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Pro mutuo mori

Pro mutuo mori

(19 Settembre 2009) Enzo Apicella
In un attentato a Kabul, sono colpiti due blindati italiani, uccidendo 6 parà della Folgore

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Al fianco della resistenza del popolo iracheno!

Per l'internazionalismo proletario!

(14 Marzo 2006)

Tre anni di brutale occupazione militare, decine di migliaia di morti, la distruzione di intere città come Falluja, detenzioni arbitrarie e torture raccapriccianti, non hanno piegato la volontà di resistenza del popolo iracheno. Anzi, con il passare del tempo la resistenza si rafforza e si sviluppano forme di coordinamento tra i diversi gruppi che la compongono.

Ma perché quelli che, secondo la propaganda degli occupanti, avrebbero dovuto essere i beneficiari della 'liberazione', non ci stanno a farsi governare dai 'liberatori' e dai loro governi-fantoccio?

Il motivo è semplice e non ha nulla a che fare con le religioni: il popolo iracheno ha ben chiaro che l'Iraq disegnato e desiderato dagli occupanti, italiani compresi, è un Iraq le cui risorse economiche sono svendute e rapinate dalle compagnie multinazionali occidentali (comprese quelle degli 'oppositori dell'intervento', tipo Francia, Germania e Russia, che stanno partecipando al banchetto), un Iraq dove le uniche leggi del periodo di Saddam rimaste in piedi, sono quelle che vietano lo sciopero e l'organizzazione dei lavoratori. Le masse popolari irachene hanno ben chiaro che l'occupazione è finalizzata a rinsaldare e approfondire il giogo dell'imperialismo: questa consapevolezza si traduce in una resistenza diffusa, forte e popolare, la cui legittimità può essere messa in dubbio solo da chi è complice dell'imperialismo.

Ma l'occupazione dell'Iraq è contraria anche agli interessi dei proletari dei paesi occupanti, non solo perché costa svariate centinaia di milioni di euro all'anno, soldi che sono sottratti alla spesa sociale e di sostegno ai salari, ma anche perché il dominio imperialista sul popolo iracheno accresce la forza e l'arroganza dei loro aguzzini: i padroni e i governi che quotidianamente li sfruttano e li reprimono, nelle fabbriche, per le strade, nelle scuole e nelle università. Bombardati e intossicati da una campagna mediatica quanto mai aggressiva, forzatamente arruolati nella guerra al 'terrorismo', i proletari dei paesi aggressori si vedono restringere gli spazi di agibilità politica e di organizzazione autonoma. Gli unici beneficiari dell'occupazione delle truppe italiane sono i padroni italiani, ENI in testa, che partecipano alla spoliazione e spartizione imperialistica delle risorse irachene, facendo pagare i costi dell'occupazione ai lavoratori.

I proletari, dunque, non possono che schierarsi al fianco della resistenza del popolo iracheno e delle masse popolari che in tutto il Medio Oriente resistono all'imperialismo. Il proletariato ha il diritto e il dovere di schierarsi contro l'imperialismo del 'proprio paese' e di esigere l'immediato ritiro delle truppe italiane di occupazione dall'Iraq, dall'Afganistan, ecc., avendo ben presente che anche un ipotetico governo dell'unione prodiana proseguirà l'occupazione.

MERCOLEDI' 15 MARZO - ORE 15,30
Università Orientale - Palazzo Giusso - aula 3.1
PROIEZIONE VIDEO E ASSEMBLEA-DIBATTITO:
IMPERIALISMO E RESISTENZA IN IRAQ


SABATO 18 MARZO
MANIFESTAZIONE NAZIONALE A ROMA
PER IL RITIRO IMMEDIATO DELLE TRUPPE DALL'IRAQ
AL FIANCO DELLA RESISTENZA DEI POPOLI IRACHENO E PALESTINESE
(appuntamento da Napoli: Stazione Centrale ore 9,30)


Interfacoltà (Coordinamento dei Collettivi Universitari Napoletani) - AMR 'Progetto Comunista' - Area Antagonista Napoletana - Area Programmatica 'Progetto Comunista' - Centro sociale occupato autogestito Terra Terra - Collettivo internazionalista di Napoli - Confederazione COBAS (Campania).

Fonte

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