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La Francia degli oppressi è in rivolta contro la Francia dell’autocrate Macron

(1 Luglio 2023)

nanterre, rivolta

La Francia degli oppressi (dei più oppressi) ribolle, brucia, è in rivolta contro la Francia del regime sempre più poliziesco e autocratico di Macron, il banditore della virtù della democrazia capitalista, regno della libertà, contro l’autocrazia, regno della negazione delle libertà.

La scintilla è stato l’assassinio a sangue freddo di Nael a Nanterre da parte di un poliziotto – ma le ragioni di fondo irrisolte vanno molto al di là, se è vero che dal 1985 si susseguono periodicamente queste rivolte dei quartieri popolari periferici delle grandi città.


Il capitalismo francese arranca dentro la crisi complessiva dell’Unione europea (e del capitalismo globale), e arrancando produce su scala sempre più ampia precarietà, povertà, emarginazione e rabbia sociale contro un ordine costituito che sempre più sfacciatamente appare come l’ordine dei ricchi, dei capitalisti, dei grassatori di stato e dei loro prosseneti. Abbiamo sempre sostenuto che, inevitabilmente, la polarizzazione sociale in atto da decenni avrebbe portato con sé la riaccensione dello scontro di classe, e anche una polarizzazione politica. E questo è sempre più visibile nella Francia degli ultimi anni, già teatro di un ampio movimento di lotta contro una riforma delle pensioni che ha allungato di 3.000 ore la durata della vita lavorativa dei salariati più “garantiti” e segato brutalmente (dal 75% al 54%) il rapporto tra ultimo salario/stipendio e pensione.

Ciò che sta avvenendo in Francia in questi giorni è anche un test su quanto falsa e rivoltante sia la giustificazione della guerra NATO-Russia in Ucraina come guerra tra democrazie e autocrazie. Nello spaccio senza pudore di questa menzogna si è distinto proprio il presidente francese Macron. Proprio lui che si è rifiutato di cambiare anche una sola virgola di una controriforma delle pensioni, pretesa dal grande capitale finanziario di cui è notoriamente uno scagnozzo, benché sia stata respinta dalla grande maggioranza della popolazione, e contestata da un amplissimo movimento di scioperi e dimostrazioni di piazza. Proprio lui che è a capo di una polizia che – sul modello amerikano – sempre più spesso uccide, e abitualmente ricorre ad una violenza brutale contro ribelli e dimostranti: gli assassinati dalla polizia sono raddoppiati dal 2020 ad oggi, con un picco di 52 nel 2021 (erano stati 40 nel 2020, 39 nel 2022), oltre la metà con meno di 26 anni, un numero sproporzionato figli di immigrati (cittadini francesi solo “sui documenti”).

Ma non è bastato dispiegare 40.000 poliziotti in tutta la Francia, non è bastato fare oltre 850 arresti [poi diventati quasi 3.000 -n.], per impedire che anche ieri si moltiplicassero dimostrazioni e proteste con il ricorso ad ogni forma di lotta. Il nostro auspicio è che il movimento #justicepournael e quello contro le pensioni (che non sono la stessa cosa – vedi sotto il link ai nostri articoli) trovino le vie per dialogare e unire le proprie forze contro il regime autocratico macroniano che amministra, con sempre maggiori difficoltà, la Francia per contro di quel capitalismo che “Tout le monde deteste”.


La risposta odierna di Macron e del suo Consiglio per l’ordine pubblico? Elementare: più polizia nelle strade (45.000 anziché 40.000) con tanto di mezzi blindati, e forse anche la proclamazione dello “stato di emergenza” pur di ripristinare “l’ordine repubblicano”. Libertà di assassinare per la polizia come regola (riaffermata, magari, anche con qualche giorno di arresti per il singolo poliziotto colto sul fatto solo fin che la piazza è calda, poi si troverà di sicuro il modo di scagionarlo perché – come ha detto l’avvocato della famiglia di Nael – in Francia gli agenti che uccidono non vengono mai condannati). Intanto c’è già un comunicato minaccioso, appena uscito, di due organizzazioni di poliziotti che pretendono di avere mani assolutamente libere dal momento che “siamo in guerra” e gli “elementi nocivi” vanno schiacciati con “tutti i mezzi disponibili“ – in coda al testo trovate questo comunicato dal contenuto colonial-fascistoide e con un piglio ricattatorio verso la banda Macron).

Qui di seguito la netta presa di posizione del SI Cobas pienamente solidale con la lotta in corso, il link ad un post del compagno Luc Thibault e qualche materiale di documentazione. (Red.)

#france #justicepournael

Dopo l’omicidio del giovane Nael, che pochi giorni fa ha colpito la comunità della periferica Nanterre, ucciso da un poliziotto con un colpo a bruciapelo solo perché non si era fermato a un blocco stradale, la rabbia è esplosa in tutta la Francia e gli scontri, arrivati ormai al terzo giorno continuano e si allargano aumentando di intensità. Sono in corso in queste ore scontri pesantissimi anche a Marseille, Lyon, Montpellier, Villeurbanne, Avignon e hanno varcato anche i confini nazionali arrivando anche a Bruxelles oltre che in decine di altre città della Francia.

La rabbia contro il sistema e la violenza di chi lo difende si diffonde, passando dal movimento anticapitalista che da mesi lotta e si radica nei territori contro la riforma del governo Macron e dimostra con i fatti di queste ore di essere sempre più qualcosa di radicato nella società che esprime una vera e propria rabbia proletaria e del vero conflitto di classe.

Solidali e vicini la famiglia e gli amic* di #Nael!

Solidali con la lotta in corso nelle periferie francesi!

Tout le monde deteste le capitalisme!!

SI COBAS
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Post di Luc Thibault:

https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=pfbid0mCEFJ3voriWYKLH3ZyJowtat79LNaaG3MCZpowX6CSijihJygydGbQwvyrzwcGubl&id=100001038750766

Per documentazione (molto parziale): cfr.

https://basta.media/Refus-d-obtemperer-le-nombre-de-personnes-tuees-par-un-tir-des-forces-de-l-ordre-a-double-depuis-2017-Darmanin

https://basta.media/le-nombre-de-morts-liees-a-une-intervention-policiere-a-atteint-un-pic-en-2021



I nostri articoli sulla lotta contro la controriforma delle pensioni:

Francia: una lotta imponente, davanti a un bivio: radicalizzarsi, o essere sconfitta

Francia: il parlamento salva Macron. Ma la protesta di piazza non si ferma.

Francia: cronaca della nona giornata di mobilitazione contro la “riforma” delle pensioni

Tous en grève: solidarieté avec les luttes françaises. Pour construire un front uni de classe au niveau européen

Il pungolo rosso

1915