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La pace in Medio Oriente non può attendere un altro Natale

Continua la campagna per il boicottaggio dell'economia di guerra israeliana.

(14 Dicembre 2002)

Segue il testo della lettera che verrà inviata in decine di migliaia di copie nei quartieri di Roma.
Invitiamo a fare altrettanto anche nelle altre città italiane.

Forum Palestina

Gentile famiglia,

è nota anche a voi la drammatica situazione della popolazione palestinese, sottoposta da cinquanta anni all'occupazione militare e coloniale israeliana.

Il diritto dei Palestinesi ad ottenere un proprio stato indipendente rimane il centro di un conflitto sanguinoso per tutte le parti in causa e che rischia di allargarsi al resto del Medio Oriente se ad esso

non viene posto fine attraverso una pace giusta ed una soluzione dignitosa per il popolo palestinese.

Saprete che l'Unione Europea sta discutendo se mantenere o meno le relazioni commerciali con lo stato israeliano, a causa della violazione sistematica dei diritti umani dei Palestinesi e il perdurare dell'occupazione militare e coloniale israeliana.

Ma l'azione dei governi europei rischia di essere tardiva e limitata. Per questo, di fronte all'inerzia dei governi, stanno crescendo l'iniziativa e la protesta della società civile contro la politica delle autorità israeliane. In diversi paesi europei (Francia, Spagna, Gran Bretagna, Danimarca, Svezia, Norvegia, Grecia, Belgio, Svizzera) numerose associazioni, sindacati, gruppi di docenti universitari e di intellettuali stanno promuovendo AZIONI DI BOICOTTAGGIO DELL'ECONOMIA DI GUERRA ISRAELIANA.

Queste associazioni chiedono ai propri governi di congelare gli accordi commerciali bilaterali con Israele, chiedono alle aziende del proprio paese di ritirare gli investimenti sul mercato israeliano e chiedono ai cittadini di sospendere l'acquisto ed il consumo dei prodotti di aziende israeliane o in cui sia presente la partecipazione finanziaria di società israeliane.

Il boicottaggio è la risposta della società civile alla riluttanza dei governi europei a procedere con le sanzioni economiche verso Israele, strumento di pressione capace di convincere le autorità israeliane a recedere dalla politica di oppressione contro la popolazione palestinese.

Lo strumento delle sanzioni e del boicottaggio economico è stato decisivo per porre fine al regime razzista dell'apartheid in Sudafrica. Quindici anni fa, chi avrebbe mai immaginato che Nelson Mandela potesse diventare il Presidente di uno stato fondato sulla segregazione razziale? Le pressioni della comunità internazionale e il boicottaggio economico alla fine hanno persuaso le autorità sudafricane a cessare la politica di oppressione contro i neri ed abrogare l'apartheid.

Oggi dobbiamo operare nella stessa direzione per persuadere il governo israeliano a recedere dall'occupazione militare e coloniale di Gaza, Cisgiordania e Gerusalemme Est, consentire su questi territori la nascita di uno Stato Palestinese indipendente e consentire l'internazionalizzazione di Gerusalemme, una città storicamente importante per i cristiani, i musulmani, gli ebrei. La pressione della comunità internazionale verso l'economia israeliana può sbloccare la situazione, porre fine all' all'oltranzismo dei suoi leader politici e creare le condizioni per una nuova generazione non più condizionata dalla logica dell'odio razziale, della guerra e della sicurezza.

Vi chiediamo pertanto di aderire alla campagna internazionale di boicottaggio delle aziende che investono nel mercato israeliano e dei prodotti israeliani presenti nel mercato italiano. Vi invitiamo a far circolare e conoscere questa proposta ai vostri amici e conoscenti. La pace in Medio Oriente non può attendere un altro Natale

Maggiori informazioni sulla campagna di boicottaggio in Italia e negli altri paesi europei sono reperibili sui seguenti siti internet:

http://www.forumpalestina.org/; http://www.arcipelago.org; http://www.tmcrew.org (in italiano)

http://www.nodo50.org/ (in spagnolo)

http://www.solidarite-palestine/ (in francese)

http://www.palestinecampaign.org/ (in inglese)

Il Forum Palestina (Italia)

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