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per Vittorio Arrigoni

per Vittorio Arrigoni

(15 Aprile 2011) Enzo Apicella
Rapito e ucciso a Gaza Vittorio Arrigoni, militante dell'International Solidarity Movement

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L’impegno di Vittorio prosegue

“Azioni dirette non violente, testimonianza, documentazione”

(20 Aprile 2011)

Vik

Mentre è atteso per mercoledì sera lo sbarco nell’aeroporto di Fiumicino della salma dell’attivista italiano Vittorio Arrigoni, sul cui tragico assassinio indaga pur fra crescente imbarazzo il governo di Hamas, l’International Solidarity Movement s’interroga sulle strategie della propria presenza nella Striscia di Gaza.
Fra poche settimane è prevista la partenza del Freedom Flottilla 2, che ricorderà anche la strage di nove militanti turchi attuata l’anno scorso dall’esercito israeliano, e da Tel Aviv s’alzano segnali minacciosi contro l’iniziativa.

Alfredo Tradardi afferma che “L’assassinio di Vittorio fa parte di un più generale attacco che l’ISM sta subendo già dall’anno spassato con l’aggressione omicida alla Mavi Marmara che assassinò fra gli altri il diciannovenne Furgan Dogan, cittadino turco e statunitense.
Israele ha stanziato fondi per sabotare le campagne di boicottaggio e si è data una struttura di tipo militare per organizzare sabotaggi.
Noi non ci faremo intimidire come avvenne per la morte di Rachel Corrie nel marzo 2003. Le pratiche del movimento sono interposizione, azioni dirette non violente, testimonianza e documentazione. Non cambieranno”.


Anche Silvia Todeschini dichiara con fermezza “Resteremo a Gaza a proseguire le nostre attività per due ragioni. Le cellule impazzite di criminali coinvolte nel truce assassinio Arrigoni non ci hanno fatto cambiare opinione sulla popolazione palestinese che non ha mancato, in moltissime occasioni, di dimostrarci la propria solidarietà.
Per Vittorio ci sono state manifestazioni in tutta la Striscia, e poi eventi, luoghi allestiti per esprimere un profondo lutto.
Abbiamo ricevuto la solidarietà di molteplici associazioni e organizzazioni dal Palestinian Center for Human Rights, all'Associazione dei pescatori, al Ministero dei prigionieri: il popolo di Gaza ci è vicino.
Il secondo motivo è che i progetti che continueremo a portare avanti sono quelli su cui anche Vik aveva lavorato, interrompere o diminuire il nostro impegno sarebbe un’offesa alla sua memoria.
Tra questi progetti c'è un’imbarcazione che partirà il 20 aprile e che servirà a monitorare le violazioni dei diritti umani da parte di Israele nei confronti dei pescatori palestinesi.
E’ un piano che Vittorio aveva fortemente voluto e che sarebbe sbagliato abbandonare dopo il suo tragico assassinio.
Durante l'inaugurazione dell’imbarcazione ci sarà una breve cerimonia per ricordare la sua dedizione alla causa palestinese".
Huwaida Arraf è fra i fondatori dell’ISM di Palestina, ricorda “Quando le forze d'occupazione israeliane uccisero i colleghi Rachel Corrie e Tom Hurdall noi ci imponemmo egualmente di proseguire il lavoro e attuare le nostre tattiche.
Decidemmo che non avremmo lasciato vincere Israele che voleva sbarazzarsi di noi. Lo stesso faremo ora.
Non posso pensare che coloro che andavano a uccidere Vittorio potessero avere avuto scritto 'palestinese' nel cuore. Costoro non sono palestinesi.
Non riflettono i valori di tutta la gente di Palestina.
Ogni palestinese uomo, donna, bambino che vive in queste terre è affezionato  a quanto Vittorio ha fatto e condanna in maniera energica quest’omicidio.
Mohmoud Abbas ha dichiarato che i killer di Arrigoni possono essere accusati del più alto tradimento.
Il governo di Hamas sta facendo il possibile per individuare gli assassini.
Quest'atto perpetrato da alcuni criminali non distoglierà l'International Solidarity Movement dai suoi obiettivi.
I compagni di Vittorio continuano a stare a Gaza per inaugurare una nuova associazione di pescatori, progetto al quale lui lavorava alacremente, e molti volontari stanno telefonando chiedendo di poter venire nella Striscia.
Stessa cosa accade in Cisgiordania.
Il libero movimento di Gaza e il comitato che guida la Freedom Flottilla2, che dopo la morte di Vittorio è stata rinominata "Restiamo umani", sono attivissimi.
Il nostro lavoro non si è spezzato.
E’ quello che Vittorio stesso avrebbe voluto”. 


19 aprile 2011

Enrico Campofreda

Fonte

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