdemocratici vuol dire condannarsi alla sconfitta.
Perciò chiamiamo i migliori elementi del proletariato a compiere i passi necessari per avvicinare la sua ricostruzione, rompendo decisamente con gli opportunisti e unendosi ai marxisti-leninisti.

Abbandoniamo ogni illusione. La crisi non è finita, ma si aggrava. Il capitalismo non è più in grado di assicurare una vita decente ai lavoratori, ma deve spremerli come limoni e impoverirli per garantire il massimo profitto ai padroni, ai parassiti, agli speculatori. Questo sistema ha fatto il suo tempo. LOTTIAMO PER L'AVVENTO DI UN GOVERNO OPERAIO RIVOLUZIONARIO CHE ESPROPRI LA BORGHESIA CAPITALISTA, CHE SOCIALIZZI I MEZZI DI PRODUZIONE E DI SCAMBIO, CHE ORGANIZZI IN MODO RAZIONALE E PIANIFICATO LA SOCIETÀ, FACENDOLA FINITA CON LO SFRUTTAMENTO, IL PARASSITISMO, LE GUERRE DI RAPINA, LA DEVASTAZIONE AMBIENTALE.

Piattaforma Comunista

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