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Raffaele De Grada 1916 2010

Raffaele De Grada 1916 2010

(4 Ottobre 2010) Enzo Apicella
E' morto all’età di 94 anni Raffaele De Grada, comandante partigiano, medaglia d’oro della Resistenza, critico d'arte.

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Quali pericoli per la democrazia

(20 Dicembre 2007)

E’ storicamente provato che quando i lavoratori avanzano nelle loro conquiste , anche la società acquisisce maggiori diritti civili e la democrazia si allarga. Quanto avvenuto in Italia nel dopoguerra e fino ai primi anni ’80 ne è la dimostrazione. Per contro, quando invece succede il contrario cioè quando i lavoratori arretrano , arretra anche la società civile e la democrazia.

Oggi siamo in questa fase. Ma non per colpa della destra bensì per colpa della sinistra.

A ben vedere se facciamo tara delle leggi ad personam od ispirate a tali interessi, i governi di centro destra hanno fatto meno guai di quanto non abbiano fatto i governi di centro sinistra che si sono succeduti dal 96 in poi, fino a quello attuale. E siccome i lavoratori hanno ottenuto dal Governo Prodi più danni – immediati e futuri – che benefici, c’è tutto l’interesse che se ne vada al più presto.

Mussolini da socialista diventò fascista, fu servo della Germania e del Vaticano e sappiamo dove siamo andati a finire. Il Partito democratico di Veltroni sta compiendo la stessa operazione trasformistica salvo la sostituzione della Germania con gli Usa e attraverso il governo Prodi sta chiudendo uno dopo l’altro ogni spazio di democrazia, inserisce nel codice penale il reato di povertà, manda la polizia a manganellare il dissenso in nome di una legalità fatta di leggi speciali anche di stampo razzista. Patrocina la moratoria sulla pena di morte ma vuole rimanere in Afganistan ad uccidere. Combatte il terrorismo islamico ma sostiene quello nordamericano.

Governo Prodi e Partito democratico godono di due importanti complicità: quella di un sindacato confederale che ha scelto di non essere più tale e di trasformarsi in una grande azienda di servizi per la quale vale di più evadere pratiche pensionistiche o dichiarazioni dei redditi ( fonti di guadagno) piuttosto che le rivendicazioni salariali o le morti sul lavoro ( di cui portano voglia o non voglia una quota di responsabilità morale) e la complicità di una sinistra radicale che di radicale non ha mai avuto nulla e che opportunamente si è più recentemente definita “arcobaleno”. Una accozzaglia “ folkloristica “ di apparati burocratici che per difendere propri personali posti di potere e di casta ha venduto tutti i tesori di famiglia: valori , coerenze e dignità e uccidendo quella speranza del cambiamento ingannevolmente estorta ai loro militanti ed elettori.

Credo sia incontestabile affermare che la sinistra ha subito una sconfitta storica (ma forse sarebbe più corretto affermare trattarsi di suicidio/omicidio) ed uscirne non sarà compito facile e breve. Per farlo occorre in via pregiudiziale affrancarsi dai pericoli immediati rappresentati dal governo Prodi, dal Partito Democratico e dai suoi complici. Diversamente da coloro che in buona fede, da sinistra ( e mi riferisco ad esempio al Manifesto dei Parlato, Rossanda, Castellina o alle patetiche e in parte opportunistiche minoranze interne a Rifondazione) sono ancora ancorati alla tesi della “riduzione del danno” ( senza rendersi conto che esso stesso si è dimostrato un danno), io penso che occorre lottare a viso aperto senza tanti tatticismi per invertire questa deriva partendo dal necessario tentativo di ridare al paese un nuovo partito comunista quale pre-condizione per una sinistra unita di alternativa.

Lucio Costa - Coordinamento per l'Unità dei Comunisti di Padova

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