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Fiat voluntas Usa

Fiat voluntas Usa

(24 Settembre 2012) Enzo Apicella
Nel suo discorso all'Unione Industriale di Torino Marchionne addossa le colpe della crisi Fiat all'Italia che non si libera dalle zavorre.

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(26 Marzo 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Sulla questione Usa-Italia Marchionne già aveva anticipato il suo pensiero, e alcune ore fa un lungo Report della Reuters lo riporta di nuovo all’ordine del giorno: la Fiat ha intenzione di spostare il quartier generale del Gruppo negli Usa...

Nei mesi scorsi la notizia era già circolata, ma lo stesso Marchionne e il presidente della Fiat, John Elkann, avevano smentito le voci. I primi giorni di febbraio era stato il Wall Street Journal a parlare di una direzione negli Usa, tutti rassicurarono governo e amministratori che così non sarebbe stato. Il 15 febbraio è ancora l'a.d. di Fiat a dire: «Se il cuore della Fiat resterà a Torino, la testa deve essere in più posti: a Torino per gestire le attività europee, a Detroit per quelle americane, ma anche in Brasile e, in futuro, una in Asia».

Ma poi la Reuters fa riferimenti precisi e puntuali su quella che sembra più di una vaga ipotesi: Marchionne penserebbe di mantenere a Torino il centro da cui gestire le operazioni europee e di creare uno hub in Asia, mentre per la sede legale del quartiere generale la scelta cadrebbe sugli Stati Uniti, paese dove il regime di tassazione è più conveniente.
La Fiat e Marchionne, dove possono, vanno e prendono il meglio: cassa integrazione a go go e governi amici in Italia, meno tasse e meno regole in Usa. Altro che italianità del marchio, altro che sacrifici e accordi di lacrime e sangue per i lavoratori con la scusa che tutto sarebbe rimasto in Italia, ma a convincere la Fiat non è bastato nemmeno il modello Pomigliano. Per trasferire tutto in Usa manca l’acquisizione del 51% in Chrysler, obiettivo su cui Marchionne si sta concentrando.
Per la Fiom, con il segretario Maurizio Landini, «queste indiscrezioni, se confermate o non smentite dall'ad Sergio Marchionne, rafforzano la nostra preoccupazione: è da un po’ di tempo che pensiamo che lo spin off del gruppo Fiat sia finalizzato a portare testa e controllo di Fiat Auto negli Stati Uniti». Per questo «riteniamo sempre più necessario un confronto vero sulle scelte di politica industriale del gruppo Fiat e consideriamo necessario superare le logiche che hanno portato alle imposizioni di Pomigliano e Mirafiori».

Alessandra Valentini DirittiDistorti

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