">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Imperialismo e guerra    (Visualizza la Mappa del sito )

The Idiot

The Idiot

(10 Luglio 2013) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(No basi, no guerre)

Bombardieri F35, nuove basi, guerra interna, guerra infinita. E’ questo il paese “normale”?

(4 Novembre 2007)

Gli accordi, le commesse e gli interventi militari che fanno del nostro paese una “punta di lancia” dell’Occidente contro i popoli euro asiatici e mediorientali non hanno soluzione di continuità.
Dall’aggressione alla Jugoslavia del 1999 sino ad oggi i governi succedutisi in Italia hanno mantenuto l’obiettivo di ritagliare, con la punta delle baionette, uno spazio alle imprese della “azienda Italia”, in primis Finmeccanica ed ENI.

L’attuale esecutivo di centro “sinistra” primeggia in questo compito, investendo enormi risorse dei cittadini nel dividendo bellico, con incrementi esorbitanti di spesa per truppe, mezzi, industrie e ricerca militare. Nel 2007 la Legge Finanziaria ha incrementato del 13% le spese. Quella del 2008 prevede un ulteriore aumento del 31%, tagliando risorse ad asili, cooperazione internazionale e fondi per i contratti dei lavoratori pubblici. La decisione di costruire i bombardieri nucleari F35 a Cameri contestualmente agli investimenti per il caccia “Eurofighter” evidenzia la schizofrenia di un esecutivo piegato ai voleri statunitensi ed a quelli dell’Esercito europeo.

Guerra in Afghanistan e pianificazione dell’aggressione all’Iran, scudo “antimissilistico” contro la Russia, occupazione del Kosovo e del Sud Libano, accordo di cooperazione militare con lo Stato criminale d’Israele, ritorno in Iraq con i carabinieri, nuova base al Dal Molin di Vicenza, progetti d’allargamento delle basi di Sigonella e camp Darby, inserimento dell’Università italiana nella catena di produzione bellica di Finmeccanica, costruzione degli F35 e degli Eurofighter…..
Il quadro d’insieme evidenzia la scelta strategica del governo Prodi: investire sulla guerra come controtendenza alla crisi del capitalismo italiano, malato di familismo e parassitario statale.

Le enormi spese previste per il Ministero dell’Interno e l’ultimo “pacchetto sicurezza” sono l’altra faccia della guerra, quella interna, che militarizza sempre di più la vita di tutti i giorni.

Per sostenere queste politiche occorrono enormi risorse economiche ed un largo consenso, ma i due obiettivi sono evidentemente in contrasto tra loro.
La stabilità sociale inizia, infatti, ad essere messa in discussione dalla rabbia di chi non sopporta più di lavorare per un salario da fame, per un futuro incerto e precario.
Ecco allora che scatta il meccanismo del “nemico interno”, verso il quale tentare di “orientare” lo scontento popolare. Allo scopo si usano singoli fatti criminosi per mettere alla gogna una intera fascia di popolazione, quella migrante, che contribuisce per il 7% al PIL nazionale facendo lavori umili, mal pagati, spesso in condizioni vergognose.
Il fatto che le attuali campagne razziste contro i migranti siano cavalcate direttamente dai rappresentanti del neonato PD ed avallate con il voto della cosiddetta “sinistra radicale” da il senso della degenerazione di un’intera classe politica.

I contorni del “paese normale” che vogliono costruire inizia a prendere forma, ed è quella di un incubo militarista e securitario, sostenuto dalla paura e dalla militarizzazione.
Chi oggi vota le scelte del governo Prodi come “male minore” mente sapendo di mentire.
Mai un governo di centro destra sarebbe stato in grado di produrre simili politiche.

Di fronte a questo vuoto di rappresentanza occorre uno scatto d’autonomia ed indipendenza dei movimenti italiani. Il movimento contro la guerra, con la grande manifestazione del 9 giugno scorso a Roma, con la manifestazione di oggi a Novara e con quella di dicembre a Vicenza marcia su questa strada.

La Legge d’Iniziativa Popolare sui Trattati internazionali le basi e le servitù militari è un primo strumento concreto per riportare direttamente in Parlamento la lotta contro la guerra.
FIRMALA ANCHE TU!

La Rete nazionale Disarmiamoli!
www.disarmiamoli.org

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Ultime notizie del dossier «No basi, no guerre»

Ultime notizie dell'autore «Rete nazionale Disarmiamoli!»

4980