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le inutili elezioni

(8 Febbraio 2008)

Mai come ora l’appello alle urne mi è sembrato privo di significato, semplicemente perché i due maggiori partiti PD e Forza Italia non rappresentano sinistra e destra, ma sono entrambi partiti di centro, confindustriali, che non parlano di ambiente, che hanno vedute identiche in politica estera, che intendono lasciare ampio spazio alle ingerenze del Vaticano, entrambi sono per gli inceneritori e l’aumento del PIL, chiusi e indifferenti verso il riscaldamento globale, l’inquinamento, la folle globalizzazione.

Mi dispiace per il bel Casini che voleva ritagliarsi un ruolo di arbitro di centro, ma il centro è saldamente in mano a Berlusconi e Veltroni che come unica novità si scrolleranno di dosso i fastidiosi e petulanti nanetti, per arrivare (non lo dicono ma lo pensano) ad un bipartitismo inglese, dove fai fatica ad accorgerti chi è più di destra tra i laburisti e i conservatori, con un eterno e continuo dominio della classe capitalista e finanziaria dominante.

Veltroni, ufficiale liquidatore della sinistra italiana, ha ripescato un cavaliere ormai defunto politicamente, abbandonato dagli “ectoplasmi” Fini, Casini, Bossi, lo ha fatto resuscitare con un disegno semplice e chiaro: andiamo alle elezioni, ognuno per conto suo, senza nanetti, e una volta legittimati dal voto andiamo insieme al governo per fare una nuova legge elettorale che crei il bipartitismo, e poi la politica è “cosa nostra” (come in Inghilterra).

Anche in America succede lo stesso. Repubblicani e democratici si sfiancano in lunghi mesi di primarie facendo apparire pregi e difetti dei candidati, dando importanza a carisma, telegenicità, aspetto, quadretto familiare, ma chiunque vada al potere non può fare altro che seguire le strategie delle multinazionali, delle lobby, del Pentagono, degli onnipotenti media privati, della Chiesa evangelica, che hanno il controllo reale della società. Anche negli USA la politica è un teatrino inutile, che convince solo il 40% della popolazione, e i giochi veri si fanno nei consigli di amministrazione delle compagnie petrolifere, nel complesso militare industriale degli armamenti, nelle banche e a Wall Street. E in questo felice e democratico paese se qualcuno, di destra o di sinistra, non avesse capito bene chi comanda e volesse cambiare politica estera o finirla con le guerre, troverebbe presto un killer sulla sua strada, come tradizione insegna.

In Italia la fiammella della sinistra istituzionale man mano si è spenta, progressivamente annullata nelle illusioni riformiste. Ha consegnato alle forze economiche e ai capitalisti il monopolio del potere, spiegandoci che questa è una rivoluzione civile e democratica e non un tradimento e una capitolazione.

Una fase si è chiusa, dal “compromesso storico” del 1977 ad oggi, la lenta agonia della sinistra è arrivata alla fine, ossia al centro, con un partito che esibisce fanatici integralisti come la Binetti, e Montezemolo che si complimenta.

Mi perdonerete se non vado a votare.

8 febbraio 2008

Paolo De Gregorio

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