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Egitto, lotta e speranze

(28 Novembre 2011)

anteprima dell'articolo originale pubblicato in www.dirittidistorti.it

Lunghe file per entrare ai seggi. Tantissime le donne. Nella prima giornata di voto in Egitto le speranze sono tante e, nonostante i disordini della settimana scorsa, la democrazia è a portata di mano.
Queste sono le prime elezioni parlamentari dalla caduta di Hosni Mubarak nel febbraio scorso, grazie alla protesta dei giovani di piazza Tahrir, piazza della Libertà del Cairo, divenuta in questo intenso 2011 il simbolo di tante piazze calcate dai giovani indignati di tutto il mondo.

Le operazioni di voto per la Camera dei deputati si protrarranno fino all'11 gennaio. I deputati eletti poi dovranno nominare una commissione incaricata di redigere la nuova carta costituzionale. Le elezioni presidenziali si terranno a giugno del 2012, data nella quale l'esercito che ha assunto il comando del Paese nel post-Mubarak restituirà il potere.

I Fratelli musulmani sono i favoriti con il partito Libertà e giustizia; numerosi ex esponenti del regime di Mubarak si sono candidati come indipendenti.

La tensione non manca: dopo gli scontri della scorsa settimana tra manifestanti e forze dell'ordine che hanno provocato 32 morti e 4mila feriti, la transizione verso la democrazia non sarà delle più agevoli. Gli episodi gravi di sospensione dei diritti, di violenza nei confronti dei manifestanti attraverso l'uso di gas lacrimogeni e proiettili sono stati un massacro non solo in senso letterale, ma dal punto di vista dei diritti dell'uomo.

Inoltre, Reporter senza frontiere sconsiglia a tutti i media internazionali di inviare giornaliste donne in Egitto a seguito di una serie di violenze e di stupri che si sono verificati dall'inizio della rivoluzione. L'ultima, quella del 24 novembre scorso, ha coinvolto la giornalista di France 3, Caroline Sinz, aggredita e violentata nei pressi di piazza Tahrir da un gruppo di uomini in pieno giorno.

a. d. b.

28-11-2011

DirittiDistorti

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