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Non basta la Costituzione

(4 Marzo 2009)

Napolitano difende la Costituzione, Franceschini le giura fedeltà, Bocca nell’ultimo intervento su l’Espresso afferma “così è nata la libertà”, a me invece sembra il momento di osservarne i limiti, visto che non ci ha protetto dai monopoli mediatici, dalla dittatura capitalista, e la retorica “sovranità del popolo” andrebbe riscritta nel senso che il denaro e il potere mediatico fabbricano consenso ed il sovrano.

Non parliamo poi della parte che garantisce i diritti all’uguaglianza e al lavoro: con in giro il “lodo Alfano”, e il lavoro sempre più precario a cui si aggiunge il principio solenne di separazione tra Stato e Chiesa che viene contraddetto dalla accettazione costituzionale dei Patti Lateranensi, che hanno garantito alle destre il costante appoggio politico della Chiesa con una palese intromissione nei fatti riguardanti leggi dello Stato.

La nostra meravigliosa Costituzione non ha dunque impedito il blocco storico tra capitalismo e Chiesa. Per 40 anni abbiamo visto la croce cristiana farsi simbolo politico adatto a far convergere verso la DC i voti dei credenti, realizzando così il più grave attentato alla laicità della vita politica, alterando pesantemente i risultati elettorali.

Le destre, travestite anche da socialisti, governano l’Italia dalla fine della seconda guerra mondiale, in combutta con i preti, e si sono prese molte LIBERTA’ tra cui spiccano: quella di aver creato il più gigantesco debito pubblico europeo, gettando migliaia di miliardi per il Sud con opere pubbliche inutili o lasciate a metà strada, finanziamenti alle industrie, creazione di carrozzoni tipo IMI, IRI, CASSA DEL MEZZOGIORNO, sprechi e ruberie che ancor oggi condizionano pesantemente la nostra economia. Fa sorridere il fatto che Andreotti fu processato per un bacio a Toto Riina, mentre doveva pagare insieme a Craxi per la evidente ed oggettiva responsabilità in questo disastro della creazione del debito pubblico.

La più gigantesca “libertà”, che la mafia del potere democristiano e socialista si è concessa, è stata quella di approvare (dopo 10 anni di illegalità coperta dal governo Craxi), la legge Mammì, nell’agosto del 1990 (n. 223), di ispirazione piduista, che consegnava al piduista Berlusconi il monopolio del potere mediatico privato, fattore che ha alterato totalmente il gioco democratico.

La Costituzione non ci ha nemmeno protetti dalla partecipazione alla aggressione alla Serbia, decisa dal governo D’Alema, in contrasto con il principio che l’Italia ripudia la guerra come mezzo per risolvere le controversie, seguita poi da altri interventi militari a rimorchio degli USA e della Nato in Irak e in Afghanistan.

La Costituzione, che proclama di proteggere la nostra salute, non è stata efficace per fermare gli sversamenti di rifiuti tossici, affidati dagli industriali alle mafie per ingordigia di denaro, avvelenando intere regioni e CHI INQUINA UCCIDE. Come uccidono ogni giorno condizioni di lavoro non controllate, anche esse ispirate dalla ingordigia di denaro, dove si risparmia sulla sicurezza ben sapendo che questa logica costa la vita di chi lavora.

Ma i signori che siedono nel Tribunale della Corte Costituzionale perché non si occupano di queste macroscopiche violazioni dei diritti in questa nostra società così incivile, classista e criminale?

Sessanta anni di violazioni della nostra carta costituzionale dimostrano che la nostra è una democrazia fasulla, dove domina il denaro, dove le idee che circolano sono fabbricate da monopoli mediatici, dove la Chiesa fa politica, dove la salute è a rischio per l’acqua che beviamo, l’aria che respiriamo, i cibi che mangiamo, l’ambiente in cui lavoriamo.

C’è l’urgenza di proporre nuove regole che ci portino sul terreno della democrazia. Lamentiamo l’assenza di un grande partito di opposizione e vediamo solo Di Pietro difendere, con il suo 5%, qualche principio etico e di giustizia.

Un certo ottimismo deriva dalla crisi profonda del sistema economico e finanziario capitalista, che è entrato in coma per le sue truffe, l’ingordigia, la mancanza di etica, e oggi, con una incredibile faccia di bronzo, per non fallire, chiede soldi allo Stato, quei soldi che vengono negati per pagare un assegno ai disoccupati.

Per le banche, i truffatori, gli industriali ed i manager incapaci i soldi ci sono, i disoccupati portino pazienza!

La crisi economica mondiale e quella ambientale, ambedue prodotte dal ciclo capitalista, dimostrano l’assurdità del sistema, la irresponsabilità verso l’ambiente e la sovrappopolazione, il fallimento della globalizzazione, l’illusione di uno sviluppo illimitato e di una orgia di consumi infiniti.

Obama, presidente USA, è in difficoltà perché vuole giustamente mettere regole alla economia e in cambio del sostegno economico a banche e industrie pretende che cambino indirizzo, e parla già delle lobby che si mettono di traverso.

La partita che si gioca per uscire dalla crisi, a livello mondiale, è quella di uno sviluppo sostenibile, guidato da una buona politica con forti poteri, con un ritorno a economie maggiormente legate ai consumi interni, nazionali, con la ricerca prioritaria della autosufficienza energetica (con le rinnovabili) ed alimentare incrementando l’agricoltura..

Se si percorrerà questa strada, buona parte delle tensioni internazionali finiranno e le “conquiste” dei mercati e delle materie prime, all’origine di tutte le guerre, diventeranno polverosi scenari del passato.

Anche i flussi migratori, conseguenza della globalizzazione, finirebbero in una economia che inevitabilmente produce di meno e solo per soddisfare bisogni essenziali.

Il consumismo ha distrutto il pianeta e sarà impossibile resuscitarlo, e se vogliamo avere un futuro come genere umano dobbiamo abbracciare la sobrietà e la sostenibilità.

3 marzo 2009

Paolo De Gregorio

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