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(5 Aprile 2016)
La recente sentenza della Corte di Cassazione che ribadisce in maniera inequivocabile la responsabilità delle singole istituzioni scolastiche e in particolare dei rappresentanti per la sicurezza nel caso di incidenti, di maggiore o minore gravità, rende evidente l'insostenibilità di una situazione che si trascina da anni ed ha il pregio di porre l'amministrazione di fronte alle proprie responsabilità.
Nel momento in cui è stato chiarito che la sola segnalazione delle criticità agli enti locali proprietari degli edifici non solleva gli istituti scolastici dalle responsabilità proprie e che non si può pretendere di garantire il servizio scolastico in condizioni di rischio per gli studenti e per il personale, contraddizioni messe sotto il tappeto per decenni vengono alla luce.
Infatti, come è perfettamente noto e come la Cub-Scuola denuncia da anni, gli edifici scolastici non a norma sono, ci si consenta il gioco di parole, assolutamente normali. A questo punto le scelte sono chiare: chiudere un numero rilevante di scuole e negare quindi nei fatti il diritto all'istruzione o avviare un piano straordinario di lavori tali da superare l'attuale disastrosa situazione.
Va da sè che si tratta di investire risorse consistenti e quindi di fare delle scelte: garantire i servizi sociali essenziali quali la scuola, la sanità, i diritti o proseguire nell'attuale politica e dilapidio del denaro pubblico in grandi opere inutili e nocive, spese militari, privilegi ai ceti dominanti della classe politica. Su questo terreno la CUB scuola avvierà una campagna di inchiesta e di denuncia delle situazioni di criticità.
Torino, 1 aprile 2016
CUB Scuola Università Ricerca
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